Un tour in bicicletta di tre giorni, lungo uno dei fiumi italiani l’Adda, che da Tirano in Valtellina, porta a Cassano d’Adda, alle porte di Milano.
Nel corso di tre giorni di tiepido autunno, abbiamo pedalato lungo il corso dell’Adda, percorrendo, nei primi due, il “Sentiero Valtellina” da Tirano a Colico e il terzo giorno il tratto da Calolziocorte a Cassano d’Adda.
Primo giorno
Raggiungiamo in treno Tirano, situata nel punto più stretto della Valtellina; la cittadina è adagiata sul fondovalle ed è attraversata nel centro dal fiume Adda. Nella storia ha assunto un ruolo molto importante come crocevia d’incontro tra genti diverse per tradizioni, cultura e religione.
Da Tirano parte il “Bernina Express”, che in tre ore la collega a St. Moritz, con le carrozze rosso fiammeggiante della ferrovia retica.
Terminiamo la mattinata con una visita alla città: al palazzo Salis, costruito fra il 1600 e il 1690, che fu dimora della nobile famiglia Salis von Zizers, governatori e podestà grigioni della Valtellina, e alla Basilica della Madonna di Tirano, dove la Madonna apparve nel 1504.
Nel pomeriggio pedaliamo per circa 30 Km lungo il “Sentiero Valtellina”, da Tirano fino a Sondrio. Il percorso è in leggera discesa, di solito asfaltato e buona parte protetto; pedalando con ritmo lento e con frequenti soste, possiamo ammirare, dal fondo valle, i borghi storici con castelli, chiese e palazzi ai lati della valle.
A Tresivio, svetta a metà collina un grande santuario, che è uno dei punti di riferimento per tutti i Valtellinesi, il Santuario della Santa Casa.
Giunti a Sondrio, che si trova alla confluenza tra l’Adda ed il torrente Mallero, nel punto più ampio della Valtellina, dopo una cena a base di piatti tipici valtellinesi (gli sciatt, i pizzoccheri, la polenta taragna), ci fermiamo per la notte. In totale abbiamo percorso circa 30 Km.
Secondo giorno
Riprendiamo il “sentiero Valtellina” che, nel primo tratto, è fiancheggiato dalla fitta vegetazione che cresce ai margini dell’Adda ed è dotato di numerose aree di sosta.
Il percorso è pianeggiante, spesso protetto, con frequenti accessi laterali che permettono di raggiungere i paesini lungo la valle. Superata la frazione Sirta (Forcola), dobbiamo però percorrere, per un breve tratto, molto trafficato e pericoloso, la strada statale 38
del Passo Stelvio. Per evitare di proseguire ulteriormente lungo questa strada, raggiungiamo, spingendo la bicicletta per una ripida mulattiera, il paesino di Desco (frazione di Morbegno), per poi scendere a picco verso Paniga.
A Talamona ci fermiamo per pranzo; riprendiamo poi il “Sentiero Valtellina” che, nell’attraversamento di Morbegno sino a Cosio Valtellina, non ci è facile seguire.
Da Cosio proseguiamo: la pista è in parte sterrata, ma ben pedalabile, mentre un forte vento contrario ci accompagna per gli ultimi circa 18 Km, sino a Colico, sul lago di Como.
Giunti in riva al lago, ormai al tramonto, troviamo un brulicare di barche a vela ed aquiloni. Da Colico ci spostiamo in treno nel lato sud del lago di Como, a Calolziocorte, non essendoci modo di continuare in sicurezza con la bicicletta. Ci fermiamo per la notte in un hotel situato in un edificio storico risalente al XII sec., adiacente al Santuario di “S. Maria del Lavello”. In totale oggi abbiamo pedalato per quasi 60 chilometri.
Terzo giorno
Dalla località Lavello, ci dirigiamo verso nord lungo la sinistra orografica del fiume Adda, seguendo il percorso ciclopedonale che raggiunge l’area della diga di Olginate. Qui ci immettiamo sulla ciclabile che arriva da Lecco; raggiungiamo Brivio, grazioso paesino sulla sponda del fiume, con sullo sfondo i monti orobici lecchesi e bergamaschi. Continuiamo poi verso Imbersago, dove troviamo il “Traghetto di Leonardo”, un particolare tipo di traghetto a mano che prende il nome dal suo presunto inventore, Leonardo da Vinci.
L’unico esemplare tuttora funzionante unisce i moli di Imbersago (Lecco) e Villa d’Adda (Bergamo). Il fondo della pista è in molti punti sconnesso, per il cattivo stato di manutenzione.
Dopo poco, a Paderno d’Adda, vediamo in alto il ponte di ferro del 1889, e poi, lungo il fiume, incontriamo la Centrale Bertini (1898), la Centrale Esterle (1914) e la Centrale Taccani (1906).
Alle rapide dell’Adda ci fermiamo per ammirare le rocce dove Leonardo ambientò il celebre dipinto “La Vergine delle Rocce”.
Continuando verso sud incontriamo prima Vaprio d’Adda, dove possiamo osservare la villa Melzi, affacciata sull’Adda, la villa residenziale, che ospitò, tra il 1511 e il 1513, Leonardo da Vinci, e poi Groppello dove, sulla sponda destra del Naviglio Martesana, si trova un’imponente ruota idraulica (in dialetto chiamata rudun, ruotone) che si dice sia stata progettata da Leonardo.
Attraversato Cassano d’Adda, dopo un breve tragitto, giungiamo alla stazione ferroviaria, e in treno rientriamo a Torino. In totale oggi poco più di 50 chilometri.
Reportage di Mario Titli – (mailto: mariopedala@gmail.com)
Fiab Torino Bici & Dintorni
Per altri dettagli: https://picasaweb.google.com/mariopedala/LungoLAddaDaTiranoACassano