Prendi una corsa professionistica e trasformala in un pretesto per far conoscere il territorio. E’ stato questo il ragionamento portato avanti dagli organizzatori del Tour of Antalya, la corsa ciclistica che è tornata in calendario dopo l’assenza nel 2021. Il sud della Turchia è un territorio prettamente turistico, non solo a livello balneare ma spinto dall’archeologia che circonda le località della zona.
Antalya
Partiamo da un presupposto molto importante: la zona di Antalya ha deciso di spingere sul cicloturismo da pochissimo tempo, tant’è vero che, ad oggi, non ci sono dei veri e propri dati ufficiali per quanto riguarda la presenza di ciclisti nella zona. L’obiettivo è quindi quello di costruire una base forte e solida per permettere lo sviluppo dei viaggi in bici nel più breve tempo possibile.
Appena giungiamo in Turchia, una domanda però mi sorge spontanea: c’è rispetto per il ciclista da parte degli automobilisti? A venirci in aiuto è Serhan Sari, dell’ente del turismo turco, il quale ci ha spiegato che il rispetto verso chi va in bici è molto forte “soprattutto nelle zone costiere e in Cappadocia, sono zone dove gli automobilisti sono abituati a vedere ciclisti a bordo strada”.
Anche Cem Güllüoğlu, nostra guida mentre andiamo a visitare la zona di Antalya, ci fa notare un particolare interessante: “All’ingresso delle gallerie sulle statali sono posizionati dei cartelli. Se si accendono le luci all’ingresso della galleria significa che c’è un ciclista che sta pedalando all’interno del tunnel, e quindi bisogna prestare attenzione”. Una bella novità per noi: non si potrebbe proporre anche alle nostre latitudini?
Il primo giorno al Tour of Antalya trascorre tra piatti tipici, visite archeologiche e mare. La pedalata fino a Phaselis è piacevole, anche se siamo su una statale a scorrimento veloce. Il luogo ci fa dimenticare in fretta che per arrivare qui abbiamo dovuto fare un bel po’ di salita: vedere un’area archeologica con un acquedotto che sorge in spiaggia, è qualcosa di inspiegabile. Eppure, chi vi scrive, di acquedotti ne ha visti tanti, visto che vive a Roma. Ma la magia di questo posto è davvero unica, così come è fantastico poter passeggiare tra le vie romane e visitare il teatro, tutto conservato quasi alla perfezione.
Dopo la visita, è una corsa verso il traguardo per assistere al finale della tappa del Tour of Antalya: peccato non poterci andare in bici, ma i corridori sono molto più allenati di noi, soprattutto su questi percorsi. Quando si esce da Antalya, infatti, ci si ritrova subito divisi tra salite e discese, con la pianura quasi completamente assente. Questo non aiuta il ciclista poco allenato, il quale potrebbe comunque aiutarsi con una bici a pedalata assistita. Il panorama dall’hotel è davvero suggestivo: siamo in riva al mare, eppure riusciamo a vedere sullo sfondo anche il monte Olimpo, alle spalle di Antalya, completamente innevato. Un rifugio per le famiglie in estate, visto che nella bella stagione qui il caldo è davvero molto forte.
Aspendos
Iniziamo il nostro secondo giorno in Turchia recandoci alla partenza della tappa ad Aspendos. Restiamo ancora a bocca aperta: la corsa partirà dal teatro di epoca antica più grande che sia conservato nell’area del Mediterraneo. Purtroppo c’è poco tempo per pedalare visto che la tappa è corta e con arrivo in salita, ma nulla ci vieta di informarci sul cicloturismo nella zona. Serhan Sari ci spiega quali sono le strategie dell’ente del turismo turco: “Tanti dei migliori hotel sono già attrezzati per ospitare i ciclisti, ma il nostro obiettivo è quello di elevare ancora di più gli standard. Le strutture devono avere un’assistenza meccanica, devono mettere a disposizione dei pezzi di ricambio per le bici, e dare la possibilità alle persone di noleggiare un mezzo. Noi partiamo sostanzialmente da zero, ma l’obiettivo è quello di rendere sempre di più la zona di Antalya una delle mete cicloturistiche più ricercate, grazie alle tante attrazioni che abbiamo e ai percorsi molto suggestivi”.
Molti sono anche gli itinerari elaborati fuoristrada, in particolare nella zona della Cappadocia, che incarna bene lo spirito più “montanaro” della Turchia. Maggiore tranquillità e percorsi divertenti per chi ama lasciarsi andare in mezzo alla natura più selvaggia sono i motivi portanti che possono spingere un ciclista a pedalare in quelle zone. Il buon cibo, inoltre, è un ottimo integratore alle tante fatiche che si fanno lungo questi percorsi.
In conclusione, la zona di Antalya deve ancora crescere molto da un punto di vista del cicloturismo, ma parte da un’ottima base. Elevare gli standard degli hotel è sicuramente un primo passo per portare i ciclisti là dove il sole splende spesso e volentieri, anche se a volte il vento è abbastanza insidioso. Bisogna solo tenere presente che alcune strade sono abbastanza impegnative per i ciclisti poco allenati, in quanto non sono poche le salite. Per il resto, sarà interessante vedere quale sarà il processo di crescita cicloturistica della Turchia, che vuole aprire sempre più le porte ai ciclisti.
Carlo Gugliotta