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Il Salento è una delle terre più belle d’Italia. Penisola che affonda le proprie origini in un mélange di culture, tradizioni e sapori unici, sa incantare chi lo visita a poco a poco, lasciandosi scoprire solo a chi ha la pazienza di girarlo con calma. Non è un caso che la regione Puglia sia una delle mete più gettonate di questa estate casalinga. In particolare, queste terre si rivelano ideali per il cicloturismo. Vediamo perché.
Panorami incredibili, dislivelli quasi assenti e la possibilità di un viaggio a passo lento in cui la bicicletta diventa una specie di bus a pedali in cui è possibile scegliere le fermate preferite in libertà. L’estremità sud-orientale della Puglia è abitata da tempi antichissimi. Infatti quasi ogni civiltà mediterranea è passata di qui, e questo carattere di terra di contatto è ancora oggi fortissima, nella cultura come nel dialetto. Simu salentini de lu munnu cittadini / Radicati a li Messapi cu li Greci e i Bizantini, recita una nota canzone. Questo aspetto cosmopolita la rende una regione unica, ben differenziata dal resto della Puglia, tanto per il dialetto quanto per la cultura.
Lu sule, lu mari, lu jentu
Gli ingredienti del Salento sono tre, e te ne accorgi subito. Sole, mare e vento sono tre costanti che vi accompagneranno lungo tutto il tragitto, spiaggia dopo spiaggia. L’altra componente irrinunciabile del Salento è senza dubbio quello delle feste di paese, che durante l’estate colorano le piazze dei piccoli borghi di musica, danze e prodotti locali. Tra i vari eventi – praticamente ogni posto in Salento ne organizza uno – non perdetevi quelli relativi alla pizzica e alla taranta, espressione ancestrale del corteggiamento in cui ci si abbandona a balli sfrenati!
In questa mappa interattiva Google è possibile seguire un facile percorso di circa 260 km da Taranto a Lecce. Questa distanza può essere percorsa in un arco di tempo variabile a seconda dell’allenamento e della voglia di alternare mare, turismo tradizionale al tempo passato in sella. In linea di massima, considerate dai 4 ai 7 giorni!
Da Taranto a Gallipoli
Questo primo tratto di costa all’interno del Golfo di Taranto è denso di storia e mitologia: due importanti figure dell’epica greca, Taras e Falanto, sono infatti legati a questi luoghi e alla fondazione di Taranto. Ce ne accorgiamo proseguendo a sud della città vecchia, dove dopo pochi chilometri incontriamo il sito archeologico di Saturo. Qui lidi attrezzati si alternano a spiagge libere, così come la sabbia si alterna a scogli bassi. Tra le mete più apprezzate, Pulsano, Campomarino e San Pietro in Bevagna, e le antiche postazioni di difesa dagli attacchi dei Mori, che ancora oggi portano i nomi delle torri che annunciavano il pericolo imminente.
Torre Ovo, Torre Squillace o Torre Lapillo. Scendendo verso sud, i panorami più belli li troviamo senza dubbio nelle due riserve di Punta Prosciutto, coi suoi colori caraibici e scogli frastagliati, e di Porto Selvaggio, un ripido promontorio ombroso che nasconde calette e grotte marine di bellezza sorprendente.
Da Gallipoli a Leuca
In vista di Gallipoli, il paesaggio inizia a cambiare. Ci avviciniamo infatti all’estremità sud dello stivale, le case si fanno più basse e bianche di calce, la vegetazione già rada e mediterranea si fa ancora più ispida per resistere al sole di queste zone. A una manciata di chilometri dall’ingresso di Gallipoli si può fare una piacevole pausa al Salento Bike Cafè, di cui abbiamo già parlato in questo articolo. Arrivati in città, vale davvero la pena esplorarne il centro storico, sospeso tra mare e terra, e perdersi nei suoi vicoli. Gallipoli è un pittoresco porto circondato per tre lati dal mare, importante postazione strategica fin dall’epoca greca, crocevia di culture, dialetti e tradizioni.
Procedendo verso sud, almeno tre luoghi meritano attenzione, a costo di rallentare la nostra media. Il cicloturista non ha fretta, né dovrebbe averla. E qui c’è troppo da vedere per pensare ai record su Strava. Punta della Suina, la Grotta degli Innamorati e soprattutto Pescoluse, soprannominata a buon diritto “le Maldive del Salento”. Perché? Provate ad andarci…
Da Leuca a Otranto: il Salento più spettacolare
Giungiamo così a Santa Maria di Leuca, la nostra finisterre casalinga. L’estremità sudorientale del nostro Paese ha un sapore già orientale, con i lidi jonici della Grecia poco oltre l’orizzonte chiaro, e il grande Faro bianco fa da spartiacque. Il Salento è certamente una sequenza di meraviglie, ma se proprio dobbiamo scegliere un tratto come preferito, i circa 45 km che separano Santa Maria di Leuca da Otranto sono una sinfonia continua di azzurro.
I lievi saliscendi non costituiscono assolutamente una difficoltà, ma la provinciale costiera regala scorci panoramici a picco sul mare, si contorce nascondendo e scoprendo calette e insenature, e fa spuntare dal nulla un borgo di pescatori dove fermarsi ad assaggiare una frisa condita coi pomodori. Anche gli amanti dei tuffi rimarranno soddisfatti. Località come il Ciolo, Marina Serra o Canale del Rio offrono infatti trampolini e piscine naturali in acque cristalline!
Tra gli altri must di questo tratto, certamente la Grotta Verde, Acquaviva e la meravigliosa Grotta Zinzulusa meritano una sosta. Otranto è una perla scintillante, in cui il colore dominante è ancora una volta il bianco. Forse un po’ turistica rispetto ad altri posti assolutamente genuini e desolanti, offre comunque un suo fascino unico e incantevole.
Da Otranto a Lecce, la risalita verso Nord
E se pensate che il bello sia già passato, l’ultimo tratto di costa verso San Cataldo è in grado di sorprendere ancora con alcune delle spiagge più belle dell’intera regione. Oltre alle celebri Torre dell’Orso e la bellissima Grotta della Poesia, che sono spesso prese d’assalto dal turismo convenzionale, una miriade di calette e golfi solitari è pronta a soddisfare la vostra sete di mare. Baia dei Turchi, Alimini e in particolare Torre Sant’Andrea sono luoghi che vi lasceranno a bocca aperta!
L’ultimo tratto regala infine un piacevole tratto al fresco degli ulivi, signori incontrastati di queste terre: stiamo parlando della Riserva naturale Le Cesine, dove si può godere di una decina di km senza auto su strade asfaltate chiuse al traffico. Qualche colpo di pedale ancora e siamo a San Cataldo, spiaggia della movida amata dalla gioventù leccese. Ovviamente, un tour del Salento non può che terminare con la visita al suo capoluogo. Purtroppo per arrivarci la strada non è il massimo. Purtroppo la pista ciclabile che scorre accanto alla pericolosa SP364 è discontinua e malmessa, e per seguirla occorre un po’ di costanza.