Dal Pakistan alla Cina in bicicletta l’impresa di Massimo Franzosi
Il viaggio di Massimo Franzosi, impiegato torinese, è dell’estate 2014, con Emy.
Hanno percorso in tandem di 1047 km senza alcun appoggio logistico lungo la Karakorum Highway dal Pakistan alla Cina.
In due puntate, pubblicheremo il loro bellissimo diario di viaggio e le foto.
04/08/2014 Islamabad: Atterriamo ad Islamabad alle 4 di mattina ed il Pakistan ci accoglie con un “caloroso” benvenuto, ci sono già 36°! Qualche ora di sonno e subito rimontiamo il tandem. Tutto bene, non era scontato, in altre occasioni avevamo avuto seri danni. Nel pomeriggio ci immergiamo nel caotico e caleidoscopio mercato di Rawalpindi [da fare]. Il traffico ha una sola regola chi suona più forte può superare dove vuole.Cena veloce e sveniamo nel letto.
05/08/2014 Chattar Plain: Raggiungiamo Manshwra in auto
così da evitare un centinaio di chilometri di superstrada molto trafficata. É già mezzogiorno e il buon senso direbbe di fermarsi ma vogliamo fare qualche chilometro ed inforchiamo la bici. La strada si fa subito impegnativa e ci sono ben 42°! Dopo poche centinaia di metri ci ferma la polizia, secondo loro non ci sono le condizioni di sicurezza per proseguire da soli così ci impongono la presenza di una scorta che ci seguirà lungo la parte “non sicura”. Siamo avviliti perché ci vincola nella libertà e nel contatto con le persone; questo non ci voleva! Il primo alberghetto dista ancora 50 km decidiamo di proseguire poi si vedrà. Gli eucalipti pian piano….molto piano, lasciano spazio ai pini e anche il traffico si dirada. A quota 1.800 mt raggiungiamo finalmente il nostro albergo o meglio il nostro fatiscente giaciglio.
06/08/2014 Besham: Oggi la giornata non doveva essere faticosa, poco dislivello e ragionevoli chilometri. Ma dopo aver percorso poche centinaia di metri ecco che l’asfalto si trasforma in pista battuta con ciottoli affioranti, sembra di pedalare nel letto di fiume. La velocità diminuisce il tandem sembra doversi sfasciare da un momento all’altro. Lungo la strada strombazzanti veicoli carichi di uomini e di merci ci salutano, in molti si fermano per fotografarci. La polizia ci segue e alle volte ci affiancano chiedendoci se abbiamo problemi; vorrei vedere loro pedalare con un “tir a pedali” da altre 52 kg. a 43 gradi !!!”. Non ci demoralizziamo e arranchiamo. Giunti a destinazione scopro che la forcella ha perso parte dell’aria e va a fine corsa, non ho strumenti adeguati e con un tentativo maldestro faccio fuoriuscire quel poco di aria che era rimasta, sono nel panico, forcella a terra. Con l’aiuto di alcuni locali realizziamo una sorta di “elastomero” con tubi di un radiatore presi dalla spazzatura, la vedo dura!
Gran cena con pollo e riso e poi andiamo a dormire, in sauna!
07/08/2014 Dasu: Pedaliamo sempre ad una quota intorno ai 1.200 mt
su continui saliscendi che se non fosse per il caldo permetterebbero un buon recupero. Siamo nella zona dell’Indus Kohistan, forse l’area più fondamentalista del Pakistan ed infatti attraversiamo villaggi molto poveri dove non si vede neanche una donna. La scorta qui sembra indispensabile. Anche noi ci adeguiamo e quando ci fermiamo presso i villaggi, indossiamo subito i pantaloni lunghi ed una camicia.
08/08/2014 Chilas: Oggi avremmo dovuto percorrere solo una sessantina di chilometri, ma giunti a Shatial la polizia ci invita a proseguire perché non vi sono strutture che ci possano ospitare e non possiamo piantare la tenda, così dobbiamo fare altri 60 km sino a Chilas. Oggi raggiungiamo il record di 53 gradi, sino a quando si pedala sono sopportabili ma guai fermarsi é un suicidio! La giornata si complica con la rottura di un raggio ma siamo attrezzati; anche il tandem subisce gli effetti di una temperatura estrema.
In serata entriamo nella regione di Gilgit e la polizia finalmente ci lascia soli….oggi é stata dura sia per noi che per il mezzo, siamo ancora più umili ed incerti sulla riuscita del nostro Viaggio.