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Alcuni luoghi turisticamente iconici sono belli a prescindere, anche visti sfrecciando dal finestrino di treno o transitandovi in auto. Avere però l’opportunità di girarli in sella ad una bici, magari facilitata dalla pedalata assistita, è quanto di meglio si possa desiderare, perché visitarli “open air” mette in contatto con l’anima stessa dei posti, fa vedere da vicino e toccare con mano le meraviglie di cui sono composti.
Il cosiddetto “Distretto dei laghi”, in quella Lombardia che si spinge fino al confine nazionale e che si compone del Lago di Lugano, di Lecco e di Como, è straordinario da girare in bici. Questi posti offrono lo spettacolare habitat dell’ambiente lacustre, con il paesaggio che si specchia sull’acqua, raddoppiandosi; con le innumerevoli residenze aristocratiche che delimitano le rive, i saliscendi di strade panoramiche che lo attraversano e che sono, anche, percorsi di gara ciclistica.
Nel distretto dei laghi siamo andati con un gruppo misto di appassionati di bici, composto da ciclisti professionisti e altri amatoriali. Lo abbiamo visitato e percorso in tre giorni. E qui ve lo raccontiamo.
Dal triangolo Lariano al muro di Sormano
Appoggiandoci a Como Lago Bike, il tour operator che organizza escursioni in bici, siamo partiti dalle rive del lago di Lugano, mettendoci in sella esattamente al resort Parco San Marco, un Luxury Bike Hotels che presenta tutti i comfort adatti ai ciclisti. Abbiamo pedalato in direzione di Gandria, lungo la strada degli ulivi, dove si trova anche il museo delle dogane svizzere che merita una visita.
Il percorso su una vecchia mulattiera ci ha tenuti fuori dal traffico, per arrivare nel centro di Lugano percorrendo passaggi noti solo ai locali. La via degli Ulivi si trova sul 46° parallelo, linea di demarcazione che indica la posizione più settentrionale al mondo a coltivazione olivicola. Abbiamo visitato Lugano per poi proseguire il giro attraversando il lago e infine affrontare le dolci salite e i tornanti della Val di Mara. La nostra meta pranzo è stato il Grotto Descanso, raggiungibile solo a piedi o in barca. Per noi c’era il gommone del Parco San Marco ad attenderci per fare il trasferimento e approdare sul confine italiano-svizzero.
Pedalando lungo tre laghi
Il mattino seguente abbiamo pedalato lungo le sponde dei tre laghi. Un bellissimo percorso che inizia sul Lago di Lugano e costeggiando la vecchia ferrovia del San Gottardo ci ha condotti al Lago di Piano, un piccolo lago, oggi riserva naturale, che era una volta un tutt’uno con il Lago di Lugano. Questo percorso protetto è adatto anche alle famiglie che si incontrano numerose con i bambini nei carrelli trainati al seguito. Arrivati al Lago di Como ci siamo imbarcati a Cadenabbia verso Bellagio e il ferry boat, insieme alla bicicletta, diventa il mezzo migliore per apprezzare il territorio circostante, le ville in stile Liberty e gli immensi parchi.
Da Bellagio comincia la salita al Ghisallo, meta per ogni ciclista appassionato e cicloturista: con bici da strada o e-bike il Santuario accoglie ognuno, così come il Museo del Ciclismo, tempio ciclistico fondato da Fiorenzo Magni, campionissimo tra Coppi e Bartali. Il Museo è un excursus storico visivo con esposizione delle bici più curiose e fuori c’è il santuario della Madonna del Ghisallo, protettrice dei ciclisti.
“Il Lombardia” ha il suo cuore qui
Su queste strade il 12 ottobre prossimo si correrà una delle ‘classiche’ del ciclismo italiano: “Il Lombardia” e tra noi c’è chi si ferma al Museo immergendosi e scoprendo biciclette vintage e jersey dei campionissimi, ma ci sono anche tre giornalisti che anticipano il percorso affrontando il Muro di Sormano, senza farsi spaventare da quella che molti definiscono come la pista ciclabile più dura del mondo, con una pendenza massima del 25%, una pendenza media 17% il tutto in 1,7 km di nastro d’asfalto. Accompagnati da Alberto Elli, che per quattro volte ha vestito la maglia gialla, sono partiti colleghi e sono tornati eroi, regalando orgoglio e soddisfazione anche a noi rimasti sedentari al Museo.
Se, prima di ripartire, sportivamente si opta per uno spuntino veloce, il formaggio Ghisallo della Latteria di Bellagio, con tanto di monumento del ciclista riprodotto sull’etichetta, è ottimale per rifocillarsi. Al Museo è facile trovarlo abbinato al Trentodoc 51.151 (etichetta la cui cifra impressa ricorda il suo record dell’ora) di Francesco Moser, o a calici di Oltrepo Pavese (Pinot nero vinificato in bianco o in rosso) per un gemellaggio enagastronomico tutto Made in Italy!
Noi, al rientro, abbiamo pranzato al Perlo Panorama sulla bellissima terrazza vista lago e poi ci siamo lanciati in discesa verso il lago per la visita ai Giardini di Villa Melzi, un parco incantevole che vanta tra i visitatori anche gli abitanti di Bellagio che giornalmente, grazie ad un abbonamento annuale, vanno a passeggiare e a cercare pace, profumi, colori. Ogni pianta ed ogni angolo crea uno scenario incantevole, mostrando il lago con nuove cornici e alternando palme, pini, sequoie, all’albero della canfora. La visita ai giardini termina poco distante dal traghetto per il rientro a Cadenabbia e per ripercorrere in bici, a ritroso, il percorso del mattino ma con le luci del tardo pomeriggio e del tramonto. E i colori caldi autunnali.
Piccolo mondo antico (da girare in bici)
Se si vuole continuare lungo l’itinerario della bellezza, si può programmare una gita in bici per l’indomani, all’incirca di 8 chilometri, che contempli la visita ad un’altra villa spettacolare, che rientra nel circuito del Fai, il Fondo Ambiente Italiano: Villa Fogazzaro Roi, l’ottocentesca dimora estiva dello scrittore Antonio Fogazzaro. E’ davvero bellissima questa casa che si trova a Oria: interamente arredata fin nei dettagli, con diversi bagni colorati da sembrare moderni tanto hanno la carta da parati raffinata e di gusto, una invidiabile libreria con una singolare disposizione dei libri e una sala da pranzo con tanto di mise en place allestita. Un luogo pieno di dettagli, cura e stile, il tutto reso più scenografico dall’incantevole giardino panoramico.
Muscolare o assistita?
Se non si vuole fare eccessiva fatica con una bici da corsa muscolare, in sella a una e-bike, grazie all’energia supplementare assicurata da una batteria che attiva la pedalata assistita, agevole, graduale e regolabile, tutto può risultare più facile e divertente.
Il primo giorno, con partenza da Cima (Como), escursione verso Gandria lungo il sentiero degli ulivi e pedalando sui tornanti della val di Mara nel confine italo-svizzero, abbiamo percorso in totale 31,7 km.
Il secondo giorno, sempre partendo da Cima, costeggiando la vecchia ferrovia del San Gottardo e il Lago di Piano, traghettando poi da Cadenabbia a Bellagio con le bici in battello per salire al Ghisallo e ridiscendere a Bellagio, imbarcarci nuovamente a Cadenabbia, abbiamo percorso in totale 62,3 km.
Al Parco San Marco Hotels e Beach Resort di Cima (Como), il noleggio di una e-bike per tutto il giorno è di 40 euro, mentre una bici da strada costa 45 euro. Il pacchetto bike hotels di 2 notti costa 399 euro e include colazione, cena di quattro portate al ristorante, il tour personalizzato con guida e noleggio bici, un massaggio muscolare profondo da 40 minuti, bike room, spa e programma giornaliero sport&relax.