La Toscana ha qualcosa da offrire in tutte le stagioni. Dal 14 Novembre al 6 Dicembre tutti i fine settimana a San Miniato sono dedicati al profumatissimo tartufo. Questa è una buona occasione per conoscere il territorio in bicicletta o a piedi e degustare le prelibatezze di questa meravigliosa terra.
Il territorio comunale di S. Miniato è dotato di una vasta rete di strade secondarie oltre ad una viabilità principale di prim’ordine tra cui la SS 67 e la S.G.C. FI-PI-LI. Quello che però interesserà maggiormente all’escursionista in cerca di paesaggi naturali, di distese boscate, e di ambienti rurali, sono le strade secondarie che un tempo erano utilizzate dai contadini e dai boscaioli e che ancora oggi sono capillarmente diffuse. La caratteristica che però accomuna tutte le strade del settore collinare sono i bellissimi panorami, il territorio incontaminato, i borghi antichi, le ville cinquecenteste, le antiche chiese che disseminano tutto il territorio.
San Miniato e le sue acque
Questo percorso, vista la lunghezza, è indicato per escursioni in MTB e nel suo insieme si può considerare come una visita panoramica dei vari ambienti che caratterizzano il territorio sanminiatese.
Si parte dal Valdarno per inoltrarsi nella Vald’Egola, nella valle del torrente Ensi, nella Vald’Elsa ed ancora nel Vald’Arno; si tratta quindi di un percorso vario che passa dalla pianura alle valli interne ed alle colline. E’ un percorso facile tecnicamente e con solo 2 salite, le discese sono nel complesso facili e le strade si alternano tra fondi in asfalto, sterrato ed in terra.
Si parte dalla stazione FS di S. Miniato Basso (D-7) per dirigersi verso Fucecchio, ma appena oltrepassato il sottopassaggio ferroviario si svolta a sinistra abbandonando la strada principale per immettersi in una via campestre che alterna tratti in asfalto a tratti sterrati. Si oltrepassa in sequenza tramite stretti sottopassaggi sia la ferrovia che la superstrada FI-PI-LI fino a raggiungere due interessanti Ville: Villa Castellonchio e Villa Badia (E-6).
Giunti alla SS67, si volta a destra e si prosegue fino a Ponte a Egola, voltando a sinistra prima di attraversare il ponte (E, F-5); dopo circa 100 m sulla destra inizia un tratto di percorso fluviale che evitando l’abitato del Molino d’Egola, ci riporta sull’asfalto. Occorre proseguire per circa due chilometri e quando si è in vista del ponte sul torrente Egola (l-5), si volta a sinistra su asfalto e dopo poche decine di metri si prende a destra su una strada in terra, che ben presto diventa in sterrato e ci riporta su asfalto.
Voltare a destra e oltrepassato il ponte sul torrente Ensi (1-6) riprendere la strada sterrata ben visibile a sinistra in direzione Genovini (L-7). In questo tratto si possono osservare alcuni tratti relitti di vegetazione ripariale costituita da salici, pioppi bianchi e ontani neri, vegetazione che spesso diventa più abbondante e significativa con anche farnie e roveri nelle valli secondarie.
Passato il Ristorante Genovini si continua su asfalto fino a raggiungere il campo sportivo di Corazzano-Leccio (0-10), prima però chi fosse interessato può visitare dall’esterno la pieve romanica di San Giovanni, ben visibile in alto sulla sinistra prima dell’arrivo nel paese.
In prossimità del campo di calcio si vede un ponte in ferro e legno che attraversa il torrente Orlo, oltrepassatolo mantenere la sinistra al primo bivio, ma al secondo prendere a destra per iniziare a salire tramite una strada sterrata con pendenze mai proibitive (max 10%) alla volta di Podere Gello (M-11); i più temerari potranno invece utilizzare non la prima, ma la seconda salita che si incontra sulla destra, qui le pendenze però raggiungono il 20%. In entrambi i casi si abbandona la val d’Egola, caratterizzata da campi coltivati e pioppeti, per addentrarsi nei boschi che ricoprono le piccole valli interne e le aree inaccessibili all’agricoltura.
Raggiunta la sommità delle colline ed affrontato l’ultimo tratto di salita, il più impegnativo, su strada sterrata, si passa a destra di Podere Gello e dopo un breve tratto di discesa si volta a destra, continuando su un’ottima strada sterrata per circa un chilometro prima di svoltare a sinistra per podere il Fornacino (M-12). Questo tratto permette di osservare un ottimo panorama sulle colline circostanti e su S. Miniato. La strada inizia a scendere e oltrepassato un complesso agricolo in disuso diviene in terra, le pendenze crescono e in meno di un chilometro si raggiunge il fondovalle, dove dall’altro lato rispetto a quello in cui ci troviamo è situato un lago artificiale, suggestivo luogo per un meritato riposo, ma attenzione fare il bagno in questo tipo di laghi è molto pericoloso.
Si prosegue verso valle mantenendo il fosso principale sempre sulla sinistra. Raggiunte le prime case e quindi la strada asfaltata si seguono le indicazioni per Calenzano. Dopo 4 km circa su asfalto la strada si impenna, ma anziché affrontare la salita si prosegue dritti su sterrato, si volta a destra prima di Podere Ensi (H-11) e su strada in fondo naturale si raggiunge casa Marrucci (H-12). Qui inizia la seconda salita della giornata, la pendenza media è dell’8%.
Raggiunto l’asfalto si volta a destra, si oltrepassa Poggio Tagliato (G-12) e subito dopo si volta a sinistra per scendere su sterrato fino a Poggio a Isola (F-13). Si prosegue su asfalto per Ponte a Elsa, giunti alla quale si attraversa la SS67 ed in prossimità del ponte sul fiume Elsa si prende la strada che fiancheggia il fiume sulla riva sinistra per raggiungere Isola (B-11). In questi 3 km spesso sarà possibile percorrere l’argine del fiume, come esclusivamente sull’argine è l’ultimo tratto, quello che da Isola porta al bacino Roffia. E’ un tratto sicuramente suggestivo e frequenti sono le chiuse di immissione dei fossi nell’alveo del fiume Arno, costituite da massicce paratie in metallo dotate di dispositivi manuali per la chiusura. Si prosegue sull’argine fino ad incontrare la strada asfaltata, si prosegue verso destra: la stazione dista solo 1 km.