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Le Terre di Giovi, tra storia, cultura, sport ed enogastronomia
Oggi siamo in Piemonte, provincia di Alessandria. Siamo nelle terre di “confine”, o di frontiera, per dirla in maniera un po’ retrò. Un Piemonte nelle cui vallate corre già il vento che viene dal mare, dalla Liguria. E di questo ci si accorge subito: profumi, sapori, colori, ogni cosa è variegata, nuova e vecchia al tempo stesso. Terre stratificate, che mischiano agli strati geologici di ere passate altrettanti strati di interesse per il cicloturista, come dei vestiti da indossare a seconda dei gusti e delle occasioni.
Storia antica e recente, arte e cultura, una fortissima tradizione di ciclismo sportivo e una radicata e saporita tradizione enogastronomica. Capita assai di rado di tornare da un viaggio in bici con qualche chilo in più, invece che in meno, bruciato dall’attività fisica.
La Valle dello Scrivia, Novi Ligure e il Museo dei Campionissimi
Il territorio della valle dello Scrivia, il fiume che solca le Terre dei Giovi, si presta in maniera particolare al cicloturismo. Pianure verdi e strade poco trafficate, colline dai declivi gentili, clima mite e accarezzato dalle brezze marine come dal fresco prealpino. Non a caso nella città di Novi Ligure sono cresciuti due tra i più importanti campioni del ciclismo di sempre, Fausto Coppi e Costante Girardengo, e la tradizione sportiva da queste parti è ancora molto sentita, come testimonia la presenza del Museo dei Campionissimi a loro dedicato; ve ne abbiamo parlato in un altro nostro articolo dedicato al Monferrato, che troverete QUI.
Dato che il modo migliore per apprezzare l’immensa varietà di questa regione è la bicicletta, una serie di enti, associazioni e consorzi locali, insieme a 11 Comuni dell’Alessandrino, la Provincia e la Regione, hanno organizzato una “ciclocamminata” per far conoscere e apprezzare al meglio i sapori e i colori locali.
L’itinerario, una quarantina di chilometri di facile pianura perfetto per un assaggio dei punti di interesse della zona, si è snodato tra placide strade di campagna nei pressi dello Scrivia (clicca sulla freccia in alto a destra per la legenda completa).
Scegliendo come punto di partenza simbolico e logistico il Museo dei Campionissimi di Novi Ligure, ci addentriamo nelle campagne del basso Piemonte per strade bianche e provinciali fino al Museo dell’Apicoltura, esempio di stretto legame con la terra e delle sue tradizioni che dal passato sopravvivono ancora oggi e anzi, ne caratterizzano la produzione. Qualche colpo di pedale, ed è il turno della bellissima Abbazia di Rivalta sullo Scrivia, gioiello dell’ordine cistercense risalente al 1180.
Il Parco del Ciclismo dei Colli di Coppi
La valle dello Scrivia è tra l’altro situata in un punto strategico di raccordo tra due ciclovie in progettazione: la Ven.To. che lungo il Po collegherà Venezia a Torino, e la Ciclovia della Riviera ligure che da Sanremo porta verso la Francia. Per questo motivo il Comitato Colli di Coppi sta promuovendo un terzo progetto di ciclovia che colleghi i due tracciati, il Parco del Ciclismo dei Colli di Coppi lungo il fiume. Ma mentre Fausto macinava instancabile salite e discese, il cicloturista ha bisogno di soste e ristori.
Le Terre di Giovi a tavola
Pedalare vuol dire scoprire una terra, e scoprire una terra vuol dire anche (e soprattutto) assaggiarla. E il Piemonte in questo non si fa certo pregare: una ricchissima tradizione di salumi, primi tra tutti la testa in cassetta e il salame novese, formaggi, i canistrelli al vino bianco, la focaccia locale e la farinata di ceci, quasi a ricordarci che la Liguria è dietro l’angolo.
Ma la vera star della zona è il vino. Queste terre sono famose per il Gavi, un delizioso bianco DOCG che ha il potere di rendere la pedalata molto più fluida e rilassata. Tra le soste consigliate per questo tour c’è senz’altro la Tenuta la Bollina, che ha fatto di quattro tipi di biciclette altrettanti marchi dei propri prodotti, a testimonianza del sentito legame di queste terre con l’eredità dei Campionissimi.
Le Terre di Giovi attraverso la storia
Ristorato il fisico, possiamo pensare all’animo. In zona ci sono altri tesori da scoprire, e nello spazio di pochi chilometri è possibile saltare in agilità da un’epoca all’altra. Dall’età repubblicana e imperiale, di cui rimangono i resti della città romana di Libarna, fino alle varie fasi del Medioevo, dal castello di Pozzolo Formigaro a quello dell’imponente e minaccioso Forte di Gavi, passando addirittura per la fase di transizione tra due ere geologiche, il Miocene e l’Oligocene, scolpite nella roccia argilllosa del Geosito di Carrosio. Ma andiamo con ordine.
Che le Terre dei Giovi fossero una regione di “passaggio” l’avevano capito già i Romani, che vi fecero la via Postumia, una strada consolare che collegava Aquileia a Genova. I loro genieri trovarono evidentemente nel Terzo Valico il punto più favorevole per guadagnarsi l’accesso al mare. Proprio sulla Postumia era infatti situato il fiorente centro di Libarna. Oggi di quella stazione commerciale e postale rimangono molte tracce ben conservate: un teatro, un anfiteatro e numerose insulae, più qualche domus nobiliare, una delle quali custodisce ancora il meraviglioso mosaico del mito di Licurgo e Ambrosia, che narra le origini del vino. E proprio l’effigie della ninfa Ambrosia è simbolo del Consorzio Tutela del Gavi, per il suo legame con Dioniso.
Il Forte di Gavi
Per chi al vallum romano preferisse dei bastioni medievali, nei pressi di Gavi può dedicare una sosta al suo Forte. Una costruzione massiccia e slanciata verso l’alto, dai toni cupi e scuri, che fu roccaforte sin dall’Alto Medioevo. Appartenuta a Svevi, Genovesi e Visconti, fu poi carcere fino all’ultima guerra, a testimoniarne la sua inespugnabilità. Ai suoi imponenti bastioni lavorò il Maculani, autore di importanti fortificazioni seicentesche come Castel Sant’Angelo a Roma e la Valletta a Malta.
Per chi infine volesse lasciare un po’ la bici e camminare sulle proprie gambe, la regione è piena di itinerari escursionistici di grande interesse paesaggistico. Uno di essi è una semplice passeggiata di qualche km tra i colli di Carrosio, che ci porta ad uno dei Geositi di maggiore importanza del Nord Italia, una sorta di “frattura” che segna il passaggio tra due ere geologiche. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti!
Sponsor e patrocini
L’iniziativa è realizzata con la collaborazione di enti, associazioni e consorzi locali grazie al contributo di sponsor e volontari. Promossa da Regione Piemonte, Provincia di Alessandria, 11 Comuni dell’Alessandrino, Rfi.
Fra i partner aderenti all’iniziativa ACSI Alessandria, Alexala, ASD Veloce Club Tortonese Serse Coppi, ASD Oltre Agorà, APS Colli. Ass. Amici dell’Abbazia di Rivalta Scrivia, Ass. Arcangelo, Ass. Arteventi. Ass. Amici di Castelli Aperti, CAI Alessandria, Conferesercenti Alessandria, Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. Distretto del Novese, FCI, Museo Apicoltura Maglietto, Museo dei Campionissimi. UISP e le Proloco di Voltaggio, Pratolungo, Serravalle, Arquata e Carrosio.
Fra gli sponsor tecnici invece figurano Allways Langhe e Roero, Amaretti Traverso. Antico Forno Ponta, Arco Sport, Associazione Strada dei Vini e dei Sapori tortonesi, Azienda Agricola Ravera, Consorzio di Tutela del Gavi, Consorzio le Botteghe di Arquata, Giovannilfornaio, La Bollina. Macelleria Bertelli Agostino. Ordine dei Cavalieri del Raviolo del Gavi, Pasticceria Vicario, Spaccio Quaglia &. co, SportRage, Tre Colli e McArthurGlen.