Negli ultimi anni il cicloturismo ha smesso di essere una nicchia per appassionati per trasformarsi in una delle forme di viaggio più dinamiche e in crescita in Italia e in Europa. Il biennio 2025-2026 segna un passaggio importante: non si parla più solo di pedalare, ma di viaggiare in modo consapevole, lento e sostenibile, vivendo i territori in profondità.
I numeri raccontano una storia chiara. In Italia il cicloturismo ha raggiunto livelli mai visti prima, con decine di milioni di presenze annuali e un impatto economico che sfiora i dieci miliardi di euro. Un dato che conferma come la bicicletta sia diventata uno strumento strategico per il turismo, capace di distribuire i flussi anche fuori dalle classiche mete di massa e di valorizzare borghi, aree interne e territori meno conosciuti.

Ma dietro i numeri ci sono soprattutto le persone. E il profilo del cicloturista oggi è molto più variegato rispetto al passato.
La fascia d’età più rappresentata è quella compresa tra i 30 e i 45 anni, ma cresce anche il numero di viaggiatori tra i 45 e i 60 anni, spesso con una buona capacità di spesa e un’attenzione particolare alla qualità dell’esperienza. Non si tratta necessariamente di ciclisti sportivi: molti scelgono la bici come mezzo di scoperta, aiutati anche dalla diffusione delle e-bike, che rendono accessibili percorsi più lunghi e impegnativi.
Sempre più persone viaggiano in coppia o da sole, alla ricerca di tempo, silenzio e autonomia, ma non mancano gruppi di amici e piccoli tour organizzati. Un elemento chiave è la pianificazione digitale: oggi la maggior parte dei cicloturisti organizza il viaggio online, utilizzando mappe, tracce GPX, app di navigazione e informazioni trovate su blog, social e community dedicate.
Le motivazioni che spingono a partire in bicicletta sono cambiate. Non è più solo una questione sportiva. La leva principale è il desiderio di vivere il territorio, attraversando paesaggi, città d’arte, vie verdi e itinerari storici. Cultura, natura ed enogastronomia sono diventate componenti fondamentali del viaggio. A questo si aggiunge la ricerca di benessere: pedalare è un modo per rallentare, staccare dalla routine quotidiana e prendersi cura di sé, fisicamente e mentalmente.
Guardando al 2025-2026 emergono alcune tendenze molto chiare. La prima è la crescita del cicloturismo sostenibile e rigenerativo, in cui il viaggiatore non è solo consumatore, ma parte attiva del territorio che attraversa. Sempre più persone scelgono strutture bike friendly, produttori locali, esperienze autentiche che lasciano un impatto positivo sulle comunità.
Un altro fenomeno in espansione è l’aumento della presenza femminile. Le donne, spesso adulte o over 50, stanno diventando protagoniste del cicloturismo, cercando viaggi sicuri, accoglienti e ricchi di contenuti culturali e umani. È un cambiamento importante che sta influenzando anche l’offerta turistica.
Infine, la tecnologia continuerà a giocare un ruolo centrale. App, navigazione GPS, prenotazioni smart e strumenti digitali renderanno i viaggi sempre più personalizzati e accessibili, abbassando le barriere di ingresso anche per chi è alla prima esperienza.
In conclusione, il cicloturismo nel biennio 2025-2026 non è più solo una tendenza, ma una nuova forma di viaggio maturo, capace di unire mobilità dolce, scoperta, sostenibilità e qualità del tempo. Un modo di viaggiare che risponde ai bisogni del presente e che, con ogni pedalata, disegna il turismo del futuro.

