In bicicletta lungo la ciclabile della Drava (I)
prima tappa – Sachsenburg / Spittal an der Drau
distanza: 28 km
dislivello in ascesa: 154 m
fondo stradale: pista ciclabile asfaltata
Che il turismo sostenibile sia in espansione è un dato di fatto. Un’industria in ascesa lenta ma costante, in netta contrapposizione con l’industria automobilistica e con le grandi rotte di turismo tradizionale. Ma questo processo parte tanto da una base culturale quanto da una volontà politica e istituzionale di creare le condizioni ideali per il cicloturismo: per esempio in Austria questa volontà è radicata assieme a una cultura della bicicletta che negli anni è diventata quasi iconica, e questi investimenti, oltre a ripagare sotto tanti aspetti, sono alla base di quei “paradisi a pedali” di cui tanto ci si riempie la bocca quando si dice che l’Italia non è un paese per ciclisti.
La Carinzia, meta del nostro viaggio, è una terra di confine: una manciata di vallate utilizzate dai romani come stazione di scambio e contese nella storia da vari Stati, dal Sacro Romano Impero agli Asburgo, dal fronte italiano/austriaco della Grande Guerra fino ai tentativi di annessione jugoslava nel secolo appena passato. E come tutti gli stati di confine presenta le sue peculiarità: minoranze linguistiche, comunità dall’identità marcata e un paesaggio inconfondibile.
Il lungo solco scavato con pazienza dal fiume Drava ha ricavato una nicchia preziosa e inestimabile, fatta di specchi d’acqua cristallina e foreste interminabili, e soprattutto la sua orografia possiede una qualità che la rende perfetta per iniziare l’insana pratica del cicloturismo: ha strade pianeggianti in mezzo alle montagne. In altre parole, panorami in diagonale e nessuna fatica da pendenze.
Oltretutto, un apparato del genere demolisce il cliché del cicloturista come anarchico avventuriero solitario, indipendente cultore del fai-da-te, offrendo la semplicità e gli agi di strutture ricettive accoglienti e organizzate insieme al contatto con la natura e all’attività fisica. E – detto da uno che ama dormire in tenda e pianificarsi i viaggi da solo – bisogna ammettere che ogni tanto il relax di un letto comodo o di attrezzature qualificate lungo la strada è davvero piacevole.
La Drauradweg, o Ciclabile della Drava, è un percorso che in 366 km attraversa tre stati e luoghi da fiaba: il suo inizio è in prossimità delle sorgenti del fiume nei pressi di Dobbiaco in Italia, e assieme al fiume cresce e passa la sua adolescenza tra i laghi dell’Austria meridionale, fino ad approdare alla maturità in territorio sloveno a Marburgo. Segnalata da indicazioni scrupolose e costanti e da una rete convenzionata di strutture bike-friendly, ha un sito ufficiale dedicato ricco di informazioni di qualsiasi tipo per pianificare una vacanza.
Il nostro itinerario parte da Sachsenburg, borgo ricco di storia e intriso del verde prepotente degli abeti. Qui le acque della Drava sono ancora chiare, un colore indefinibile tra il celeste e il grigio, eredità ancora fresca (molto fresca) dei ghiacciai alle sorgenti, e chi volesse alternare alle pedalate una rilassante gita in canoa ha a pochi km il Fit&Fun dove è possibile fare canoa, parapendio, canyoning, rafting, nordic walking e molte altre belle attività che terminano in -ing.
Qui pedalare è considerata un’attività così normale che la prima sensazione è quella di far parte di un tutto, un’armonia pacifica che di rado supera i 25 km orari. Ne sa qualcosa Frederick Penker, punto di riferimento della zona della Drauradweg Wirte, una rete di strutture convenzionate che offrono convenzioni e facilitazioni per cicloturisti, dal parcheggio al noleggio, dalle riparazioni alle informazioni, fino alla possibilità di usare bagni e acqua potabile e di far asciugare i propri indumenti a titolo gratuito. Uno di queste “oasi” è proprio a Sachsenburg, la Gasthof Zum Goldenes Rössl, una tipica locanda in legno dotata di ogni comfort e di una squisita cucina locale, che unisce il folklore della semplicità montana alle comodità date dalle tre stelle.
Come già detto, il percorso di questa prima tappa è praticamente tutto in pianura: attraversiamo valli incontaminate mentre le forme eleganti dei monti ci abbracciano l’orizzonte, interrotte solo da maestosi castelli; la ciclabile scorre parallela ai suoi due vecchi amici di sempre, la ferrovia e il fiume. Anche se il percorso è tutto asfaltato alla maniera austriaca (traduzione: neanche l’ombra di una buca o di un dissesto) e qualsiasi bici è adatta a questo percorso, le trekking bike si rivelano particolarmente adatte e alla portata di chiunque, famiglie con bambini compresi.
Le aree di ristoro e di sosta sono infatti molto frequenti, e il fiore all’occhiello della regione sono i Buschenschanker, qualcosa di molto simile ai nostri agriturismi. Ciascuno di essi porta il cognome della famiglia che lo gestisce, e sono contrassegnati da un mazzo di fiori all’ingresso che sta a indicare che il posto è aperto.
Giunti a Spittal an der Drau, vale la pena proseguire ancora per qualche chilometro e fare una sosta al Buschenschank Egger , che offre prodotti genuini di produzione diretta. Ci spiegano che per delle limitazioni legislative devono osservare dei periodi di chiusura e apertura obbligati durante l’anno, e che non possono vendere alimenti che non siano prodotti da loro: non che manchi la scelta, tra pane, salumi, formaggi, frutta, uova, reindling, succo di sambuco, lampone e mele e deliziose grappe fatte in casa, ma questo garantisce la genuinità regionale del prodotto.
Ovviamente, tra le deliziose e coloratissime decorazioni salta subito all’occhio una bicicletta stilizzata con la scritta Wilkommen: il posto è infatti dotato di una rastrelliera, il necessario per piccole riparazioni e offre numerose convenzioni con noleggi bici e tour.
“Qui non arrivano tanti italiani”, ci dicono. Pare proprio che siamo pigri, e che ci fermiamo ai primi km di ciclabile come se avessimo paura a mettere troppo fuori il naso dai confini. Perdendoci deli posticini alla Hansel e Gretel nascoste proprio lì dietro l’angolo.
Proseguiamo quindi il nostro giro a passo tranquillo, tra l’odore di pino e quello di concime, tra le sculture di legno dipinto e i fiori ai balconi delle baite, cullati dal gorgoglio delle acque della Liese, affluente della Drava che spacca in due la bella cittadina di Spittal, ottima meta di riposo dopo una giornata di sport e divertimento.
Reportage e foto di Claudio Mancini