Ciclostorica Puglia: l’ultimo regalo a pedali dell’estate

La manifestazione di Polignano, un rito per ciclisti e amanti della natura e dell’ambiente .

 

Per chi non la conosce, la Ciclostorica Puglia, è una manifestazione ciclistica con bici d’epoca e abbigliamento non tecnico che parte e arriva da Polignano a Mare, e dal 2026,  new entry del Giro d’Italia d’Epoca.

Un evento che nei giorni a cavallo tra ottobre e novembre porta a Polignano a Mare circa 200 pedalatori e molti accompagnatori da ogni parte d’Italia e persino d’Europa, per un weekend fitto di eventi non solo ciclistici ma anche turistici, culturali, ambientali e ovviamente eno-gastronomici.

Ma chi la conosce lo sa.

Sa che la Ciclostorica Puglia è molto di più e molto altro.

È la vera fine delle vacanze, quella dopo la quale per qualche mese si appende la vecchia bici al chiodo.

È un ritrovo di amici per una lunga coda dell’estate, in cui togliersi il cappotto e rimettersi costume, maglietta, pantaloncini corti.

È un appuntamento fisso e irrinunciabile per il quale si cominciano a contare i mesi, le settimane, i giorni che mancano quando è appena finita.

Perché chi c’è stato, ci ritorna.

E gli aficionado ogni anno si presentano, non solo puntuali, ma addirittura in anticipo sul programma, perché la manifestazione inizia sotto traccia molto prima del sabato canonico, in una teoria di eventi che ormai sono diventati, alla quinta edizione, dei veri e propri riti. presieduti dai due “padri”, uno biologico e l’altro filosofico: Bepi Arrivo, e Giancarlo Brocci. Il primo, fondatore e organizzatore della Ciclostorica Puglia, che sfrecciando sulla sua bicicletta antica pare acquisire in quei giorni il dono dell’ubiquità e il secondo che non ha bisogno di presentazioni, padre de L’Eroica e di tutte le ciclostoriche che ogni anno viene a “benedire” una delle manifestazioni più meridionali , e lo fa con al seguito tutto il “gruppo broccino”.  

I partecipanti – tutti amici ormai, e anche quelli alla loro prima volta, lo diventano subito – arrivano alla spicciolata con i mezzi più disparati: in auto strapiene di passeggeri e biciclette, in aereo, in treno più bici, in camper. Non importa come, basta arrivare.

 

La Ciclostorica degli Abbracci

 

Ed ecco il primo rito, il più importante: abbracciarsi.

Gli abbracci qui sono speciali, a tutto corpo, braccia, facce vicine vicine. Ci si stringe forte, con gioia vera. E non si smette più. Ci si abbraccia quando ci si incontra, appunto, ma anche senza motivo se non l’affetto, qua e là, e ancora e ancora.

Da cui il soprannome ormai ufficializzato de La Ciclostorica degli Abbracci.

Poi c’è l’immancabile saluto al monumento di Modugno, con foto di rito a braccia spalancate come lui, cantando in coro Volare in modo più o meno stonato a seconda del tasso alcolico.

E il sabato mattina, l’imperdibile giro fuori porta che cambia destinazione ogni anno ma finisce sempre nello stesso modo: bagno in mare e “spuntino”, che a volte è focaccia barese a volontà o come quest’anno nella bellissima Mola, il panino col polipo, ma la birra è un punto fisso e resta comunque tantissima, che al ritorno sì che sembra di volare.

E il bagno poi, un rito quasi magico, non quella cosa fugace e brevissima che morde i polpacci e toglie il respiro, che si fa in altri mari più nordici per dire che si è fatto e sentirsi temerari. No, questo è un bagno vero, lungo, di nuotate e schizzi, a perder tempo immersi in quell’estate che chissà da dove salta fuori e ha dell’incredibile per chi vive in altre latitudini.

Una conferenza molto poco “corporate”

 

Il sabato pomeriggio, altro appuntamento ritualedella Ciclostorica Puglia: la Conferenza Stampa che non è mai come se la può immaginare chi non c’è stato: questa non è un “evento corporate”, come si dice a Milano, ma un insieme di discorsi appassionati, dichiarazioni d’amore per il ciclismo, la Puglia, il territorio. Si condividono idee, progetti, novità. Si parla di ciclovie da fare, di bambini da far crescere bene, di ciclismo sostenibile.

E si applaude forte agli intenti comuni, ai valori comuni.

Finendo poi con il prezioso e immancabile concerto del tenore Bo Schunnesson. che canta canzoni del nostro sud, con una fresca brezza di svedese nell’accento.

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A seguire, la cena, molto pugliese, molto buona e come tutto qui, molto impegnativa a livello eno-calorico.

 

E la domenica si va a spasso per la Puglia

 

La domenica ci si vede presto, per salutare gli ultimi arrivati e fare colazione, gentilmente offerta da Veronero, con una squisita accoppiata caffè-cornetto.

Da qui in poi ogni gesto è un rito, uguale a se stesso eppure sempre diverso e speciale a cui ognuno dei partecipanti aggiunge i suoi riti personali distribuiti nei tre percorsi, il Corto di 55 chilometri, il Medio di 118 e l’Audace, unsupported, che di chilometri ne conta ben 160.

C’è chi lo fa durare il più a lungo possibile, con la scusa di essere lento, per arrivare nella luce del tramonto e goderselo tutto. C’è chi ogni anno si siede per terra sul passeggio di Alberobello a giocare a carte. Ci sono la banda dei bersaglieri e il panino degli scout. I fagioli col vino buono di Locorotondo e l’Acquedotto Pugliese dal manto così accidentato che gli occhi sembrano saltar dalle orbite, ma talmente bello e suggestivo- i ponti romani sospesi su un mare verde oliva,  rosso terra e blu cielo, – che si resiste, che gli occhi servono per non perdersi nulla di quella bellezza.

 

 

 

Ma il Rito dei Riti è sicuramente la prima sosta ancora tutti insieme, a Monopoli a cantare e fare foto ammassati nella baia, pigiati gli uni contro gli altri per stare tutti e 200 nell’inquadratura.

Ciclostorica_Puglia_2025

 

Nel frattempo a Polignano…

 

Ma mentre i ciclostorici pedalano nel sole e sul mare e nel blu dipinto di blu e poi si insinuano nella valle d’Itria porgendo tributo ai suoi angoli più belli, faticano su strade irte e lunghissime, si abbandonano ai piaceri ristoratori nei ristori, sobbalzano su sterrati petrosi e avanzano spavaldi su sigle treck  in boschi fitti come giungla, nel quartier tappa di Polignano, ferve l’attività di altri rituali appuntamenti di ciclismo non pedalato, di impegno civile, ambientale e culturale che da sempre accompagnano la Ciclostorica Puglia.

C’è Alessandra Ortenzi, donna digitale prestata al ciclismo che tesse trait d’union tra Il Ministero dell’Ambiente e il mondo delle ciclostoriche, portando in giro il suo Manifesto del Ciclismo Sostenibile. Di più, usandolo per insegnare ai bambini a vivere una vita più sana e felice giocando con immagini e parole.

 

Ciclostorica_Puglia_2025

E  lo fa con la complicità del Bicicletterario, il concorso letterario a tema bicicletta organizzato da un’altra ciclostorica del sud, La Marittima.

Non è finita finchè non è finita.

 

Perchè il bello arriva, anzi continua anche dopo il traguardo.

In quella piazzetta- teatro che sembra fatta apposta per accogliere feste e spettacoli, infatti, succede di tutto fino a sera: si mangia a più non posso, pasta al ragu e nodini di mozzarella fatti al momento; si fanno gare di ogni tipo, da quella di lentezza in souplesse alla corsa nei sacchi. E poi si balla tantissimo, i più ancora “in divisa”, chiedendosi dove la si trova l’energia nelle gambe per ballare dopo tutta quella fatica.

E la risposta, non è nelle gambe, ma nel cuore.

Poi la pasta finisce, la musica pure. Si intensificano gli abbracci, che ora hanno dentro anche la voglia di non lasciarsi. E invece, a malincuore ci si saluta. Ed è in quel momento che parte il conto alla rovescia, meno trecentosessantaquattro.

Ciclostorica_Puglia_2025

 

Le foto, sono Aurora Bandinelli e Piergiorgio Mariconti

 

 

 

 

 

 

 

alberta schiatti: Alberta Turbolenta Schiatti, creativa sempre in sella. A volte turbo, più spesso lenta, comunque contenta del proprio equilibrio instabile. Creative and Communication Consultant @Not Combing Dolls. Previously @S&S. Cyclist. Cook. Mom.