Cosa troverai in questo articolo:
Riceviamo e pubblichiamo un racconto di un viaggio in bici di un nostro lettore:
Chiudi le borse, carica tutto e parti. Ogni giorno nuove emozioni, sorprese, sfide da superare. In un viaggio in bici nulla è uguale a sé stesso. Ora che siamo tornati ed il viaggio in bici è concluso possiamo raccontarlo.
Lo raccontiamo perché è un’esperienza bellissima, alla portata di tutti. Magari qualche consiglio può essere utile per lanciarsi in questa avventura ed aiutare chi non ha ancora deciso cosa fare per la prossima estate.
Da dove si parte?
Prima di tutto, bisogna che scatti il desiderio, il piacere e la voglia di fare una vacanza del genere. Stavolta è stato più semplice: accantonate le mete esotiche fuori budget, il ricordo positivo del primo viaggio in bici dell’anno scorso (metà Ciclovia della Drava+ metà Alpe Adria) è stata la scintilla che ha riattivato tutto.
Dove andiamo?
Volevamo viaggiare con le nostre bici, quindi l’idea era partire con la formula treno + bici e pedalare in paesi europei dove sia facile, sicuro e bello farlo. Le ciclovie sono una risorsa meravigliosa: centinaia di chilometri pensati per il cicloturismo, un mix di piste ciclabili, sentieri sterrati, single track e qualche tratto su strada, ma sempre con sicurezza e cura.
Dove siamo stati?
Siamo partiti per il nostro viaggio in bici da Villach, in Austria, a pochi chilometri dal confine italiano, raggiunta in treno lungo la dorsale adriatica. Alla stazione di Villach scendono centinaia di cicloturisti: da lì si può andare ovunque, Austria, Svizzera, Slovenia, Germania, Ungheria, Italia o Nord Europa. No limits.
Abbiamo costruito un itinerario di circa 450 km, suddiviso in 8 tappe. Volevamo toglierci la curiosità di vedere le parti delle ciclovie che non avevamo completato l’anno scorso. Dopo un tratto sulla ciclovia della Drava, abbiamo percorso l’Alpe Adria (in direzione opposta) verso Salisburgo, incrociato la ciclovia dei Tauri, attraversato un tratto della ciclovia di Mozart e infine, in Germania, puntato su Monaco di Baviera, seguendo percorsi ciclabili trovati con il Garmin.
Tappe di circa 50 km (la più breve 41 km, la più lunga 67 km). Dislivello totale oltre 4000 m, con oltre 900 m solo nella seconda tappa che ci ha portato a 1200 m s.l.m.
Assetto di viaggio
La sfida di questo viaggio in bici era viaggiare più leggeri rispetto all’anno scorso. Missione compiuta. Abbiamo lasciato l’auto ad Ancona, scaricato le nostre quattro bici (trasportate con un portabici da gancio traino) e siamo saliti sul treno. Dalle quattro borse del primo viaggio, siamo riusciti a passare a tre complessive. Marika portava la sua, ed io avevo quella di Diana e Gaia più la mia, trainate con un carrello, che ha trasformato la mia Cinelli gravel in una bici articolata (come hanno detto gli amici vedendo le foto).
Esperienza con il carrello ottima: più leggero rispetto all’anno scorso, performante anche su sterrato. Montaggio e adattamento perfetti grazie ai ragazzi della Bicycle House di Napoli, supporto partenopeo mitico per ogni cicloviaggiatore.
I viaggi in treno non sono semplici con quattro bici e un carrello. Conviene limitare i cambi e scegliere orari meno affollati (almeno in teoria). Ottima la compagnia ferroviaria FUC (Ferrovie Udine Cividale): spartana ma bike-friendly. Meno confortevoli le austriache OBB e le tedesche DB. Paradossalmente, meglio Trenitalia.
Per l’abbigliamento, sempre valido il principio del “tecnico e a strati”. Le ciabatte, dopo una giornata di bici, sono una gioia pura. Must-have: una cassa bluetooth per ricaricarsi a fine tappa con la musica preferita. Costume e k-way sempre a portata di mano. Per il resto: less is more.
Dove abbiamo dormito, treni e consigli random
Hotel, B&B, appartamenti, ostelli… era previsto anche un campeggio, ma un cambio di percorso last second ci ha fatto desistere. Quasi tutto era stato prenotato prima della partenza, comodamente, con una semplice ricerca sul web. Abbiamo trovato anche qualcosa all’ultimo momento: per fortuna, non è stato un problema.
Un consiglio importante per un viaggio in bici: prenotate anche i treni in anticipo e verificate sempre che sia compreso il posto per la bici. Sulle linee tedesche e austriache è obbligatoria la prenotazione per il trasporto delle biciclette. Altrimenti, al ritorno vi toccherà impacchettarle e spedirle dal primo DHL che incontrate… ma questa è un’altra storia.
Perché consiglio un viaggio del genere?
Potrei elencare tante motivazioni. Alcune le hanno già dette in molti, altre le ho raccontate anche io in passato: le condivido e le ribadisco. Un viaggio in bici è meraviglia allo stato puro. E farlo in famiglia ha un gusto unico, speciale.
Ma c’è una cosa, in particolare, che durante un viaggio come questo si riesce a fare in un modo da brividi: parlare.
Parlare davvero. Confrontarsi, dialogare. Piccoli scambi, micro-discorsi, pochi minuti qua e là, piazzati tra una pedalata e l’altra, mentre contempli panorami incredibili, immerso nel relax più totale. Il pensiero si ossigena, si apre, guarda lontano, sogna.
Le mie compagne di questo viaggio in bici mi hanno fatto un regalo preziosissimo: parlare liberamente, con gusto.
Mi porto a casa questo. E a distanza di dieci mesi, ci ripenso ancora con la stessa emozione.
I NUMERI
- 12 giorni totali nella seconda metà di Agosto 2024
- 8 tappe di cicloturismo con arrivo ogni giorno in una nuova meta
- 2 giorni di relax (a Salisburgo e Monaco)
- 450 km circa
- 4000 m di dislivello positivo (D+) circa
- Punto più alto: 1230 m s.l.m. a Mallnitz
- Punto più basso: 424 m s.l.m. a Salisburgo
- Ciclovia della Drava: da Villach per circa 85 km
- Ciclovia Alpe Adria: da Möllbrücke a Kaprun (circa 170 km)
- Ciclovia dei Tauri: da Kaprun a Salisburgo (130 km)
- Ciclovia di Mozart: da Salisburgo verso Monaco (65 km)
Le tappe in breve:
- Villach – Seeboden: 48 km
- Seeboden – Bad Gastein: 46 km
- Bad Gastein – Zell am See: 52 km
- Zell am See – Waidring: 56 km
- Waidring – Salisburgo: 63 km
- Salisburgo – Traunstein: 42 km
- Traunstein – Wasserburg am Inn: 52 km
- Wasserburg am Inn – Monaco di Baviera: 67 km
I dettagli delle tappe
Villach – Seeboden, 48 km
Arriviamo a Villach nel tardo pomeriggio, giusto il tempo per cenare, fare una bella passeggiata lungo il fiume e preparare tutto per la partenza del giorno successivo. Pronti, partenza, via: piove. La pioggia è leggera e non ci turba; quando si fa più intensa, le soste tecniche per mangiare o bere qualcosa lungo il percorso non mancano. Risaliamo la Drava: tutto fila liscio, un’ottima tappa per iniziare. L’arrivo in salita è l’ultima prova della giornata. Seeboden è un paesino molto carino affacciato sul Millstätter See, un lago balneabile e potabile — così dicono gli austriaci, per rafforzare l’idea dell’acqua cristallina. Siamo nella regione della Carinzia, anche se i dromedari dell’accampamento del circo vicino al nostro hotel ci riportano con la mente a scenari nordafricani.
Andiamo a dormire senza sapere che il giorno dopo ci aspetta già la tappa epica del viaggio.
Seeboden – Bad Gastein, 46 km
Oggi ci aspetta un po’ di dislivello: lo sappiamo, ma saperlo non basta. La prima parte del percorso è molto bella: alla ciclabile si alternano tratti sterrati. Uno di questi ci porta alla Peter’s Radlwetter, un punto di ristoro con ogni ben di Dio: biscotti fragranti, frutta, barrette, caramelle, acqua e persino materiale per la manutenzione della bici. Un’oasi di bellezza e amore, con una cassettina per lasciare una donazione libera. Nessuna telecamera, tutto si basa su fiducia e rispetto. È un luogo che ci ricarica, di una dolcezza disarmante: vorremmo incontrare Peter o chi per lui per abbracciarlo, ma troviamo solo altri cicloviaggiatori, sbalorditi come noi.
Era quello che ci voleva, perché poco dopo arriviamo a Obervellach: sono le 14:30 e siamo a 686 m s.l.m. Da qui parte la salita fino a 1200 m. Un buon caffè austriaco e via. La salita è durissima, con pendenze quasi sempre in doppia cifra, su strada trafficata: qui la ciclovia Alpe Adria sparisce. Serve un piano B. Seguiamo il sentiero sterrato dell’Alpe-Adria Trail, lontano dalla strada: le pendenze restano impegnative, ma siamo immersi in un bosco meraviglioso, e perfino un picchio ci fa compagnia per qualche attimo.
Arriviamo in vetta stanchi ma felici. Pochi chilometri ancora e siamo a Mallnitz. Da qui, un treno ci porterà dall’altra parte della catena montuosa in 15 minuti.
Siamo a oltre 1200 m, l’aria di montagna e la fatica ci aprono l’appetito. A Mallnitz troviamo una pizzeria spartana, ma con una pizza ottima: il pizzaiolo ci mostra attestati di corsi e certificazioni, con una selezione di ingredienti di qualità. Una giornata epica, con un finale meraviglioso. Dormiamo all’Ostello della Gioventù, ma senza giovani.
Bad Gastein – Zell am See, 52 km
Abbiamo dormito a Bad Gastein, località sciistica che ci offre una buona colazione. L’aria è frizzante. Visitiamo l’imponente cascata del paese, poi comincia una lunga discesa, a tratti ripida. Incontriamo molti cicloturisti che arrancano in salita: pensiamo subito alla fatica del giorno precedente. Arrivati in valle, il sole splende e ci fermiamo lungo la ciclabile a fare un trattamento Kneipp per i piedi.
Oggi fa molto caldo. Attraversiamo un tunnel ciclabile e lasciamo l’Alpe Adria per entrare nella Ciclovia dei Tauri. Arriviamo a Zell am See e ci concediamo un meritato giorno di riposo: giornata alle terme, sauna, acquascivolo e spettacolo di luci sul lago.
Zell am See – Waidring, 56 km
Ci svegliamo con il fischio di un treno d’epoca. Costeggiamo il lago, l’aria è fresca e il cielo sereno. Pedaliamo in una valle circondata dai Tauri. Giornata tranquilla, con un finale in salita lungo un tratto sterrato che segue un ruscello e ci conduce a Waidring. Dormiamo in un appartamento con un giardino meraviglioso e una cucina perfetta per una cenetta con pasta a volontà. Il tramonto è spettacolare: un luogo magico.
Waidring – Salisburgo, 63 km
Giornata stupenda, aria fresca e percorso in gran parte sterrato: insomma, la perfezione. Arriviamo al confine con la Germania e lo attraversiamo per una decina di chilometri, arrivando a Bad Reichenhall, in Baviera. Sosta d’obbligo alla cioccolateria Reber, famosa per le “palle di Mozart”, e alla toilette del locale, decisamente memorabile.
Ora fa caldo: abbiamo perso quota. Entriamo a Salisburgo lungo una lunga ciclabile sul fiume. Domani ci aspetta una giornata di relax. Giretto in centro e poi in bici verso un parco acquatico pubblico con piscine, prati, zona tuffi e playground.
Salisburgo – Traunstein, 42 km
Lasciamo Salisburgo: finisce l’Alpe Adria. Da ora in poi, scegliamo i percorsi con il nostro Garmin, che non sbaglia un colpo. Il tempo cambia: al caldo dei giorni scorsi subentrano vento e pioggia. Durante un tratto sterrato in mezzo alla campagna bavarese, arriva un acquazzone. Siamo fradici. Decidiamo di ripararci sotto la tettoia di una casa che sembra disabitata, ma con sorpresa esce una signora gentilissima: ci fa mettere le bici al coperto e ci invita in casa. Ci accoglie come amici, ci fa asciugare, offre caffè e dolce, e con il marito ci mostra le foto delle loro vacanze in Italia e a Ischia.
Una parentesi che ci ricarica. Spiove, si riparte. Piove ancora, ma il calore ricevuto ci basta. Siamo in Baviera: lo notiamo dai menu, pieni di salsicce, patate e calorie — esattamente ciò di cui abbiamo bisogno. Una doccia calda e a letto.
Traunstein – Wasserburg am Inn, 52 km
Pedaliamo con una facilità sorprendente. Impostiamo partenza e arrivo e otteniamo un percorso meraviglioso: ciclabili, sterrati, strade secondarie. Avvistiamo piccoli cerbiatti e continuiamo a macinare chilometri. Il clima migliora, il paesaggio cambia, ma restiamo spesso in aperta campagna. Ogni casa ha il suo orto con pomodori, insalate e ortaggi invernali già piantati. Il gruppo è affiatato: sappiamo quando fermarci, cosa mangiare, che abbigliamento scegliere. I brezel sono sempre a portata di mano. L’attesa di Monaco si fa sentire, cresce l’emozione.
Wasserburg – Monaco di Baviera, 67 km
Oggi si arriva a destinazione. Siamo incerti sulla sicurezza del percorso, ma sorprendentemente entriamo in città senza mai lasciare la ciclabile. Alla porta Est di Monaco ci accolgono manifestanti pro-Palestina. Pedalare in città non è mai stato così semplice. Fa caldo: attraversiamo l’Englischer Garten e scopriamo un mondo di attività. Ragazzi fanno surf sull’Eisbachwelle, campi di pallavolo ovunque, giovani che si lasciano trasportare dalla corrente del fiume per chilometri. Monaco, negli ultimi cinque anni, ha investito molto nelle infrastrutture ciclabili: ce lo conferma Martin, il Bicycle Mayor della città, che ci aiuta a impacchettare e spedire le bici in Italia.
di Luca Simeone

