Non si direbbe, ma il paradiso dei ciclisti è anche qui, è a due passi dal caos della metropoli, lontano dal traffico, dallo smog e dalle buche delle strade dell’hinterland, quelle che obbligano i ciclisti romani a pedalare esclusivamente su una rete di piste ciclabili che ha comunque fatto grandi passi avanti negli ultimi anni, ma che in fondo limita l’orizzonte dei ciclisti capitolini ai soliti posti: il lungo Tevere, Ostia, da Ponte Milvio a Villa Ada e da qui fino al Ponte Nomentano. E poi?
Poi per fare giri “seri” in bicicletta su asfalto, la sola opzione utile è caricare la bici in auto e allontanarsi un po’ dalla zona urbana. Quanto e dove? Le direttrici sono note anche queste all’appassionato stradista capitolino: si può andare a nord verso la zona dei laghi di Bracciano e di Vico, a sud verso i “Castelli” oppure ad est verso la Valle dell’Aniene. La Valle dell’Aniene, appunto: ci concentriamo su questa, perché oggettivamente è l’area nei dintorni di Roma più sgombra dal traffico, quella meno congestionata dal turismo “mordi e fuggi” del fine settimana e anche perché quella con un manto stradale perfetto se paragonato ad altre tante zone che circondano la Capitale entro un raggio di trenta, quaranta chilometri.
L’occasione di questo itinerario ce l’ha data un bel viaggio stampa organizzato dal GAL della Valle dell’Aniene, il Gruppo di Azione Locale che grazie al suo Presidente Fiorenzo de Simone, da sette anni sta investendo, sviluppando e strutturando interventi comuni per il miglioramento dell’area rurale della Media Valle dell’Aniene, prima di tutto dal punto di vista turistico.
La Valle dell’Aniene
Le piste ciclabili in questo paradiso che è davvero a due passi da Roma ancora mancano, è vero (ma i vari Comuni dell’area hanno già deliberato il progetto di una ciclovia che congiungerà Tivoli con il lago del Turano, percorrendo buona parte del corso del fiume Aniene), ma per fortuna in paradisi del genere ancora è possibile pedalare su asfalto con rischi quasi zero per il ciclista, appunto grazie a un traffico veicolare praticamente inesistente, soprattutto se lo si paragona a quello che si può trovare appena quaranta chilometri più a valle. Questo è ancora più vero se si considerano strade secondarie come quelle che abbiamo fatto noi, in questo itinerario che ci ha portato alla scoperta di posti che pochissimi conoscono (molto meno dell’1 per cento dei turisti “generici” che ogni anno visitano Roma si addentrano nella Valle dell’Aniene).
La sola condizione per pedalare da queste parti? Sicuramente essere abbastanza in forma: l’itinerario che abbiamo fatto, ad esempio, si inerpica sulle colline del preappenino, che a a vederle da lontano sono dolci e invitanti, ma che a scavalcare in sella richiedono gambe toniche e allenate. Ovvio, se vi muovete con una e-bike problemi non ne avrete, soprattutto nel caso del giro che abbiamo fatto, che totalizza “appena” 50 chilometri, distanza di gran lunga adatta per l’autonomia di una bici a pedalata assistita.
Il tour inizia da Subiaco, ad appena un’ora da Roma borgo incantevole dell’Alto Aniene, con il dedalo di stradine del suo centro storico e con il suo suggestivo Ponte di San Francesco, ponte Trecentesco ad una sola arcata lungo ben 37 metri.
Sempre a Subiaco visitiamo poi il Borgo dei Cartai, un museo immersivo che unisce la fruizione museale con la produzione di manufatti in carta. Nel Borgo sono ricostruiti tutti i macchinari di una cartiera dell’800 perfettamente funzionanti, a memoria della secolare esperienza e cultura della Cartiera cinquecentesca di Subiaco.
Una piccola deviazione rispetto all’itinerario circolare di cui poi alleghiamo la traccia ci porta poi verso il Monastero benedettino di Santa Scolastica: qui vige la regola “Ora et Labora”, qui ci si può incantare con i tre chiostri, quello Rinascimentale del XVI secolo, quello Gotico del XIV secolo e infine quello Cosmatesco del XIII secolo. Tra l’altro, al primo piano del monastero si trova la meravigliosa biblioteca dove è stato stampato il primo libro a caratteri mobili in Italia.
Torniamo in sella e iniziamo a salire davvero: in dieci chilometri di ascesa dolce si arriva agli altipiani di Arcinazzo, ampio pianoro a 900 metri di altitudine in cui si elevano estese abetaie, chiaramente di sapore alpino.
Gli Altopiani di Arcinazzo sono una meta ideale per gli escursionisti romani, ma sono anche lo scenario inaspettato di antichità maestose, i cui resti lasciano solo immaginare la grandiosità e la ricchezza del sito: proprio qui, infatti, nel primo secolo l’imperatore Traiano volle edificare la sua Villa, residenza di caccia con un’estensione di ben cinque ettari distribuiti su tre terrazzamenti.
Nell’area archeologica c’è anche un Antiquarium, che ospita la collezione dei reperti più significativi rinvenuti nel corso delle recenti campagne di scavo.
Risaliamo in sella per scendere per un breve tratto sullo stesso percorso fatto per salire fin quassù, ma dopo cinque chilometri giriamo a destra: dal delizioso borgo di Affile si scorge una bella vista su tutto il medio Aniene.
Da Affile proseguiamo in discesa, verso le Grotte dell’Arco, incursione “speleologica” di questo eterogeneo itinerario: le grotte si trovano tre chilometri prima della rocca di Bellegra, sono chiara testimonianza del carsismo che caratterizza anche questore dell’Appennino.
Furono esplorate per la prima volta nel 1925: per gli amanti genere, le Grotte dell’Arco sono molto suggestive per l’estrema ricchezza di stalattiti, stalagmiti, inghiottitoi, camere e per l’osservazione della fauna di grotta: chirotteri (pipistrelli) e anfibi non mancano certo in questo ampio e inaspettato ventre dell’Alto Aniene.
La salita successiva ci porta a “scollinare” Bellegra, che con i suoi 850 metri è “Cima Coppi” di questo itinerario circolare, ma è anche una terrazza formidabile sull’Agro Romano, sulla Valle del Sacco e poi più giù sulla Pianura Pontina e persino sulle sue Isole quando il cielo è terso.
Cinque chilometri più a valle di Bellegra visitiamo il Convento di San Francesco: faggi e castagni circondano questo ritiro francescano che nel 1223 ospitò il santo patrono d’Italia. Il suo interno è ben conservato: sono documentati nei dettagli gli aspetti della vita monastica, ma anche testimonianze della religiosità popolare. Quella di questo convento è un’altra sosta immancabile per il cicloviaggiatore che capita da queste parti.
La parte finale del giro ci riconduce poi al punto di partenza da Subiaco passando per Rocca Santo Stefano, altro piccolo e incantevole borgo che si può incontrare in questo piccolo ma impegnativo tour dove ogni sosta è stata una scoperta affascinante e inaspettata.
Lunghezza totale tour: 50,2 chilometri
Dislivello: 8770 metri
Altitudine massima: 850 metri
Altitudine minima: 360 metri
Superfici: 99% asfalto, 1% lastricato
La traccia Gpx: Tour alto Aniene Viagginbici
L’itinerario su Komoot: https://www.komoot.it/tour/536565259?share_token=aP3qo4L3zUA1EkwVR4EVdGvirXO9Dd1h034EU33qR2haPaBpo1&ref=wtd