Un viaggio in bici nelle Marche per riscoprire una terra meravigliosa a pochi mesi dal terremoto e tracciare nuovi itinerari (ciclo)turistici.
Diario del secondo giorno. 16 dicembre 2016 Oggi “Jemo! – La ruota non trema mai” è passato attraverso alcuni dei borghi più belli che fanno parte dell’Unione Montana dei Monti Azzurri con l’intento di raccontare alcune realtà locali. In sella alle nostre bici, siamo partiti da Belforte del Chienti e abbiamo attraversato i comuni di Camporotondo, Cessapalombo, Villa, San Ginesio, Ripe di San Ginesio, Sarnano, Monte San Martino e Penna San Giovanni.
Le strade che abbiamo percorso ci hanno mostrato la particolare orografia di questa parte di Marche: continue salite e discese, con pendenze che variano tra il dolce e il più ripido. Gran parte della nostra pedalata si è svolta in prossimità del Parco Nazionale dei Monti Sibillini caratterizzato da una grande varietà di paesaggi e ambienti naturali. Oltre al fascino della natura, le nostre bici ci hanno portato a incontrare alcune realtà nostrane.
A Cessapalombo, in località Contrada Castello, dopo esserci arrampicati per qualche chilometro su una strada bianca, abbiamo raggiunto l’azienda agricola biologica Maurizi Luigino che produce cereali e legumi tipici della regione oltre a confetture preparate con frutta spontanea raccolta dalle colline circostanti. A San Ginesio abbiamo visitato il centro storico, tutto in mattoni rossi.
Questo paese è uno dei borghi più belli d’Italia nonché bandiera arancione. Qui i segni del terremoto sono evidenti: metà abitato è inagibile,
ma tutte le attività si stanno ristabilendo a poco a poco nella parte meno danneggiata del comune.
A pochi passi da San Ginesio, abbiamo conosciuto anche il centro zen e arti meditative Wasabiculture.Un luogo suggestivo, con architetture in stile “giapponese”. La curiosità di questo centro è che, pur trovandosi nella stessa regione colpita dal sisma, la struttura architettonica che lo ospita non ha subito danni.
Come ci ha spiegato Serenella, direttrice del centro, «La struttura è stata costruita in accordo con la natura: al posto del cemento è stata utilizzata pietra mista a calce, due materiali che hanno la proprietà di non amplificare l’onda sismica». Bellissimo anche il borgo di Sarnano, che vanta almeno due grandi peculiarità: le terme e gli impianti di risalita, attivi in inverno. Ma la bellezza della montagna può essere goduta anche in estate, attraverso le più svariate attività sportive outdoor, ciclismo in primis. A poche pedalate da Sarnano abbiamo visitato un’azienda unica nel suo genere: Salumi Monterotti.
L’azienda è nata nel 1970 ed è specializzata nella produzione di salumi derivanti dai suini allevati nelle zone dell’entroterra marchigiano. Gli animali vengono nutriti con cereali selezionati dall’azienda (un dato: mentre l’industria fa crescere un suino in 6 mesi, qui, con i mangimi naturali selezionati dai Monterotti, di mesi ne servono 18!). Inoltre, i salumi vengono stagionati “come una volta”: rimangono appesi il tempo necessario in una sala riscaldata da un fuoco di legna che rimane acceso 24 ore su 24, garantendo la giusta temperatura e grado di umidità. I salumi, oltre alla carne, contengono solo sale o pepe: nessun conservante, nessun additivo.
Un’altra discesa e un’altra salita ci hanno portato fino a Monte San Martino. Qui, l’omonima chiesa titolata al vescovo San Martino conserva quattro preziosissimi polittici, tre dei quali appartengono ai fratelli Crivelli. Giacomo, custode della chiesa e appassionato d’arte, ci ha raccontato che i polittici sono meta di numerosi critici d’arte (tra cui Vittorio Sgarbi), ma anche di personaggi illustri amanti della cultura, come il Principe Carlo d’Inghilterra.
E infine, l’ultima perla del nostro giro: il Teatro Flora, all’interno dell’abitato di Penna San Giovanni. È un teatro costruito in legno, che è stato salvato e recuperato dopo essere stato abbandonato per diversi anni. Non solo il teatro, ma anche Penna San Giovanni merita una visita.
Dalla cima del paese, infatti, è possibile vedere contemporaneamente i Monti Sibillini e il Mare Adriatico.
Reportage di Silla Gambardella