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I termini in inglese per indicare il servizio parlano di free-floating o station-based. Il che, tradotto nella pratica quotidiana, sta ad indicare un flusso libero o stazioni definite come punto di riferimento per prendere e lasciare poi la bicicletta. Oltre alla terminologia, gli ultimi dati disponibili relativi al bike-sharing in Italia, dicono di un anno record che si chiude con un parco di 35mila bici a disposizione, disseminate in 31 città italiane capoluogo di provincia. Un vero e proprio record, per un servizio triplicato nell’arco di cinque anni. E, in quello in corso, anche per i cambiamenti legati all’emergenza Covid-19.
Ci piace condividere
Quello del bike-sharing, infatti, insieme al servizio dei monopattini – ultimo amore degli italiani – è l’offerta di condivisione più cresciuta dopo la fine del primo lockdown. Con la riduzione degli assembramenti, il timore dell’utilizzo massiccio dei mezzi di trasporto pubblici per la paura del contagio, la bici e il monopattino sono infatti una scelta fatta da molti.
Una flotta triplicata
I dati emergono dall’ultima Conferenza nazionale sulla sharing mobility. Essendo il bike sharing uno dei primi servizi di sharing mobility avviato in Italia, fra gli anni ‘90 e il 2000, i dati di oggi mettono a confronto 2015 e 2020, segnando nel tempo anche l’ingresso e l’incremento delle bici elettriche. Rispetto a cinque anni fa, quindi, la flotta è più che triplicata con un +15 per cento di e-bike in condivisione e +60 per cento di cittadini iscritti ai servizi di bikesharing.
Per quanto tempo
Tornando al free-floating e station based, poi, la maggiore differenza di utilizzo si esplicita nella durata dei noleggi. Con il primo con utilizzi molto brevi, con oltre il 50 per cento di noleggi che non supera i 5 minuti e un utilizzo superiore nei weeked; e con il secondo caratterizzato da utilizzi più lunghi, con il 50 per cento tra i 6 e i 20 minuti e un uso importante nelle ore di punta. Il 18 per cento dei noleggi, avviene infatti nella fascia oraria 8,00 – 10,00 e il 17 per cento tra le 17,00 e le 19,00. Continuando a leggere i dati, risulta che nel free-floating cresce il numero di noleggi giornalieri per veicolo. Lo station based di Brescia, BiciMia, registra la percentuale più alta di utilizzo per ciascuna bici nelle 24 ore: 2,3 per cento ovvero circa 1h e 20 al giorno. Bici elettriche e muscolari, poi, si uniscono nel sistema flessibili proposto da Nextbike, con un mix, appunto, di elettriche e muscolari in un sistema ibrido, che comprende stazioni fisiche e virtuali.
Meglio free o based?
Sempre leggendo lo studio emerge che, nelle città in cui operano sia free-floating che station-based, ovvero Bergamo, Mantova, Milano, Padova, Parma, Reggio Emilia e Torino, a partire dal 2017, il numero dei noleggi totali è rimasto pressoché costante, mentre è variata la proporzione tra sistemi station-based e free-floating; quest’ultimo, infatti, in soli due anni (2017-2019), è passato da una quota del 25 per cento ad una del 55 per cento.
Ma quanto mi costa
Per quanto riguarda i costi in modalità free-floating un viaggio di 20 minuti è in media di circa 1,2 euro, mentre scende a 0,5 euro per lo station-based. Gli abbonamenti annuali ai servizi di bikesharing sono molto diversificati (minimo 15 euro a Siena, massimo 300 euro il servizio sperimentale di free-floating di Parma). Il costo di un viaggio di 20 minuti è in media di circa 1,2 euro per quanto riguarda il free-floating mentre scende a 0,5 euro per lo station-based.
Le migliori
L’analisi è stata realizzata su 31 città italiane capoluogo di provincia che offrono servizi di bike sharing: Bergamo, Bologna, Bolzano, Brescia, Como, Ferrara, Firenze, Forlì, Genova, La Spezia, Livorno, Mantova, Modena, Milano, Padova, Palermo, Parma, Pesaro, Pisa, Ravenna, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Roma, Siena, Terni, Torino, Trento, Treviso, Udine, Venezia e Verona. In riferimento alla percentuale di utilizzo di ciascuna bici nelle 24 ore, il valore più alto si registra a Brescia con il servizio BiciMia (un utilizzo del 2,3 per cento equivalente a circa 1h e 20 al giorno), seguito da CicloPi di Pisa e ToBike di Torino. Sempre nel capoluogo piemontese troviamo il servizio free-floating con il valore più elevato, Movi by Mobike.
Da migliorare
Malgrado i servizi del bike sharing siano in crescita, non mancano le note dolenti. Ad esempio i costi che secondo una grande fetta degli utenti sono ancora troppo elevati. Secondo e non ultima nota va alle amministrazioni comunali. Perché il bike sharing e la mobilità a due ruote funzioni deve fare parte di una strategia globale urbanistica che preveda messa in sicurezza delle aree dedicate ai percorsi bici ma anche sistemazione delle strade, e così via.
(In copertina: Movi a Mantova)