In bici tra i borghi arbëreshë del Molise: un viaggio tra storia, cultura e natura

A pochi chilometri dalla costa adriatica, il Molise custodisce un patrimonio culturale unico: i borghi di origine arbëreshë, fondati nel XV secolo da profughi albanesi in fuga dall’invasione ottomana. Questi piccoli centri, ancora oggi custodi di tradizioni, lingua e sapori antichi, offrono un’esperienza di viaggio autentica, perfetta per chi ama scoprire il territorio in sella a una bicicletta.

In bici tra i borghi arbëreshë del Molise – trabucco temoli

Itinerario breve – 80 km, 650 m di dislivello

Partendo da Termoli, e lasciandosi alle spalle i suoi trabocchi,  si pedala verso sud fino a Campomarino, uno dei quattro paesi molisani dove si parla ancora l’albanese antico. Affacciato sulla costa adriatica, Campomarino è un borgo che unisce il fascino marino alla profondità culturale. Qui la lingua arbëreshë è ancora parlata, soprattutto dagli anziani, e i cartelli stradali sono bilingui. Il centro storico è decorato con vivaci murales che raccontano scene di vita quotidiana e tradizioni popolari.  La gastronomia locale mescola sapori molisani e albanesi, come il bükë e fërguarë, una focaccia farcita con verdure e formaggi. Da qui si prosegue per Portocannone, un angolo di Albania nel cuore del Molise. Le sue origini risalgono al XV secolo, quando gli arbëreshë si stabilirono qui dopo il terremoto del 1456. Il borgo è famoso per la Carrese, una gara di carri trainati da buoi che si svolge in occasione della festa della Madonna di Costantinopoli. Si prosegue per San Martino in Pensilis e Ururi. Situato su una collina al confine con la Puglia, Ururi è un borgo tranquillo e ricco di storia. Fondato nel XVI secolo da profughi albanesi guidati dal capitano Teodoro Crescia, il paese ha mantenuto viva la lingua arbëreshë e le sue tradizioni. Ogni anno si celebra la “Corsa dei Carri”, una gara folkloristica che coinvolge tutta la comunità. La Chiesa di Santa Maria delle Grazie, costruita nel 1731, è uno dei principali luoghi di culto. Ururi è anche noto per il forte senso di solidarietà tra i suoi abitanti, che si salutano con l’espressione arbëreshë “ghjaku shprjshur”, ovvero “il nostro sangue disperso”.  Dopo aver raggiunto Larino, si percorre la Bifernina fino al bivio per Guglionesi, si scende verso San Giacomo degli Schiavoni e si rientra a Termoli. Un percorso adatto a tutti, tra dolci colline e borghi ricchi di storia.

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Itinerario lungo – 120 km, 1200 m di dislivello

Per i ciclisti più allenati, l’itinerario lungo aggiunge una deviazione verso Montecilfone, che sorge su una collina con vista sul mare e sul fiume Biferno. È uno dei borghi dove la lingua arbëreshë è ancora parlata quotidianamente.  Il borgo è circondato dal Bosco Comunale Corundoli, ideale per escursioni e pedalate nella natura. Montecilfone è anche noto per la sua cucina: tra i piatti tipici spiccano le droqe al ragù di agnello, protagoniste di una sagra estiva molto amata. Il percorso prosegue per Palata e Tavenna, il punto più alto del percorso con i suoi 475 metri. Dopo una lunga discesa verso Montenero di Bisaccia, si risale verso Petacciato e si rientra a Termoli passando per la rotonda del Sinarca.

In bici tra i borghi arbëreshë del Molise, è un percorso più impegnativo, ma ricco di panorami molto belli e testimonianze culturali

giordano roverato: Appassionato di bicicletta, vita all'aria aperta e comunicazione digitale