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La conoscete la Repubblica di Cospaia? Ebbene sappiate che è la culla del tabacco nel cuore della Valtiberina. Noi di Viagginbici.com siamo andati alla scoperta, in bicicletta, delle bellezze del territorio dell’Alta Valle del Tevere: dall’antica città umbra di San Giustino a Città di Castello, gioiello rinascimentale che ospita il Museo Burri, fino ai Citerna e Montone, due dei borghi più belli d’Italia.
La Repubblica di Cospaia
Non è che ci siamo inventati un nuovo stato, la Repubblica di Cospaia è realmente esistita, fu un microstato indipendente esistito dal 1441 al 1826, a causa di un errore nel tracciamento dei confini fra lo Stato Pontificio e la Repubblica di Firenze. Oggi Cospaia è una frazione del Comune di San Giustino, in provincia di Perugia, un piccolo villaggio tra le colline con una chiesa, una torre e una manciata di case. Siamo nella Valtiberina, una terra tutta da scoprire al confine tra Toscana e Umbria. Una terra di artisti, santi e artigiani immersi nell’incanto di foreste, fiumi e laghi: un anfiteatro quale solo la natura sa creare.
Perpetua et firma libertas, è il motto che si legge ancora oggi all’ingresso della Chiesa dell’Annunziata. Questa piccola striscia di terreno esclusa per errore dal trattato tra papa Eugenio IV e la Repubblica di Firenze, divenne il regno dell’utopia anarchica realizzata. Solo il 26 giugno 1826 il piccolo borgo di Cospaia e gran parte del territorio della ex Repubblica passarono sotto il controllo dello Stato Pontificio.
La coltivazione del tabacco
Se oggi la Valtiberina è tuttora coltivata principalmente a tabacco, lo si deve proprio alla Repubblica di Cospaia. Per anni la piccola comunità provvide alla propria sussistenza coltivando il tabacco, chiamato “erba tornabuona”. Considerato che il fumo e il fiuto del tabacco vennero proclamati illegali nello Stato Pontificio, la coltivazione e il commercio divennero clandestini ma portarono ugualmente benessere, sviluppo economico, occupazione, tradizione, emancipazione sociale. Prima che le macchine meccanizzassero le fasi più importanti della sua trasformazione, tutta la filiera era affidata alla manodopera femminile, le tabacchine.
Nacque anche un Museo Storico-scientifico del tabacco, il primo in Italia, tuttora fruibile (museotabacco.org), a San Giustino. Il tabacco continuò a prosperare in tutta l’Alta Val Tiberina, soprattutto nel corso del Ventesimo secolo quando si sviluppò la coltivazione sia del tipo Kentucky nella parte toscana della vallata, che del tipo Virginia bright in quella umbra, portando, in alcuni momenti, ad occupare alcune migliaia di posti di lavoro nell’area.
Di recente qui è nata un’importante manifattura di sigari e si è prodotto il primo sigaro bio al mondo. Qui si svolge il Cigar and Tobacco Festival, salone dedicato al tabacco in ogni suo aspetto, ma anche all’arte e al piacere del fumo lento, organizzato da Ac Company Srls con il patrocinio del Comune di San Giustino, della Regione dell’Umbria, del Cigar Club Valtiberina e della Cigar Club Association. E per gli amanti del trekking da non perdere il sentiero del Contrabbandiere, una camminata tra la storia ed una natura selvaggia ed incontaminata.
Da vedere
Il Castello Bufalini nell’antica città umbra di San Giustino, che nacque come fortezza militare alla fine del XV secolo. Nella prima metà del Cinquecento subì una prima trasformazione in palazzo signorile fortificato, ed è circondato da un vasto giardino all’italiana, al quale si affiancano limonaie, giochi di fontane e un labirinto risalente al 1692.
Il Museo Burri a Città di Castello, piccolo gioiello rinascimentale, ospitato dal palazzo Albizzini, in pieno centro storico e dedicato al Maestro dell’Arte contemporanea Alberto Burri. Aperto al pubblico dal 1981, comprende 130 opere dell’artista (1915-1995) suddivise in pittura, scultura, grafica e scenografia.
Villa Margherini Graziani, luogo del cuore del FAI, si trova a San Giustino, ed è un esempio di villa nobiliare tardo rinascimentale. Fu fortificazione medievale (è possibile anche la preesistenza di un fortilizio romano), a cui poi mise mano l’architetto Antonio Cantagallina di Sansepolcro, discepolo del Vasari e del Bruni di Roma. Il parco mostra ancora l’impianto seicentesco, a ripiani terrazzati, e all’interno è stato e allestito il Museo della Villa in Tuscis di Plinio il Giovane, un’esposizione archeologica che oltre trattare dei ritrovamenti pertinenti lo scavo di Colle Plinio, ripercorre tutta la tradizione agricola e commerciale del territorio in epoca romana.
Silenziose sorgenti e quieti boschi, l’aria limpida e salubre, tra storia, testimonianze artistiche e tradizioni immutate nei secoli. Due dei borghi più belli d’Italia son qui, Citerna e Montone. A Citerna San Francesco compì due miracoli, raccontati da Bartolomeo da Pisa e Giacomo Oddi, biografi francescani: liberò una quercia dalle formiche e fece allontanare il diavolo che, sotto le sembianze di una donna che suonava il cembalo, disturbava la sua predica. Il fervore religioso seminato da Francesco portò alla nascita di diversi ordini monastici. Recentemente è cresciuto il flusso di pellegrini che ripercorrono l’itinerario La Verna – Assisi sul modello del Sentiero di Santiago de Compostela. Montone rappresenta l’idea classica del borgo medievale, perfettamente conservato ed immutato nei secoli, in posizione panoramica nella valle del torrente Carpina. Qui c’è un osservatorio astronomico tra i più avanzati d’Italia.