Lo dice anche un recente studio che si è occupato di salute e benessere psico fisico: l’attività fisica rende più felici dei soldi. In questo studio la tesi sostenuta è quella che l’attività fisica aiuta quella mentale. Per prima cosa fa dormire meglio, e un buon sonno aiuta a regolare gli umori. Incrementa anche la capacita’ di controllo di se’ stessi, le proprie abilita’ e l’autostima. Chi fa esercizi regolarmente si sente meglio se raggiunge i risultati che si era prefisso. Muoversi distrae dai pensieri negativi e apre la mente su altre cose, fornendo opportunità per provare nuove esperienze. Così come fare attività fisica con altri aumenta la socializzazione e ottiene un diverso supporto sociale. I livelli di sostanze chimiche nel cervello, come la serotonina, gli ormoni dello stress e le endorfine, cambiano quando si fa esercizio fisico. Aumentano i livelli di energia e si crea uno sblocco per le frustrazioni, si riducono le tensioni muscolari scheletriche e ci si sente più rilassati. L’attività fisica migliora la condizione cardiovascolare e la salute in generale, evitando problemi di cuore, diabete, artriti e asma. Non serve molto, per esercizio fisico si può tranquillamente intendere anche camminare e muoversi in bicicletta, ed evitare auto, tram e taxi, magari per accompagnare i figli a scuola la mattina, o recuperarli prima di pranzo. Ma anche giardinaggio, lavare l’auto e pulire i vetri delle finestre.
Ma se passiamo dall’umano all’intelligenza artificiale è arrivata la notizia della “prova su strada” per il chip che imita il cervello umano. Si è trattato di un test su una bici autonoma, destinato all’intelligenza artificiale. In pratica una bicicletta si muove autonomamente e in perfetto equilibrio, riconosce gli ostacoli lungo il suo percorso in tempo reale e obbedisce ai comandi vocali che le dà l’uomo che cammina al suo fianco. Il primo chip destinato all’intelligenza artificiale ha dei componenti capaci di imitare il comportamento dei neuroni nel cervello umano. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature, segna il primo passo concreto verso una nuova generazione di dispositivi destinati all’intelligenza artificiale. Inseguito per anni da ricercatori di tutto il mondo, il risultato si deve al gruppo di Luping Shi della cinese Tsinghua University, che ha voluto dare al chip il nome della loro università “Tianjic chip”. Delle 156 unità di calcolo parallele che costituiscono il Tianjic chip, alcune hanno la struttura delle tradizionali reti neurali artificiali, mentre altre simulano le reti formati dai neuroni naturali. In linea di principio, rilevano gli autori della ricerca, questa tecnologia ibrida potrebbe migliorare la capacità di questi sistemi di affrontare qualsiasi compito di cui l’uomo sia capace. Il nuovo chip riesce a simulare fino a 40.000 neuroni, contro gli 86 miliardi di neuroni che costituiscono il cervello umano, inoltre il super-chip riesce a simulare fino a 10 milioni di connessioni tra le cellule nervose (sinapsi), anche se per ogni neurone umano sono possibili fino a 100 milioni di sinapsi.