Cargo mamma per pigrizia, Fridabike in arte è Antonella Pesenti nella vita ha scelto di vivere la sua vita familiare su una bicicletta. Ma non una due ruote qualsiasi, una cargo bike, capace di trasportare prole, spesa, borse, animali e tanto altro. Da qui la sua idea di mettersi in proprio, di trasformare la sua passione per la bici cittadina, in un vero e proprio laboratorio d’artigianato di cargo bikes. E non solo.
Cosa vuol dire essere una cargo mamma?
La Cargo mamma è una mamma con una ruota in più, a cui non piace molto stare in casa; una mamma indipendente, che canta mentre pedala, senza orari e i cui programmi vengono sempre sfalsati dai desideri dei suoi bambini. Io sono così, allegramente imperfetta.
Senza Cargo Bike non so come avrei fatto a gestire la nostra vita.
Di fronte al tuo stile di vita come reagiscono le altre mamme?
Mi fanno i complimenti come se fossi la paladina delle mamme “eco-friendly”. In realtà la mia non è una scelta etica, non è un sacrificio in nome di un’ideologia, semplicemente mi sembra stupido portare i bambini in automobile in giro per la città.
Per permettermi una macchina dovrei lavorare di più e stare meno con i miei figli e poi dovrei svegliarmi prima al mattino per riuscire a trovare parcheggio, ma chi me lo fa fare? Da persona pigra vi assicuro che è molto meno faticoso pedalare un pochino che lavorare più ore per pagare l’auto.
Poi, da imprenditrice di te stessa ti sei inventata anche stilista per piccoli ciclisti urbani. Com’è nato questo progetto?
La “colpa” di tutto sono i miei bambini, tutte le mie invenzioni sono nate per colmare i buchi che lasciava il mercato: una bicicletta per portare tre persone, vestitini alla moda da mettere in asciugatrice.
Dietro tutto questo non c’è una strategia di marketing, purtroppo per me non ne sarei capace, è solo voglia personalizzare tutto ciò che mi circonda; evidentemente questi due bimbi sono venuti al mondo per ispirarmi. E come fosse la cosa più naturale del mondo ho unito il ciclismo urbano all’abbigliamento, è nata così una linea di vestiti comodi, ma eleganti con bordi catarifrangenti per piccoli ciclisti.
Ti sposti in bici, lavori con la bici e hai aperto piccoli negozi ambulanti sempre in bici. Come ti è venuta in mente?
Produco capi d’abbigliamento per bambino e nella vita non ho mai avuto l’automobile, per forza avrei dovuto raggiungere l’evento o la fiera con la Cargo Bike che uso per trasportare i miei bambini. Così ho deciso di prendere una delle biciclette del mio Laboratorio e di allestirla in negozio ambulante ad hoc per i miei prodotti, un po’ come sta succedendo con gli Ape per lo Street Food.
Con questa soluzione ho risolto tutti i problemi di trasporto e una volta rientrata in negozio la Cargo Bike così allestita viene usata come espositore. Molto pratico e anche molto scenografico: devo confessare che vendere su Cargo Bike attira molti più clienti.
Chi sono i tuoi clienti? Donne, uomini, giovani, stranieri dcc…
Sono tutte persone con un problema che li accomuna: la logistica quotidiana. Nella maggior parte dei casi si tratta di genitori che hanno due o tre figli, magari gemelli, cani o tutte queste cose insieme. Qualche aspirante commerciante su bicicletta o messenger.
Ultimamente capitano nel mio negozio genitori di bambini che, per vari problemi, non potranno mai andare in bicicletta autonomamente e, provando una delle mie bici, riscoprono l’emozione di essere trasportati in bicicletta dopo molti anni o per la prima volta. Immagino che per loro sia come volare. Non ci dovrebbero mai essere scuse per non andare in bicicletta.
Quale sarà il prossimo passo di Fridabike?
Mi piacerebbe occuparmi della progettazione, vendere non è nella mia natura. Il mercato ha molte esigenze e, spesse volte, in commercio non esistono le soluzioni. Chi fabbrica biciclette tradizionali non sempre è adeguato a progettare Cargo Bike perché in Italia il mercato è stato fermo per molti anni mentre all’estero sono stati fatti molti progressi. Sarebbe interessante unire l’esperienza dei paesi Nord-Europei con il design e il gusto italiano.
Fridabike in tre parole
One Less Car