L’Etna, con i suoi oltre 3.300 metri di altitudine, è il vulcano attivo più alto d’Europa e uno dei più affascinanti al mondo. Situato nella Sicilia orientale, domina il paesaggio con la sua imponenza e la sua attività costante, che ha modellato nei secoli un territorio unico per biodiversità, geologia e cultura. Nel cuore di questo paesaggio vulcanico si snoda la Pista Altomontana dell’Etna, uno dei tratti più spettacolari del Sentiero Italia CAI. Lunga circa 36 km, collega il versante nord e sud del vulcano, da Rifugio Ragabo a Serra la Nave, offrendo un’esperienza cicloturistica immersiva e avventurosa. Il Parco dell’Etna, istituito nel 1987 e riconosciuto come patrimonio mondiale UNESCO nel 2013, protegge questo ecosistema straordinario, dove si alternano foreste secolari, colate laviche, crateri secondari e villaggi rurali.
Un viaggio tra lava e foreste
La pista si sviluppa a una quota media di 1.750 metri, con tratti che superano i 2.000 m, ed è percorribile in gravel, MTB o e-MTB, su fondo sterrato e tratti tecnici. Il percorso attraversa colate laviche storiche, boschi di faggi e pini, radure di ginestre, e offre scorci spettacolari sulla Valle del Bove e sul mare.
Lungo il tracciato si incontrano rifugi forestali come Monte Spagnolo, Santa Maria e Timparossa, ideali per una sosta o per pernottare in modalità escursionistica. Il paesaggio cambia continuamente, passando da ambienti lunari a foreste rigogliose, in un susseguirsi di emozioni visive e sensoriali.
Luoghi da non perdere lungo la Pista Altomontana
Durante il percorso, la Pista Altomontana regala una serie di tappe naturalistiche e geologiche che rendono ogni chilometro un’esperienza unica.
La Grotta delle Palombe e la Grotta delle Femmine sono due cavità laviche facilmente accessibili dal sentiero. Questi tunnel naturali, scavati dalla lava durante antiche eruzioni, offrono un’occasione affascinante per esplorare il cuore del vulcano. Entrare in queste grotte significa immergersi in un ambiente silenzioso e misterioso, dove la roccia racconta la storia millenaria dell’Etna.
Proseguendo, si incontrano i crateri della bottoniera del 1911, una serie di piccoli coni vulcanici allineati lungo una frattura del terreno. Questi crateri secondari sono la testimonianza visibile dell’attività eruttiva laterale del vulcano, e pedalare accanto a loro è come sfiorare la forza primordiale della terra.
Tra i luoghi più spettacolari c’è il tratto delle lave a corda di Passo dei Dammusi. Qui, la lava raffreddata ha assunto forme sinuose e ondulate, simili a corde arrotolate, creando un paesaggio surreale e quasi alieno. È uno dei punti più fotografati del percorso, dove la geologia diventa arte.
Il bosco di faggi e pini che si attraversa in vari tratti del sentiero è un vero scrigno di biodiversità. Le chiome alte e fitte offrono ombra e frescura, mentre il sottobosco è popolato da felci, funghi e piccoli animali. Ogni zona del parco ha una vegetazione diversa, che cambia con l’altitudine e con l’esposizione, raccontando la storia ecologica del vulcano.
Infine, il punto panoramico sulla Valle del Bove è una tappa obbligata. Da qui si apre una vista mozzafiato su una delle aree più vaste e spettacolari dell’Etna, modellata da secoli di colate laviche. Lo sguardo spazia dalle valli interne fino al mare, regalando un momento di pura meraviglia e contemplazione.
La Pista Altomontana dell’Etna è molto più di un percorso ciclabile: è un viaggio nella geologia, nella biodiversità e nella storia di un territorio unico al mondo. Un’esperienza intensa e indimenticabile per chi ama la montagna, la natura selvaggia e le sfide su due ruote.