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Una pista ciclabile componibile, che non richiede scavi o lavori stradali. Bici speciali per garantire a tutti la possibilità di spostarsi non per forza con un mezzo a motore, una piattaforma che aiuta a trovare la migliore offerta per il noleggio online e, ancora, il modo più sicuro per parcheggiare la bicicletta. E, perchè no, degli indicatori luminosi che facciano da frecce direzionali. Che in bici non si stia mai fermi e che tutto sia come la celebre citazione e di Albert Einstein, si sa. E il creativo mondo delle start-up si confronta di continuo con questo settore. Quindi se “La vita è come andare in bicicletta, se vuoi stare in equilibrio devi muoverti” anche in ambito start-up c’è da farsi camminare il cervello, fra inventiva e soluzione pratica. Con cuore e passione insieme, va da sé. Abbiamo selezionato quindi 5 start up per la bicicletta.
La ciclabile di ultima generazione
Il settore, come dimostra l’ultima iniziativa dedicata nello specifico a progetti innovativi sul cicloturismo, è molto attivo. Alla call MiBACT dello scorso ottobre hanno partecipato 334 progetti. In testa ai primi venti si è piazzato mOOve di Revo-Lab: una pista ciclabile componibile con moduli prefabbricati in plastica e gomma riciclata. Non servono scavi o lavori stradali e il sistema può essere posato su qualunque superficie esistente. Non manca la possibilità di personalizzare il tracciato e la configurazione con sensori, illuminazione a LED integrata e adattiva, connettività e segnaletica orizzontale attiva.
Tutti in movimento
Remoove è la start-up che va anche oltre la bicicletta, all’insegna del claim scelto: Abilitiamo la società. La start-up è nata sulle rive del Garda, prima del primo lockdown, con un progetto dedicato a persone con disabilità motoria, fino a coinvolgere il mondo della sanità pubblica e dell’associazionismo, dei comuni e degli operatori turistici, per la creazione di bike-sharing inclusivi. I mezzi scelti sono i Van Raam: ecco quindi ad esempio la bicicletta munita nella parte anteriore di una sedia a rotelle che può essere sganciata e utilizzata come sedia a rotelle stand-alone o il triciclo per il trasporto di persone che possono rimanere sedute sulla propria sedia a rotelle in bicicletta.
Dal web alla strada (e al down-hill)
Per un giro in città, per il cicloturismo o per provare il down-hill. Ecco Rendandfit, piattaforma made in Italy dedicata al noleggio bici. Un’idea che mette in contatto noleggiatori selezionati, negozi specializzati e strutture ricettive che offrono il servizio del noleggio e gli utenti alla ricerca di bici tradizionali, elettriche, MTB, strada. Una sorta di Booking delle due ruote, che mette in contatto domanda e offerta.
Il segnale giusto
Chi va in bici, lo sa. Ci sono segnali convenzionali che servono ad indicare uno spostamento, la presenza di un ostacolo sulla carreggiata. Non da meno, c’è il codice della strada che richiede a chi va in bici di segnalare una svolta, uno spostamento, con il braccio. Dalla start-up Cycl ecco qualcosa che tutti abbiamo sempre sognato e che però non c’era ancora: le “frecce” per la bicicletta. Con il sistema Winglights gli indicatori luminosi si montano alle estremità del manubrio ed è fatta. Con una collezione per tutti i modelli, dalla city alla bici da corsa. Funzionano non solo come “frecce” ma anche come indicatori di posizione. Una luce in più per la bici, insomma.
La bici al sicuro
Per finire, lo sguardo a Cyk-lok, start-up irlandese che ha pensato alla soluzione ideale per evitare il batticuore a chi lascia la bici in strada. Sono dei box waterproof e con sistema di allarme, che funzionano con una app, per un posto sicuro per la propria bicicletta in prossimità di una stazione ferroviaria, in città, vicino ai luoghi di lavoro. C’è anche lo spazio per lo zainetto, il casco: per aprire il box c’è il codice che si riceve al momento della prenotazione.