Una signora ingioiellata ed elegante, dai modi compìti. Vicenza si presenta così, ordinata e armoniosa. Semplice come le sue “contrà” (le vie del centro storico), straordinaria come le opere del Palladio, che le conferiscono quella luce unica delle pietre preziose sapientemente lavorate.
Quello stile inconfondibile dell’architetto del Teatro Olimpico ha attraversato epoche e confini. Dal Rinascimento, di cui Palladio è la figura di spicco nella Repubblica di Venezia, fino al Romanticismo, quando Goethe, soffermatosi nella cittadina veneta nel settembre del 1786 durante il suo viaggio in Italia, annotò nel suo diario le migliori impressioni. «Soltanto avendo innanzi agli occhi questi monumenti, se ne può comprendere il grande valore. Con la loro mole e con la loro imponenza essi devono, per dir così, riempire gli occhi», scrive. E anche dall’Italia al nuovo mondo la distanza è breve. Le influenze palladiane sono arrivate fino ai simboli del potere negli States, dalla Corte Suprema alla Casa Bianca, come spiega Philip Kennicott nel Washington Post.
Gironzolando tra piazza Erbe, il duomo e contrà Battisti alcune botteghe storiche catturano lo sguardo. È il caso della cappelleria Palladio e della pasticceria Sorarù, begli esempi di stile. Varcando la soglia del negozio di cappelli sembra di entrare in un film in bianco e nero. Ma dentro, dal 1959, c’è la signora Antonia Bonisolo, custode gelosa di un universo di copricapi coloratissimi.
Attraverso il corso che porta il suo nome – decumano massimo ai tempi della Vicenza romana, – Palladio è nel cuore della città non solo grazie all’evidenza plastica del suo ingegno, ma anche per il tributo toponomastico che gli spetta di diritto. Proseguendo dal Teatro Olimpico – il primo teatro coperto in muratura al mondo – fino a piazza dei Signori, si incontrano Casa Cogollo, Palazzo da Schio e Palazzo Thiene.
Imboccando poi la contrà Manin si raggiunge il cuore della città, dove ammirare la Loggia del Capitaniato e la Basilica Palladiana, entrambe splendidi progetti del grande architetto rinascimentale, la cui statua commemorativa affianca le opere. C’è tempo ancora fino al 2 giugno – e ne vale davvero la pena – per visitare la mostra “Tutankhamon, Caravaggio, Van Gogh. La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento”, proprio all’interno della Basilica Palladiana. Il curatore, Marco Goldin, prende idealmente per mano il visitatore di sala in sala, con un racconto per immagini dal crepuscolo all’oscurità con un filo narrativo avvincente, nonostante abbracci periodi e artisti così distanti nel tempo e nello spazio.
La facciata di Casa Pigafetta, contrà Pigafetta
Tappa obbligata è poi in contrà Pigafetta. Se Andrea Palladio è senza dubbio il personaggio che ha lasciato il segno più visibile nella città e rivoluzionato l’architettura, un altro grande cittadino del capoluogo veneto ha cambiato la storia del mondo. Si tratta di Antonio Pigafetta, compagno d’avventura di Magellano che tenne il diario di bordo nella circumnavigazione del mondo. La splendida dimora del grande “cavaliere del mare” merita una sosta per la bella facciata e il messaggio che vi è inciso: «Il n’est rose, sans espine». Non c’è rosa, senza spine.
Tra le vie del centro tocca ora a corso Fogazzaro, dove l’attenzione è tutta per Palazzo Valmarana Braga Rosa, il Tempio di San Lorenzo e il suo bel chiostro antico.
Poco più avanti c’è la casa dove lo scrittore vicentino Antonio Fogazzaro è nato e cresciuto. Maestro del Romanticismo, ammirato da Verga e amico di Matilde Serao, il suo Piccolo mondo antico gli valse la nomina a senatore di re Umberto I e un posto d’onore nella migliore letteratura italiana dell’Ottocento.
L’ultima sosta in città è in piazzale De Gasperi, tra la Loggia Valmarana ai Giardini Salvi, il Torrione di Porta Castello e Palazzo Thiene Bonin Longare, patrimonio dell’umanità Unesco insieme all’intero centro storico e alle ville palladiane. Ma la pedalata conclusiva non può che essere sulla ciclabile della Riviera Berica. La partenza è nei pressi dell’Arco delle Scalette, attraversato il Campo Marzo fino a viale Risorgimento. Quando finalmente la ciclovia si incontra con il fiume Bacchiglione si intravede “La Rotonda“, quella Villa Capra Valmarana di cui, ancora Goethe, scrisse: «Forse mai l’arte architettonica ha raggiunto un tal grado di magnificenza». Opinione condivisibile, anche a distanza di secoli.
Consigli sfiziosi
Righetti Self-Restaurant
Patti chiari, amicizia lunga. Questo locale storico è un vero inno alla fiducia verso il cliente. Le regole sono semplici quanto curiose: scegliete il vostro tavolo, lo apparecchiate voi stessi, vi servite le bevande alla spina, ordinate direttamente ai cuochi le portate e pagate in cassa elencando voi stessi quanto avete consumato. Il martedì e venerdì sono i giorni del Baccalà alla Vicentina. La chiusura è di sabato e domenica. Prezzi molto accessibili, atmosfera schietta e accogliente, piatti semplici e gradevoli Info: http://www.selfrighetti.it/inglese/Righetti.html
Angolo Palladio
Legame indissolubile con il territorio nel menu come per la carta dei vini. Posizione centralissima e location suggestiva. Un angolo di buona cucina, dove qualità e prezzo sono ben bilanciati. Sito: http://www.angolopalladio.it/