L’associazione Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) ha presentato l’inedito studio condotto da Bain & Company Italia sul comparto moto, bici e accessori, su un campione di oltre 2.100 aziende (più dell’80% dell’intero comparto).
Moto e bici in Italia
Due anime di un settore fatto di eccellenze, passione, innovazione e trionfi sportivi: quella a motore, con un mercato trainante (+42% dal 2020 al 2023), che non smette di crescere; e quella delle due ruote a pedale che, al netto del successo delle e-bike, vive oggi un momento di rallentamento della domanda dopo i boom registrati nel 2020 e nel 2021.
Un lavoro che accende un riflettore inedito sul valore economico generato dalla produzione, dall’assemblaggio, dai servizi e dalla distribuzione di parti, componenti e prodotto finito nel settore, oltre che sul contributo concreto che l’industria di riferimento offre alle nuove domande di mobilità. L’associazione, che rappresenta a livello nazionale circa il 90% delle aziende moto e il 70% di quelle bici, si impegna così a far sentire la voce di una filiera che in Italia oggi vale complessivamente 14,8 miliardi di euro (fatturato filiera moto e bici 2023).
Dallo studio emerge che solo il settore del motociclo attesta il suo fatturato a 9,5 miliardi di euro, confermando il proprio primato in Europa anche nella produzione e per i numeri di mercato. Moto, scooter e ciclomotori piacciono agli italiani: cresce il numero delle patenti A (oggi una su cinque di quelle rilasciate, per un totale di 280mila, +6% dal 2013 al 2023 rispetto al +1% delle patenti B) e va molto bene il mercato, che dal 2020 al 2023 ha fatto segnare una crescita media annua del 12%. L’andamento positivo del mercato si è poi tradotto in una crescita del fatturato di tutta la filiera moto, che tra il 2020 e il 2023 ha fatto segnare un +50%, e in un aumento della profittabilità media per gli operatori passata, sempre nello stesso periodo, dal 4,2% al 6%. Segno più anche per quanto riguarda il numero degli addetti, che è cresciuto del 7% tra il 2020 e il 2022, attestandosi a poco più di 36mila diretti (84mila con indiretti e indotto).
La bicicletta
Sul fronte delle due ruote a pedale, lo studio mette innanzitutto in risalto gli effetti opposti che la pandemia di Covid e il bonus bici hanno avuto sul mercato, ovvero il +18% nel 2020 sul 2019 (oltre 2 milioni di pezzi venduti) e la flessione media annua del 17% tra il 2021 e il 2023. Nonostante il calo dei volumi, la filiera bici ha comunque registrato un aumento significativo del fatturato, spinto anche dall’aumento dei prezzi e dal successo delle e-bike, attestandosi a 2,7 miliardi di euro nel 2023, pari a un +50% sul 2018.
Gli effetti della pandemia hanno impattato anche sulla profittabilità del settore: a causa della crisi delle catene di approvvigionamento i margini sono infatti tornati ai livelli del 2019, passando dal picco del 7,6% nel 2021 al 3,2% nel 2023. A risentire maggiormente di questo scenario sono stati i componentisti e i venditori di accessori che hanno perso quasi dieci punti di margine.
L’elemento più rilevante è stato il rapido incremento delle e-bike, salite fino a oltre 330mila unità vendute nel 2022, con una penetrazione del 20% sul totale (era il 3% nel 2015 e l’11% nel 2019), che ha reso le due ruote a pedali accessibili ad un pubblico più ampio. Un progresso che ha tuttavia rivelato l’esposizione della filiera italiana alle forniture di componenti elettrici dall’Asia (che esporta l’87% dei chip), oltre che alla variabile di fattori macroeconomici e geopolitici. Tra il 2020 e il 2021 l’import di componentistica ha segnato così un solido +79%, attestandosi a 664 miliardi di euro fino ad arrivare a poco più di 800 nel 2022.
Il settore ciclo, come quello moto, continua a segnare un saldo positivo nell’export, a dimostrazione della forte domanda di prodotti con il marchio Made in Italy sui mercati internazionali: la bilancia commerciale indica infatti +75 milioni di euro con valori molto significativi nell’ambito della componentistica dei prezzi al kg per parti come pedali, manubri e cambi. Notizie positive arrivano dall’andamento dell’occupazione: in due anni (2020-2022) il numero degli addetti nella produzione di bici e componenti è cresciuto del 16%, passando da 15.200 unità a 17.600.