Banca Ifis ha effettuato il primo studio scientifico che stima l’impatto economico del Giro d’Italia e individua comportamenti, attitudini e identikit degli spettatori e dei turisti sui territori. In breve si evidenzia come nel 2023, il Giro d’Italia ha generato un valore pari a 2 miliardi di euro, dimostrando la sua forza attrattiva e producendo valore economico per i territori che lo hanno accolto. L’evento ha una elevata attrattività tanto che l’ultima edizione ha accolto dal vivo 2,1 milioni di spettatori per un totale di 5 milioni di presenze. Ma non solo è anche un assist per il turismo visto che 1,8 milioni di spettatori che hanno seguito il Giro tramite i media hanno dichiarato di voler visitare i luoghi dove sono transitati i corridori.
Il rapporto che evidenzia questi temi si intitola “Giro d’Italia: la tradizione di eccellenza che valorizza il territorio” realizzato dall’Osservatorio sullo Sport System Italiano di Banca Ifis e dedicato al valore economico del Giro d’Italia 2023. Un’analisi che, oltre a dare una dimensione economica a una storica manifestazione sportiva, sottolinea come la Corsa Rosa sia un evento in grado di generare grande forza attrattiva, che si traduce in un ritorno economico per i territori che sopravvive ben oltre la durata della manifestazione stessa.
“Banca Ifis segue da tempo lo sport system e quest’anno abbiamo voluto realizzare uno studio di approfondimento sul Giro d’Italia per evidenziarne le caratteristiche internazionali e di grande prestigio. Questo appuntamento è in grado di generare un considerevole valore economico e di promuovere, sempre più, impatti positivi su ambiente, persone e comunità. Per questi motivi siamo fortemente impegnati nel sostegno diretto allo sport system non solo come realtà finanziaria, ma anche attraverso il nostro ufficio studi, per evidenziare l’impatto positivo che questo comparto può avere sullo sviluppo del nostro Paese” dichiara Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis.
L’analisi evidenzia come dei 2 miliardi di euro di ricavi generati, 620 milioni di euro siano dovuti all’impatto immediato, prodotto dalla spesa degli spettatori lungo le tappe della kermesse e dalla macchina organizzativa dell’evento. Gli altri 1,4 miliardi di euro, invece, sono generati da benefici economici “differiti”, ossia dalla spesa di chi, dopo aver assistito – dal vivo o attraverso i media – all’evento, torna (entro 12/18 mesi) nei territori del Giro per vivere altre tipologie di esperienze turistiche.
Secondo quanto emerge dallo studio, l’elevata capacità attrattiva del Giro d’Italia si basa su due pilastri: da una parte il prestigioso brand della manifestazione che attrae ogni anno i più forti corridori del mondo; dall’altra, la cornice suggestiva che ogni tappa, grazie alle peculiarità uniche del paesaggio italiano, sa offrire allo spettatore. Questi due pilastri sono a loro volta alla base di due differenti categorie di valore economico: quello immediato e quello differito. Il primo filone, quello del valore di lungo periodo, è direttamente legato alle azioni immediate poste in atto dalla carovana rosa e dal flusso di spettatori che ne va al seguito. Nel 2023, questi sono stati oltre 2,1 milioni dal vivo (7,3% dei quali stranieri) che hanno seguito in media 2,4 tappe a spettatore. La passione per la Corsa Rosa va di pari passo con la voglia di scoprire il territorio italiano e di farlo in compagnia di amici e parenti: lo dimostra la dimensione media del gruppo, che raggiunge 2,8 persone. Si tratta di gruppi che, secondo lo studio, spendono un importo pro capite giornaliero di 121 euro. Inoltre, seguendo più di una tappa il 34% degli spettatori sceglie di effettuare almeno una notte di pernottamento nelle aree interessate dalla manifestazione. Le attività di questa fetta di tifosi, sommate a una macchina organizzativa da oltre 2.300 persone coinvolte lungo i 45 giorni di attività, sono gli elementi che contribuiscono a creare l’impatto economico immediato sui luoghi toccati dal Giro.
La generazione di benefici economici differiti è invece sostenuta anche dall’esposizione mediatica dei territori: gli scorci e i paesaggi di borghi, città e bellezze naturali italiane spingono lo spettatore a voler tornare. Sono 1,8 milioni gli spettatori, italiani e stranieri, che dopo aver seguito la manifestazione sui media intendono visitare i luoghi del Giro e 618 mila quelli che, pur avendo assistito alla kermesse dal vivo, non si sentono “paghi” e programmano un pronto ritorno tra le meraviglie paesaggistiche toccate dalla manifestazione. La voglia di rivivere i luoghi del Giro è supportata anche dalla pluralità di esperienze che si possono fare: dall’enogastronomia alla cultura, dalla natura e svago allo shopping.
Il Giro può fare affidamento su uno zoccolo duro di appassionati: il 59% di chi l’ha seguito dal vivo nell’edizione 2023 lo aveva già fatto in passato ma, al contempo, il Giro ha una sua capacità di rinnovamento, considerando che per il 41% degli spettatori quella del 2023 è stata la prima edizione vissuta sul territorio. L’appassionato della Corsa Rosa cerca di viverla il più a lungo possibile: il 27% dei partecipanti si concede un vero e proprio tour, con una media di 6 tappe seguite pro capite. Ci si trova di fronte a un viaggiatore che ha una molteplicità di interessi, svolge attività e cerca esperienze differenti, sulle quali primeggiano quelle di natura culturale e di svago. La percentuale di spettatori che pratica attività cresce anche in base alla disponibilità di esperienze che le tappe sanno offrire: non a caso se la media, tra i vari cluster di tappa, di chi fa attività extra rispetto alla manifestazione, è del 21% questa sale addirittura al 39% nelle tappe cosiddette “iconiche”.
Vi è infine un “altro Giro” che non si corre tra le strade e non si declina nell’offerta turistica, ma è rappresentato dalla filiera di produttori di bici e componentistica italiana. Una filiera d’eccellenza che sa fare scuola nel mondo: il 77% dei team che ha preso parte all’ultima edizione dell’evento ha scelto biciclette o componentistica Made in Italy. Quella nostrana è infatti una tradizione di valore che conquista sia i Paesi storicamente legati alle due ruote, come Francia, Olanda, Belgio, sia Paesi “nuovi” alle corse ciclistiche come il Kazakistan e gli Emirati Arabi. La qualità produttiva italiana è riconosciuta nel mondo e diventa un volano di crescita per le imprese italiane che alimentano questa filiera. Lo studio evidenzia che il fatturato delle imprese produttrici e fornitrici delle squadre che hanno partecipato al Giro 2023 è cresciuto del 71% nel 2022. Nello stesso periodo l’utile ha registrato un incremento del 52% e il ROE medio si è assestato al 38%. Questi numeri dimostrano come produrre biciclette da corsa e relativi componenti sia un potente volano di crescita, grazie all’elevato posizionamento di mercato. Lombardia e Veneto si contendono il primato nella produzione di mezzi e componenti adottati dagli agonisti nella kermesse 2023.