Il tour delle colline pescaresi [roadbike]
distanza: 85 km
dislivello in ascesa: 1182 m
fondo stradale: strada provinciale asfaltata
partenza e ritorno: Pescara ponte del mare
tour organizzato da Bikelife
Il giro è un anello su strada di 85 km, un tour delle alture attorno al capoluogo dannunziano alla scoperta dei suoi colori, odori e soprattutto sapori.
E io, cicloviaggiatore poco avvezzo e quasi refrattario alla tecnica degli sportivi, io che ho provato due bici in carbonio in vita mia compresa questa, tento invano di mescolarmi alla massa di atleti – loro davvero lo sono – malgrado sia l’unico senza attacchi ai pedali e con lo zaino alle spalle per portare la macchina fotografica.
E mi aggiro come un curioso ibrido, dato che mi sento più ciclista di un blogger e meno ciclista di un tutinato. “Ti posso chiedere che SPD ti sei portato, per curiosità?”, mi domandano dall’organizzazione. “Guarda, ti devo deludere, io impersono l’anti-tecnica: ho dietro un paio di pedali che di solito monto sulla mia bici da corsa d’epoca, che avrà 35 anni, e una chiave 15”. Leggo la leggera delusione nel suo cenno di assenso, ma tant’è.
Con noi pedalano campioni del calibro di Paolo Savoldelli, due volte campione del Giro d’Italia e oggi commentatore su Bike Channel, e Jonathan Ciavattella, affermato atleta triathlon e Iron man, ma anche molti altri (Rodolfo Massi, Michele Scarpone, Dario Cataldo, Palmiro, Andrea e Simone Masciarelli…).
E loro sì, sono capaci di mescolarsi con naturalezza e umiltà ai ciclisti della domenica e agli sportivi dilettantistici: la classe la vedi dalla mancanza di ostentazione.
L’uscita da Pescara viene guadagnata attraverso la ciclabile sul lungomare, con passo cauto. Sulle prime strade extraurbane, qualche sporadico colpo di clackson reclama un diritto tanto irrazionale quanto ingiustificato, quello della legge della giungla: sono più veloce, quindi la strada mi appartiene. Procediamo con serena indifferenza ai nostri 30 all’ora, sorridendo al pensiero di come quei preziosi secondi che abbiamo fatto loro perdere si confonderanno con le ore che perderanno nel traffico poco più avanti.
Il gruppo, composto da più di cento ciclisti, si raggruma, decompone e ricompatta seguendo armonie momentanee, coi piccoli gesti di chi è abituato a sentirsi parte di un tutto: buca, macchina, svolta a sinistra, dai strada. La massa in movimento disegna forme in continua evoluzione nella serpentina delle strade, il carbonio urla di libertà nella brezza adriatica, i copertoncini lo assistono fedelmente, scivolando senza attriti sull’asfalto.
Prima sosta dopo circa 30 km, ci si ferma alla Cantina San Lorenzo per un primo spuntino a base di bruschette e vino. Sono le undici circa, e l’Abruzzo forte e gentile non tarda a farsi sentire. Rotondo e corposo, il rosso scende in gola e restituisce al fisico quella vitalità persa con lo sforzo.
Un bicchiere di Montepulciano ha infatti il potere di modificare l’orografia regionale; due sono in grado di trasformare una salita in quieto falsopiano, dai tre in su qualsiasi pendenza si trasfigura in discesa, e la leggera ebbrezza tannica si mescola alle endorfine.
E le colline pescaresi si concedono con mitezza, saliscendi appena percettibili, poi la salita di Penne, leggera e costante, scandita dallo sguardo indulgente e solenne del Gran Sasso, che assieme alla sua sposa Maiella mostra la sua silhouette come un cenno d’assenso.
Poi, senza preavviso, la salita chiede il conto.
Lo strappo per guadagnare la quota di Pianella si fa sentire, specie al ritmo ingranato dagli sportivi, e fatico un po’ per mantenere la testa del gruppo. Ma è solo un attimo, e dietro la curva appare subito l’Agriturismo B&B “Dimora Antica Pianella”, pronto ad accoglierci per il secondo ristoro.
Meno male, la faccia è salva, chissà se e quanto avrei resistito ancora a quel ritmo.
I gustosi formaggi abruzzesi ci fanno compagnia nell’oretta di pausa, assieme alle verdure grigliate e a nuovi bicchieri di vino.
A questo punto, gli ultimi 30 km di pianura di ritorno, attraverso Spoltore fino al centro di Pescara, sfilano via come una parata di maglie colorate.
Cedo a malincuore la Scott, smontandole i pedali che riporterò a casa dalla mia gloriosa Iacona d’acciaio, e dopo una rinfrescata ci troviamo al Circolo Aternino, proprio a lato della casa natale di Gabriele d’Annunzio, per una tavola rotonda e quattro chiacchiere dove scambiare impressioni e opinioni sulla pedalata.
A moderare il dibattito, Alessandro Ricci di “Borracce di poesia” , progetto ciclo-poetico di aforismi in rima a tema due ruote: mi avvicino chiedendo se sia lui ad avere attaccato il suo adesivo sul cartello del valico appenninico di Passo Godi accanto a quello del mio blog ( www.abbondantiedozzinali.it ), e immediatamente scopriamo di essere passati negli stessi posti durante viaggi passati. In cima ai monti o lungo la Strada, c’è sempre una traccia di chi è come te, in cui riconoscersi o specchiarsi. Ed è subito fratellanza.
Dibattito su opportunità del cicloturismo
Presenti all’incontro anche i campioni Paolo Savoldelli e Rodolfo Massi, nonché Chiara Tulli, Assessore al Turismo del Comune di Spoltore, e alcuni tour operator italiani (Giro Libero), norvegesi (Expa.no) e francesi (Fun2Sport.fr). Si è parlato di progetti, idee, suggerimenti e finalmente anche di percezione del cicloturismo come un’opportunità di crescita economica: un mercato che in Europa muove 44 miliardi di euro l’anno, e che in Italia ancora deve fare molta strada per raggiungere la necessaria considerazione. In questo caso, però, pare che ci troviamo perlomeno nella direzione giusta: nello stesso periodo in cui città dal respiro turistico mondiale come Venezia chiudono le porte ai ciclisti, l’Abruzzo e la provincia di Pescara in particolare sono interessati da una serie di opere ancora in fieri che concorreranno alla diffusione della cultura cicloturistica, la Ve.Le. e la Bike to coast sulla Costa dei Trabocchi.
Della prima si parla da tanto, ma i suoi tempi di realizzazione languono principalmente a causa della necessità di coordinare i numerosi comuni sul percorso: si tratta della prima lunga ciclovia italiana, la Venezia/Lecce lungo la dorsale adriatica, e Pescara da questo punto di vista è già a un ottimo livello: per un romano come me, abituato da ciclista urbano a guadagnarsi il suo posto nel traffico a gomitate, devo dire che qui la condotta di guida e le infrastrutture sono decisamente migliori.
Il secondo è invece un tracciato più breve, ma di enorme fascino e interesse storico e letterario: l’ex ferrovia da Francavilla / Ortona / San Vito è stata dismessa, e il manto sassoso su cui una volta poggiavano le rotaie è rimasto a deliziare i mountain biker alla ricerca di sentieri sul promontorio dannunziano, lungo la meravigliosa Costa dei Trabocchi.delimitato che andrà di fatto a far parte nel primo: un percorso lungo la ex ferrovia del litorale abruzzese, la meravigliosa Costa dei Trabocchi, tra cielo, bosco e mare.
E se è difficile coordinare le istituzioni sul territorio, alcuni Comuni sono interessati a iniziative di questo tipo e fanno di tutto per valorizzare le proprio particolarità: il progetto Spoltour, presentato dall’Assessore Tullo, è volto proprio a sensibilizzare l’attenzione su percorsi tematici (natura, gastronomia, cultura) nei cinque borghi del Comune di Spoltore, che abbiamo attraversato tornando verso Pescara.