Percorso in Bici- treno nel Lazio
difficoltà: facile
distanza: 45km (andata 26 km, ritorno 19, tutto in pianura)
superficie: strada provinciale asfaltata (sulla riva sinistra del fiume Amaseno; a destra, sterrato)
dislivello complessivo: 72 m
inizio: stazione di Priverno/Fossanova
fine: stazione di Fondi
Coi mesi caldi Roma può presentare un conto salato, quindi tanto vale scegliere un altro tipo di sale, quello marino, magari in sella alla propria bici per una passeggiata rilassante con tanto di bagno al mare e abbondanti pranzi di pesce.
Dato che il mare vicino alle grandi città è meglio non frequentarlo, questo itinerario in bici + treno propone come meta le spiagge a metà strada tra Roma e Napoli, i lidi pontini di Terracina.
In 45 km di strade secondarie abbiamo natura, storia, cultura, gastronomia e sport alla portata di tutti.
Il nostro itinerario parte dalla stazione di Priverno-Fossanova, a circa un’ora di treno dalla capitale, lungo la linea Roma-Napoli. Appena scesi, vale la pena di svoltare a destra e compiere una deviazione di un paio di chilometri fino all’incredibile Abbazia di Fossanova, capolavoro dello stile cistercense e ultima dimora di San Tommaso d’Aquino, una vera e propria città-stato dove il tempo sembra essersi fermato.
Tornati sulla provinciale, svoltiamo in direzione Sonnino per attraversare il fiume Amaseno, che ci accompagnerà fino al mare col suo corso tranquillo e semipaludoso.
Le strade a scacchiera che corrono lungo i canali di bonifica dell’Agro Pontino presentano un traffico pressoché inesistente, al ritmo di un’auto ogni mezz’ora, e sono pertanto una sorta di rete ciclabile non riconosciuta ma di fatto fruibile anche da famiglie con bambini.
Lungo il canale, a seconda della stagione tra i canneti sono visibili aironi, bisce d’acqua, garzette e altri animali, mentre l’andamento pianeggiante culla la nostra pedalata con passo tranquillo all’ombra dei Monti Ausoni.
L’idillio dura fino all’incrocio con via Appia: la consolare è infatti piuttosto trafficata fino all’ingresso in paese, e possiamo scegliere di sopportare camion e automobili per un paio di chilometri oppure di tagliare ancora per strade di bonifica allungando un po’ per campi (il gps qui riportato prevede la prima soluzione, ma chi non si sente sicuro può continuare oltre l’Appia fino al lungomare).
Giunti a Terracina, ci accorgiamo subito di trovarci in un posto ibrido, tra la campagna e il mare, tra il Lazio e la Campania: case alla buona miste a canali di pescatori, villette graziose e panni stesi alle finestre, un borgo medievale che stride con i villini a schiera e soprattutto con i resti del Tempio di Giove Anxur, che domina tutto l’abitato dalla cima del Pisco Montano, là nel punto in cui gli Ausoni si fanno faraglione e si tuffano nel mare.
Questa scogliera rocciosa presenta un taglio netto che tradisce inequivocabilmente le sue origini umane, e per la precisione della prepotenza romana: Traiano diede infatti ordine di tagliare la roccia per evitare il miglio aggiuntivo e la salita affrontata in precedenza dalla via Appia, dando prova della volontà di piegare la natura agli scopi dell’Impero.
Ovviamente, agli amanti della salita non soddisfatti dall’estrema semplicità di questo percorso è consigliato lo strappo che conduce al Tempio, dedicato al difensore (“Anxur”) della città, dal quale si gode di un panorama straordinario, col monte Circeo a nord, che pare staccarsi dalla terraferma riassumendo per l’occasione le sembianze di isola, e col Golfo di Gaeta a sud, e nei giorni limpidi anche le isole pontine. Appena due km di tornanti che vale la pena affrontare.
Se invece vogliamo dedicarci più allo stomaco che alle gambe, tanto vale darsi all’ittica: a Terracina esistono varie cooperative di pescatori che vendono e cucinano delizioso pesce fresco di giornata, dai costi contenuti grazie all’abbattimento della filiera e alla gestione familiare. Altrimenti, ci si può avviare verso il ritorno e la stazione più vicina, quella di Monte San Biagio.
Per arrivarci, imbocchiamo ancora la via Appia, che all’altezza del Pisco Montano regala un bel paesaggio sugli scogli e sul mare. Superato uno svincolo che rende la statale più trafficata, deviamo a destra in prossimità del Lago di Fondi per rilassarci su un’altra “ciclabile naturale”, una stradina che costeggia la linea ferroviaria passando per campi, torri moresche e allevamenti di bufale.
La stazione di Monte San Biagio, un tempo dogana tra Stato Pontificio e Regno di Napoli, ci aspetta per il ritorno nella Capitale.
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questa bici la conosco