Cosa troverai in questo articolo:
Una giornata in bicicletta in Valtellina, alla portata di tutta la famiglia
Aprica: una montagna di emozioni…
Questo è il claim, in gergo pubblicitario così si chiama, la frase che accompagna tutti gli annunci che riguardano l’Aprica. Dopo aver trascorso una giornata pedalando, camminando e assaggiando quanto questo lembo di Valtellina offre, devo riconoscere che è assolutamente indovinato!
Ma partiamo dall’inizio,
la mia giornata comincia con una abbondante colazione all’hotel Serenella,
gestito da Alessandro Plona, che oltre a essere un bravissimo albergatore, è anche un grandissimo mtb biker, tanto da aver partecipato alla Mongolian bike marathon.
Alle 9 ho appuntamento con i due angeli custodi, il TATO e l’ALCE,
questi i soprannomi dei miei accompagnatori. Il primo, 29 anni, maestro di sci in inverno e guida di MTB in estate, in entrambe i casi sempre con i bambini. Il secondo, 69 anni, finanziere in pensione, maestro di sci e di MTB, queste montagne le ha percorse in lungo e in largo per fermare i contrabbandieri che portavano di tutto dalla Svizzera, diventando meglio di un GPS.
La nostra meta è la Riserva Naturale di Pian di Gembro, una antica torbiera
a circa 5 km dal nostro punto d’incontro.
Si parte dai 1181 metri dell’Aprica per salire con una strada secondaria poco trafficata, ai 1350 metri del piano,
il tutto percorrendo circa 4 km di strada asfaltata e malgrado qualche tornante, con pendenza non troppo impegnative. Arrivando si incontra il ristoro Betulle di Roberta , ottimo posto tappa per un buon caffè o se volete pranzare al ritorno.
La Roby, vive qui tutto l’anno e potrà raccontarvi tutte le bellezze di questo posto,
con l’enfasi e la sensibilità di chi queste montagne le ama davvero. Riprendendo a pedalare, potrebbe succedervi di essere accompagnati da Lucky, il cane di Roberta, se gli state simpatici o se siete in compagnia del Tato che lo conosce bene, vedrete che è una buona compagnia.
Appena arrivati al piano, sembra di essere catapultati in un solo istante in una di quelle praterie che si vedono nei film americani e che tanto ci piacciono. L’occhio corre all’infinito, tra alberi e montagne impervie e innevate, con il ruscello dall’acqua purissima, che scorre sotto il ponticello di legno. Un paradiso!!! A risvegliarci dal sogno americano, ci pensa …. che con il suo allegro abbaiare, sembra dirci che è solo l’inizio, che si, è bellissimo, ma c’è di meglio, basta seguirlo.
Da questo punto in avanti, il
percorso ad anello intorno alla torbiera, è praticamente in piano,
salvo una piccola salita pedalabile tranquillamente da tutti,bambini compresi, e due piccoli “strappi”, come si dice in gergo ciclistico, di qualche decina di metri.
La torbiera formatasi 10.000 anni fa dopo l’ultima glaciazione, ospita specie rare di flora e fauna.
Presso l’occhio della torbiera, il punto centrale,
è possibile visitare gratuitamente, l’aula didattica
all’interno della quale vi sono alcune teche che ospitano specie animali e vegetali tipiche degli ambienti umidi quali: piante carnivore, insetti, rane, rospi, salamandre e tritoni. Si avete letto bene, qui sono presenti piante carnivore, non ovviamente quelle grandi e famose che vedevamo dei film di Tarzan degli anni 70, ma minuscole piantine, simili al muschio, che potrete vedere “all’opera” sempre all’aula didattica. Durante il periodo estivo, l’aula è aperta al pubblico con l’opportunità di partecipare a numerose e diversificate visite guidate nella Riserva.
Dopo la visita all’aula e al pontile che porta proprio al centro dello specchio d’acqua, si riprende a pedalare ammirando il paesaggio, rilassandosi e godendo di questo piccolo gioiello, ancora poco conosciuto.
Al termine della torbiera, si arriva alla fine di questo altipiano
e davanti a noi, su un balcone naturale, la vista corre ad ammirare tutta la media e bassa Valtellina. Da questo punto è possibile guardare il panorama che va da Grosio, appena sotto di noi, fino a Chiavenna, all’inizio della valle sul lago.
L’ALCE e il TATO, mi indicano tutti i percorsi sia in bici che a piedi,
che da qui si possono intravedere tracciati sulle montagne, e sono davvero tanti. Per ognuno di loro Alcide, ha un aneddoto, un ricordo legato a qualcuna delle tante operazioni che nei 50 anni di servizio nella Guardia di Finanza su quei tragitti ha svolto. Ascoltarlo è rivivere un po’ la nostra storia, rivivere momenti che ormai in tempi di globalizzazione, di internet, sembrano assurdi, ma che hanno segnato la storia di questi posti. La nostra guida a quattro zampe ci richiama all’ordine e recuperando le nostre mtb, lo seguiamo per continuare il nostro giro. Da qui, inizia la salita, molto tranquilla, che ci porta a due locali, che possono essere ottimi punti per il pranzo. Noi decidiamo di proseguire lungo una delle tante strade tagliafuoco che sono tracciate nella zona.
Pedaliamo in mezzo al bosco, guardando alla nostra destra in basso, le case dell’Aprica,
diventata un moderno centro turistico, non solo invernale, ma in grado di soddisfare tutte le esigenze per tutto l’anno degli amanti della montagna. Immersa nel Parco delle Orobie Valtellinesi ospita l’affascinante “Osservatorio Eco-faunistico Alpino” dove, oltre ai numerosi animali appartenenti alla fauna alpina e agli ungulati (cervi,daini ecc ecc) un magnifico esemplare di orso bruno fa bella mostra di se perfettamente inserito nel suo ambiente naturale.
Dopo qualche piccolo trail e i due strappi, brevissimi ma impegnativi (io ad esempio sono sceso e ho spinto un po’ la bici) si ritorna in vista della torbiera. Passandoci accanto vi potrebbe capitare di pedalare avendo la sensazione di dondolare, non spaventatevi, è l’acqua che si infila sotto lo strato erboso e fa da cuscinetto. Rientrati al bar di …. Salutiamo il nostro accompagnatore a 4 zampe e rientriamo all’aprica per la medesima strada da cui siamo saliti.
Sono arrivato in questa valle, con il classico stereotipo in mente di Valtellina uguale sci, sono ripartito con la certezza che tornerò sempre più spesso per divertirmi e rilassarmi, in compagnia di persone che ormai considero amici, per scoprire con loro altri percorsi, altre storie e perché no, altri posti dove mangiare e bere bene, tutto a sole due ore da Milano.
Reportage di Giordano Roverato
per tutte le info: Valtellina Turismo e Pian di Gembro