Negli ultimi anni, l’Italia ha vissuto una vera rivoluzione su due ruote. Non si tratta più solo di pedalare per allenarsi: oggi la bici è sinonimo di libertà, sostenibilità e scoperta. I dati di Strava e Komoot, due piattaforme leader nel mondo outdoor, raccontano un Paese che pedala più che mai, ma soprattutto in modo diverso.
Secondo Strava, tra il 2021 e il 2024 le attività ciclistiche in Italia sono cresciute del 12% ogni anno, con uscite più lunghe e variegate. Il fenomeno più sorprendente? Il gravel, che nel 2024 ha segnato un +28% rispetto all’anno precedente. Questa disciplina, a metà tra strada e sterrato, intercetta la voglia di avventura e turismo lento, senza rinunciare alla performance. Non a caso eventi come gli Epicdays, il Tuscany Trail o il Veneto Gravel sono diventati cult, trasformando la sfida personale in esperienza collettiva.
Questa trasformazione non riguarda solo gli appassionati: secondo il Rapporto Isnart-Legambiente 2025, il cicloturismo ha generato 89 milioni di presenze nel 2024, con un impatto economico di 9,8 miliardi di euro. Oltre il 10% dei turisti in Italia sceglie la bici per le proprie vacanze, spostando i flussi verso borghi e aree interne e creando nuove opportunità di sviluppo locale. La fascia più attiva? Tra i 30 e i 44 anni, con una spesa medio-alta e una crescente presenza femminile.
Dietro questi numeri ci sono fattori strutturali: investimenti in ciclovie, fondi PNRR, digitalizzazione dell’esperienza e innovazioni tecnologiche. Le app come Strava e Komoot non sono solo strumenti di tracking: sono community che alimentano la cultura del viaggio attivo.
In sintesi, il ciclismo italiano non è più un fenomeno di nicchia. È una leva economica, turistica e culturale. Il gravel rappresenta la libertà di esplorare, l’e-bike la democratizzazione della pedalata. Due simboli di un Paese che pedala verso il futuro, con la consapevolezza che ogni giro di ruota è un passo verso una mobilità più sostenibile e un turismo più autentico.