In bicicletta alla scoperta del fascino notturno di Gerusalemme
Gerusalemme è una città assolutamente unica e come tale va interpretata anche per chi la vuole assaporare in maniera adeguata e alternativa, proprio a cavallo della bicicletta. Se tutte le altre visite alle città d’arte o alle capitali si fanno preferibilmente di giorno, Gerusalemme offre la sua misticità proprio nella notte, quando negozi e botteghe sono chiusi.
La città vecchia, quella che in uno spazio ridottissimo offre la Chiesa del Santo Sepolcro, la spianata delle moschee, il muro del pianto, il percorso della via crucis (qui chiamata Via Dolorosa) con le sue tragiche stazioni e tanti altri luoghi santi, la sera si svuota delle persone e di tutte le attività commerciali che danno colore e frenesia come in un antico suk, ma inevitabilmente profanano la città più sacra al mondo dove le tre religioni monoteiste magicamente vi convivono a stretto contatto in una mescolanza curiosa che parrebbe impossibile.
Dopo le 9 di sera la città è totalmente silenziosa e abbandonata, al punto che la bicicletta diventa quasi una macchina del tempo con la quale si può anche fantasticare di percorrere i viottoli ciottolati come fecero i soldati dell’Impero Romano o i crociati mille anni dopo, immaginando di incontrarli svoltando l’angolo.
Le vie sono strette come all’origine, totalmente lastricate, con alcuni tratti che offrono grosse pietre levigate nei secoli che sicuramente sono lì da sempre. Le ruote che passano su esse sono l’unico rumore e la fioca luce dei radi lampioni fanno pensare che in questa città senza tempo si è scritta la storia dell’umanità. Ritornandoci di giorno, certamente non in bicicletta per l’impossibilità di pedalare, la città offre una anima meno onirica, ma non meno mistica: fedeli delle tre religioni sostano nei luoghi sacri con grande trasporto e che con la loro partecipazione emotiva ridanno vita ai luoghi sacri. Non importa quale religione si professi o anche se non si è religiosi, l’energia che si avverte è fortissima sostando davanti al muro del pianto dove numerosi ebrei pregano con le mani appoggiate ad esso o guardando i cristiani che si inginocchiano per appoggiare la fronte sulla pietra dove si presume Gesù fu deposto dalla croce.
Quando inevitabilmente verrà fame, odori fragranti di pane freschissimo presentato in tante fogge e arricchito da semi di ogni tipo attireranno verso le numerose panetterie sulla strada. Uscendo dalla città dal Jaffa Gate e imboccando la via omonima si andrà nel quartiere più vivo della città dove i turisti sono rari e la vita pulsa nel grandissimo mercato dove quasi tutti i cittadini di Gerusalemme si recano per fare le spese quotidiane. Qui le strade sono più larghe e rendono più facile il pedalare.
L’area pare fatta per far incontrare le persone grazie ai tanti locali di ogni tipo dove la sosta è piacevole. Gli anziani giocano a domino o a backgammon ai tavolini dei bar con un nugolo di coetanei in assorta osservazione. In altri locali più attraenti per i giovani si consuma la socialità come nel resto del mondo. Anche qui l’esperienza alimentare è consigliata nei ristoranti famigliari dove i cibi locali, falafel e humus in testa, oltre a tante altre ricette arabe e armene, sono offerti a poco prezzo (fra i 10 e i 15 €) ma di una qualità altissima. In una piccola piazzetta (Ha-Eshkol Street) il ristorante Azura offre tutto questo. A pochi passi e solo per bere, ma prodotti freschissimi e naturali, c’è Uzi-Eli, un medico-alchimista che ha messo a punto dei buonissimi succhi di frutta mixati adatti a curare e a nutrire in maniera personalizzata (10 Ha-Egoz). I locali fanno orario continuato ma dopo le 17 chiudono quasi tutti. In questa zona si può anche arrivare con il filobus che parte da Jaffa Gate e percorre la Jafo street. I locali sono alla quarta fermata. A piedi sono 2 km di piacevole camminata. Per noleggiare le biciclette c’è www.bikejerusalem.com/, tel. +972 2-579-6353 che può anche mettere a disposizione le guide per il tempo necessario ai percorsi che si scelgono.
Reportage di Sauro Scagliarini