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Home Cicloturismo: idee per viaggi in bicicletta Cicloturismo Sicilia

Sicilia a pedali: tra templi, vigneti e arte eterna

giordano roverato by giordano roverato
28 Agosto 2025
in Cicloturismo Sicilia, In evidenza, Vie del Vino
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Sicilia a pedali - Selinunte

Sicilia a pedali - Selinunte

Cosa troverai in questo articolo:

  • Tenuta Donnafugata: il vino come racconto di territorio
  • Gibellina e il Cretto di Burri: la memoria scolpita nel cemento
  • Sicilia a pedali, un viaggio che resta nel cuore

Immagina di partire all’alba per il tuo viaggio nella Sicilia a pedali, con il profumo del mare ancora nell’aria e il sole che accarezza le pietre dorate di antichi templi. Il tuo viaggio inizia a Selinunte, dove la storia greca si fonde con il paesaggio mediterraneo. Le colonne doriche del Tempio E si stagliano contro il cielo, mentre il vento racconta storie di battaglie e civiltà perdute. Passeggiare tra le rovine dell’acropoli, affacciata sul blu intenso del mare, è come entrare in un poema epico scolpito nella pietra. Fondata nel VII secolo a.C., Selinunte fu una delle più floride colonie greche della Sicilia. Oggi è il parco archeologico più grande d’Europa, un luogo dove il tempo sembra sospeso. L’Acropoli, affacciata sul mare, ospita sei templi dorici, tra cui il maestoso Tempio C, mentre la Collina Orientale conserva i Templi E, F e G, con colonne che sfidano il cielo.

Sicilia a pedali - Selinunte Tenuta Donnafugata: il vino come racconto di territorio

Lasciata Selinunte, il percorso nella Sicilia a pedali si snoda per circa 31 km circa, lungo strade secondarie che attraversano la campagna siciliana. I campi di grano ondeggiano al ritmo del vento, e ogni curva regala scorci di ulivi, fichi d’India e borghi silenziosi. La salita è dolce, il paesaggio è un mosaico di colori e profumi. L’arrivo e tra le colline di Contessa Entellina, piccolo borgo immerso nel cuore della Valle del Belìce. Qui sorge la Tenuta Donnafugata, un luogo dove il vino non è solo prodotto, ma narrato, vissuto, celebrato. La tenuta si estende su 330 ettari, suddivisi in 10 contrade, ciascuna con caratteristiche uniche. Questo mosaico di terroir consente di coltivare varietà autoctone come Nero d’Avola, Grillo, Catarratto, e di creare vini che raccontano la Sicilia in tutte le sue sfumature.

Sicilia a pedali - cantina Donnafugata - ph. Fabio Gambina
Sicilia a pedali – cantina Donnafugata – ph. Fabio Gambina

Il nome “Donnafugata” racchiude in sé un doppio significato, storico e letterario, che riflette l’anima profonda della tenuta e della Sicilia stessa. Da un lato, richiama la figura della regina Maria Carolina, moglie di Ferdinando IV di Borbone, che nel XIX secolo fuggì da Napoli per rifugiarsi in Sicilia, trovando riparo in un palazzo che la tradizione identifica là dove oggi si trovano i vigneti aziendali. Dall’altro, il nome è un omaggio diretto al romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, capolavoro della letteratura italiana che racconta il tramonto dell’aristocrazia siciliana durante il Risorgimento. Nel romanzo, Donnafugata è il nome del feudo immaginario dove il principe Fabrizio Salina si ritira con la sua famiglia, un luogo che incarna la bellezza decadente, la lentezza del tempo e la malinconia di un mondo che sta cambiando.

Sicilia a pedali - cantina Donnafugata - ph. Fabio Gambina
Sicilia a pedali – cantina Donnafugata – ph. Fabio Gambina

La Tenuta Donnafugata a Contessa Entellina sembra uscita proprio da quelle pagine: i giardini mediterranei profumati di zagara e rosmarino, le architetture eleganti immerse tra i vigneti, e il paesaggio collinare che si apre come un sipario teatrale, evocano l’atmosfera aristocratica e contemplativa del romanzo. Visitare Donnafugata significa immergersi in un’esperienza sensoriale completa: degustazioni guidate, passeggiate tra i filari, brunch all’aperto e racconti che intrecciano storia, letteratura e viticoltura. È una tappa che non si dimentica, dove ogni bicchiere è un viaggio.

Gibellina e il Cretto di Burri: la memoria scolpita nel cemento

Proseguendo per altri 15km circa, si raggiunge Gibellina Vecchia, distrutta dal terremoto del Belìce nel 1968. Qui sorge il Cretto di Burri, una delle più grandi opere di land art al mondo: 80.000 metri quadri di cemento bianco che ricalcano le vie della città scomparsa. Alberto Burri ha trasformato il dolore in arte, ricoprendo le macerie con colate di cemento bianco che riproducono la mappa urbana originale. Pedalare tra le fenditure del cretto è un’esperienza mistica, un dialogo silenzioso con la memoria. Ma Gibellina non è solo memoria: è anche rinascita. La Gibellina Nuova, costruita a 11 km di distanza, è un museo a cielo aperto. Qui si trovano opere di Consagra, Guttuso, Paladino, e il Museo d’Arte Contemporanea Ludovico Corrao, con oltre 2.000 opere. Ogni estate, le Orestiadi di Gibellina animano la città con teatro, musica e arte, rendendola un faro culturale nel Mediterraneo.

Sicilia a pedali - Gretto di Burri
Sicilia a pedali – Gretto di Burri

Sicilia a pedali, un viaggio che resta nel cuore

Pedalare da Selinunte a Gibellina, passando per la Tenuta Donnafugata, non è solo un itinerario cicloturistico: è un viaggio nell’anima della Sicilia. È attraversare millenni di storia, dal fragore delle guerre puniche alle eleganti malinconie del Gattopardo, fino al silenzio moderno di un’opera d’arte che parla di memoria e rinascita. Ogni tappa è un incontro: con la pietra dorica che sfida il tempo, con il vino che racconta la terra, con l’arte che trasforma il dolore in bellezza. È un percorso che invita alla lentezza, alla contemplazione, alla scoperta. E quando si arriva al Cretto di Burri, con le gambe stanche e il cuore pieno, si comprende che questo viaggio nella Sicilia a pedali, non finisce qui: resta dentro, come un paesaggio che si è inciso nell’anima. La Sicilia, in fondo, è così: ti accoglie, ti sorprende, ti cambia. E in bicicletta, tutto questo lo si vive più intensamente, un chilometro alla volta.

 

Tags: archeologiaarte contemporaneabiciclettabikecicloturismoContessa EntellinaCretto di BurriDonnafugataenoturismoGibellinaItaliaitalyitinerario cicloturisticoSelinunteSiciliaSicilia in biciclettavinovino sicilianowine
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