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Scegliere la bicicletta per gli spostamenti urbani (o anche extra urbani), per un viaggio, per una giornata fra amici e dintorni, per perdersi in montagna o respirare asfalto è già un atto che sa di arte. Ancora più bello è pedalare in percorsi non solo fatti bene, ma accompagnati da installazioni artistiche che aggiungono ulteriore creatività a quella suggerita dal venticello che accarezza le guance (e i polpacci).
In Liguria con la classicissima
Ecco allora esempi di infrastrutture ciclabili e ciclopedonali un po’ da tutto il mondo, abbellite appunto da tocchi d’arte che le rendono uniche. Per pedalare con arte. In Italia c’è la ciclabile in Liguria sull’ex tracciato, in particolare la galleria fra Sanremo e Ospedaletti con le arcate decorate da immagini che evocano momenti storici della classicissima Milano-Sanremo e la segnaletica orizzontale in rosa oltre a stencil con ricordi commemorativi della stessa.
Nel tratto di ciclabile al Linfano, frazione di Arco (Tn) ci sono murales realizzati da artisti locali e a Siracusa – anche qui sull’ex ferrovia – i sei chilometri di ciclabile lungo il mare sono arricchiti da un’area espositiva con dieci opere d’arte. Un bel dialogo con la cinta protettiva dell’antica città greca, quella delle mura Dionigiane.
In bici nella notte stellata
Passando all’Olanda, si pedala sulle tracce della “Notte stellata” sulla già celebre Van Gogh-Roosegaarde Cycle Path della cittadina di Nuenen dove agli oltre trecento chilometri di ciclabile già presenti sul territorio si sono aggiunti da poco seicento metri che sono un capolavoro di ispirazione e tecnologia. Un particolare manto accumula la luce solare e la rilascia di sera, creando un percorso che ricorda appunto l’evocativo dipinto dell’artista olandese. Un’opera di “Techno-Poetry” per dirla con le parole di Daan Roosegaarde – l’artista che ha pensato all’effetto “Starry night” disegnandola con l’inserto di centinaia di “sassolini luminosi”.
Bici e scene navali
Rimanendo in Olanda, notevole anche il Cuyperpassage, passaggio ciclopedonale della stazione centrale di Amsterdam. I pendolari che transitano qui sono accompagnati da 80mila piastrelle in caratteristica ceramica blu di Delft a rappresentare scene navali. Ripropongono l’opera del pittore olandese Cornelis Boumeester (1652–1733) conservata nel Rijksmuseum, ma al tratto classico si aggiungono tasselli più astratti rappresentando un tocco di contemporaneità. Il progetto è a cura della Benthem Crouwel Architects e l’opera ideata da Irma Bloom.
Il tunnel artistico
Tradizione e innovazione accompagnano anche nel Combe Down Tunnel a Bath, in Inghilterra. Negli oltre milleseicento metri dell’ex tunnel ferroviario luci e suoni definiscono il passaggio dei ciclisti, scandito dalle installazioni nelle nicchie della galleria, a ricordare i riflettori delle vecchie locomotive. Qui la firma è di Uva-United Visual Artists.
Acciaio per la bicicletta
Sempre in Inghilterra, a nord di Bristol, poi, lungo la Concorde Cycle nel South Gloucestershire County Council, lo scultore Pete Moorhouse ha realizzato una serie di opere in acciaio a tema bicicletta, con il coinvolgimento dei ragazzi dei college del posto.
Lo Spirit Trail di Vancouver
E arriviamo idealmente a Lisbona, nell’ambientazione urbana della ciclabile lungo il fiume Tago, decorata dal P-06 Atelier con dinamici segni grafici sull’asfalto fino alle parole del poeta Alberto Caeiro. Originali segni grafici sull’asfalto caratterizzano anche i passaggi lungo lo Spirit Trail a Vancouver, in Canada, un’evocativa e multifunzionale greenway ciclopedonale. Si pedala lungo il fiume anche a Portland, Stati Uniti. Il percorso del Willamette River è accompagnato da installazioni artistiche che si integrano nelle altre che celebrano la bike culture cittadina, come “The Pile” – la scultura degli artisti locali Brian Borrello e Vanessa Renvich – a rappresentare una “pila” di biciclette. Proseguendo il giro del mondo fra bici e arte arriviamo in Australia dove fanno le cose in grande. Nella città di Adelaide c’è un intero City Bike Art Trail: ben undici installazioni tematiche a cura di diversi artisti, ognuna con una sua peculiarità che unisce ad esempio il tratto artistico e il senso pratico di uno stallo per bici.
Un “sentiero di luce” in sella
E finiamo così in Nuova Zelanda dove un formidabile intervento a firma di Monk Mackenzie Architects e LandLab ha trasformato un ex tratto di “tangenziale” in ciclabile dal manto rosa che spicca sul grigio intorno e brilla di sera con i suoi trecento led. È la Nelson Street Cycleway: uno splendido ‘Te Ara I Whiti’ espressione Maori che sta per ‘Sentiero di luce’.