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Ogni volta che sento la parola Ironman mi viene in mente qualche supereroe dei fumetti, muscoli d’acciaio e volontà di ferro. Ma tutto questo è limitativo. C’è di più. C’è cuore e desiderio di superare i propri limiti, una sfida contro sé stessi. E non c’è periodo migliore per tutti noi per imparare come si fa. Ne abbiamo parlato con uno che di sfide ne ha vinte tante malgrado la giovane età. E così con la sua parlata fluida e serena, ti racconta di imprese sportive come fosse andato a comprare un gelato. Chapeau per Andrea Pusateri.
Ciao Andrea, come hai passato il lockdown, ti sei allenato?
Mi sono allenato tantissimo forse anche più del solito. In casa avevo i rulli per la bici e attrezzi vari da palestra. Poi appena è stato possibile ho ripreso la bici che mi è mancata tantissimo, come la sensazione di stare all’aria aperta, e sono uscito per i miei allenamenti.
Come sarà la tua fase 2 ruote, e per gli altri?
Ho ripreso a pieno regime gli allenamenti Anche nel week end ho fatto 180 chilometri del giro del Lago di Como e ho visto tanta gente. C’è tanta voglia di tornare alla normalità. E di uscire all’aria aperta.
Secondo te sarà più importante la bici in futuro?
Me lo auguro. Ho letto degli incentivi per la bici, spero che servano ad avvicinare tanti all’uso della bici, mi piace pensare anche sia uno stimolo anche per fare le cose in famiglia. E sport e famiglia sono importantissime per me, mi hanno aiutato nei momenti difficili. Da qui si può ripartire.
Dalle ferite si può rinascere, lo dimostra la tua storia. Nell’Italia così ferita dal Covid19 in che modo?
E’ stato per tutti un periodo davvero brutto, però so per esperienza che alla fine del tunnel c’è sempre luce e speranza. Sono molto positivo e spero si possa ripartire più forti di prima. Si parte con piccole cose e rimboccandosi le maniche. Anche se non sarà facile.
Quando è nato il tuo amore per la bici?
Da quando ero piccolo, mi ha insegnato ad andare mio zio al parco di Monza. La mia prima bici è stata una MTB che usavo per percorrere i sentieri. Poi sono passato al ciclismo su strada e a 14-15 anni ho iniziato a fare le gare. Nel 2008 ho fatto la mia prima gara MTB a Varese e poi un po’ alla volta è diventato un lavoro. Nel 2013 la mia prima convocazione in nazionale.
Dove vai per le vacanze? Che tipo di vacanza ti piace?
Decisamente una vacanza attiva. Amo la montagna e quando vado in vacanza con la mia ragazza o con la famiglia porto sempre via la bici con me e faccio sentieri nelle vallate. E se non corro in bici grandi passeggiate con i miei due cani. La bici è lavoro ma anche divertimento. E per chi non ce la fa c’è sempre la e – bike che aiuta anche i meno allenati a vedere luoghi che non potrebbero vistare. Quindi tutti lo possono fare. Ci sono tanti bei posti da visitare e con la bici lo si può fare meglio. Mi sono allenato con la bici in tutto il mondo e così ti diverti ovunque tu vada.
I tuoi programmi per il futuro?
Dallo scorso anno ho intrapreso ad allenarmi per l’Ironman. E’ stata una scelta naturale, ho fatto l’atleta de sempre e mi piacciono le cose nuove, le sfide. Assieme al mio preparatore Fabio Vedana abbiamo iniziato questa nuova avventura. E faccio più bici di prima. E’ diverso dal ciclismo, devi riuscire a mettere insieme tre sport diversi e far combaciare tutto. Mi ha aiutato mentalmente questo nuovo sport, così come l’amore per la bici mi ha aiutato a superare la fatica. E questo sarà il mio futuro.
Chi è Andrea Pusateri
Ciclista paralimpico, all’età di quattro anni in un incidente alla stazione ferroviaria di Monza ha perso la mamma e due gambe di cui una è stata reimpiantata. Nel paraciclismo ha vinto dieci titoli italiani, cinque podi in Coppa del mondo e altri risultati internazionali. Nel 2015 durante un allenamento subisce un grave incidente in bicicletta e rimane in coma farmacologico per sette giorni, ma tre mesi dopo conquista la sua prima medaglia d’oro in Coppa del Mondo.