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Il fondello cucito all’interno dei pantaloni da ciclismo è essenziale per assicurare una pedalata comoda, sicura e per evitare problemi anche seri, sia in termini di appoggio che di epidermide.
L’industria di settore negli ultimi anni ha fatto passi da gigante per migliorare qualità e caratteristiche di questo accessorio. Dettagli apparentemente piccoli ma importanti differenziano un modello dall’altro, tenerne conto è molto più importante rispetto a tanti altri aspetti dell’abbigliamento cui invece si tende ad assegnare la priorità. Eventuali errori, in questo caso, si pagano sotto forma di arrossamenti, foruncoli o frizioni che presto diventano dolori insopportabili e costringono a interrompere l’attività.
Ecco allora come deve essere il giusto fondello in base alla taglia, in base alla disciplina praticata, in base alla anatomia corporea, in base al livello di pratica, e ovviamente in base al sesso.
La taglia giusta, prima di tutto
La misura del fondello va di pari passo con la taglia del pantalone; per misura del fondello in questo caso ci riferiamo al suo sviluppo perimetrale, visto che spessore e caratteristiche dei materiali che lo compongono riguardano solo le differenza tra i vari modelli di fondello, non certo tra le taglie.
In questo senso, l’area destinata a interfacciare la pelle deve essere definita: né troppo piccola ne troppo grande. In genere sono i pantaloni (e di conseguenza i fondelli) troppo grandi a generare maggiori problemi, perché materiale in più significa pieghe dei tessuti, lembi superflui che si traducono in maggiori possibilità di frizioni con la pelle.
Per individuare la taglia giusta i vari marchi hanno spesso delle tabelle di riferimento con cui è difficile sbagliare. In ogni caso, nel caso in cui si abbia la possibilità di provarlo, il pantaloncino da ciclista deve rimanere molto aderente e fasciante addosso, quasi essere “scomodo” alla prima prova, ancora una volta perché il rischio da evitare, quando si pedala, è quello di frizioni causate da eccesso di materiali che in questa fattispecie sono anche molto elastici, quindi hanno una elevata estensibilità.
Ad ogni disciplina il suo fondello?
Un fondello progettato per la mtb può essere diverso da uno designato al ciclismo su strada, così come il fondello cucito su un pantalone da cicloturismo sarà per forza differente da uno per le gare a cronometro.
La conferma di quanto questo sia vero ce lo danno i fondelli differenti utilizzati sui pantaloni destinati alle varie discipline. In realtà le differenze di questo tenore sono senza dubbio meno importanti rispetto a quanto incide il livello atletico con cui si pratica ciclismo: intendiamo dire che un ciclista evoluto e agonista generalmente privilegia pantaloncini “race”, sui quali i materiali (e gli spessori) sono ridotti al minimo per ottenere le massime prestazioni possibili; al contrario un ciclista “rilassato” farà bene ad orientarsi su un fondello dallo spessore generoso, perché, nonostante in quel modo il suo corpo non “copierà” perfettamente lo scafo della sella, gli spessori maggiori gli garantiranno comunque un comfort duraturo e un’oggettiva maggiore capacità di assorbire le vibrazioni del terreno. Ora, questo discorso vale sia che ci si riferisca all’agonista del ciclismo da strada che ciclista della mountain bike; o se preferite che ci riferisca al cicloturista che i suoi viaggi li fa sui sentieri oppure su strade asfaltate.
Tornando alla domanda fatta sopra, allora, di differenze in base al tipo di disciplina si può parlare, ma più che altro quando si parla di pantaloncini queste riguardano più il taglio dei tessuti, le caratteristiche di questi ultimi e la vestibilità, e non le caratteristiche del fondello.
L’opzione “baggy”
In questo senso esemplare è quel che succede con i cosiddetti pantaloni “baggy”, ossia i pantaloni larghi, che si usano tanto nelle discipline off road: vanno necessariamente accoppiati ad un boxer interno con fondello incorporato, che appunto andrà scelto più in base alle preferenze personali che al tipo di disciplina che si pratica.
Che poi i baggy siano più diffusi nel fuoristrada questo è un altro discorso, ma certo è che nessuno vieta di utilizzarli anche su asfalto, laddove con questo tipo di pantalone si trovino le caratteristiche, il fitina e la vestibilità che si cercano.
Fondelli da uomo e da donna
La differenza tra un pantaloncino da uomo e uno da donna si esprime sia nel taglio del capo, sia nel tipo di fondello, che deve necessariamente corrispondere l’anatomia molto diversa tra i due sessi.
Diversamente da quel che si potrebbe pensare la differenza principale su un fondello da donna non è nelle dimensioni, ma nella diversa struttura e disposizione delle schiume, che devono essere pensate per sostenere la differente tipologia di appoggio che caratterizza il gentil sesso. È vero infatti che le donne hanno un bacino più largo rispetto all’uomo, ma questa maggiore ampiezza è da considerarsi solo in rapporto alla struttura corporea più minuta della donna, non in rapporto con la struttura corporea dell’uomo; quel che cambia sostanzialmente tra uomo e donna, invece, è l’angolo pubico più ampio nelle donne, che di conseguenza porta a concentrare il punto di pressione nell’area del pube piuttosto che sulle ossa ischiatiche (come più succede nell’uomo). I fondelli specifici da donna sono per questo progettati per impedire una pressione eccessiva in quella zona.
Non da ultimo, un fondello da donna deve anche tenere conto della diversa morfologia dei genitali femminili esterni, proteggendoli da sfregamenti che sono evidentemente diversi da quelli cui sono sottoposti i genitali maschili, e i fondelli a questi dedicati.
Fondelli senza memoria
Un ragionamento piuttosto intuitivo porterebbe a pensare che, maggiore è lo spessore del fondello maggiori sono le sue caratteristiche di comfort, le sue capacità di assorbire le vibrazioni, pur se come abbiamo visto a scapito delle prestazioni.
Le cose oggi non stanno esattamente così: la tecnologia applicata sulle schiume che formano l’imbottitura del fondello forniscono oggi soluzioni che permettono di modulare il grado di compressione in base alle specifiche aree del fondello, che inoltre accoppiano schiume di differente densità e quindi garantiscono caratteristiche ad-hoc in base al punto in cui questi materiali sono collocati.
Le migliori schiume utilizzate sui fondelli odierni, inoltre, non hanno “memoria”, ossia possono garantire livelli di compressione variabili ma allo stesso tempo tornano esattamente alla foggia iniziale dopo essere stati usati, assicurando così le caratteristiche originarie a lungo nel tempo.
Cosa c’è oltre lo spessore
Oltre il “semplice” spessore, quindi, di un fondello dovremo tenere in considerazioni aspetti altrettanto importanti: il primo di questi è la qualità e la tecnologia con cui viene cucito al tessuto elastico sottostante, quasi sempre della Lycra.
In questo senso pantaloncini di bassa gamma sono anche quelli che utilizzano cuciture di scarsa qualità, che per questo degradano presto nel tempo causando non pochi problemi alla pelle.
Su un pantaloncino d’alta gamma questo non succede anche dopo un uso (e lavaggi) prolungati; inoltre su alcuni modelli l’accoppiamento tra fondello e Lycra è progettato per consentire al fondello di seguire anatomicamente l’anatomia corporea anche quando si pedala in fuorisella, situazione nella quale il fondello non creerà fastidiosi piegamenti, e quindi frizioni sulla pelle.
I miglior fondelli devono inoltre essere realizzati con materiali e tecnologie che consentano massima libertà nelle zone genitali e che assicurino inoltre la massima aerazione possibile, visto che la parte gentile e del baso addome sono le meno areate nello sport della bicicletta, per questo molto esposte al surriscaldamento.