La Val di Taro, è di nuovo, 38 anni dopo, al centro della scena ciclistica nazionale. Dal 28 al 30 giugno infatti si sono tenuti i Campionati Italiani di Ciclismo su Strada.
Nella parte alta della valle racchiusa dai 5 comuni, Albareto, Bedonia, Borgortaro, Compiano e Tarsogno il 28 giugno è stata corsa la prova a cronometro, mentre due giorni dopo, il 30 si è tenuta la prova in linea.
Questa è stata l’occasione perfetta per far scoprire a noi ciclisti “normali”, atleti, amatori appassionati, mountain biker, cicloturisti, viaggiatori, sognatori e semplici tifosi, le meraviglie di questa valle. Un territorio verdissimo e incontaminato, perfetto per il ciclismo di ogni tipo – strada o mountain bike, ma ideale anche per il cicloturismo – e ancora sconosciuto al turismo di massa.
I due momenti clou della gara dei professionisti infatti si sono arricchiti prima e dopo di eventi aperti al pubblico, come Pedalando con Moser e la Pedalata Tricolore, in cui gli appassionati arrivati da ogni dove hanno potuto pedalare in una cornice perfetta, fatta di vette anche di una certa importanza, di passi da tirare d’un fiato su una bici da corsa e morbide colline per defatigare le gambe. Di fiumi ancora incontaminati in cui fare il bagno o pescare, di valli in cui girovagare a cavallo. Di sentieri impossibili, da scoprire in sella (e qualche volta anche giù dalla sella) di una mountain bike, di boschi e di tanti, tantissimi funghi porcini. Perché proprio l’enogastronomia di eccellenza è un aspetto di grande attrattiva della Val di Taro.
Ci troverete, oltre ai suoi funghi porcini famosi in tutto il mondo, squisite prelibatezze che fondono il meglio dell’Emilia con quello della Liguria e un pizzico di Toscana: parmigiano di montagna, salumi artigianali, torta fritta e torta d’erbe a più non posso, ma anche focaccia e panigacci, in un esperanto fatto di bontà che non conosce campanilismi regionali. Ed è anche per questo che l’Alta Val di Taro è perfetta per andare in bicicletta, altrimenti come si fa a mangiare tutto quel ben di dio?