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Home News

La Jungle Jacket… a prova di ciclista urbano

Marzia Caserio by Marzia Caserio
15 Febbraio 2016
in News
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La giacca creata per i ciclisti urbani dagli stessi ciclisti: Jungle Jacket. Mancava sul mercato e loro ci hanno pensato. Tutti giovani, tutti laureati, tutti molto, molto ciclisti. La storia di un’idea, di un progetto e della sua attuazione nella forma più democratica che esista, il crowdfunding che, in questo caso, si è rivelato una scelta strategica e vincente: 40mila euro in una settimana.
IMG_2163Qual è stata secondo voi la scintilla che ha mobilitato in così poco tempo il popolo del web?

Il crowdfunding in Italia non è sicuramente ai livelli di quello statunitense (che movimenta miliardi di dollari) ma sta comunque interessando sempre più realtà. Abbiamo voluto creare una campagna 100% made in Italy, sullo stile delle grandi campagne oltreoceano, con un prodotto di alta qualità, nei materiali e nella progettazione. In questi giorni ci stiamo rendendo conto che questa combinazione (alta qualità del Made in Italy e commercializzazione attraverso il crowdfunding) funziona molto bene, coinvolgendo tante persone e riscuotendo un grande successo. Abbiamo trovato in Eppela un partner affidabile e ora, grazie anche al sostegno di partner importanti come PostePay, stiamo cogliendo i frutti di un lavoro durato un anno intero.

Perché avete proprio pensato a una giacca ad hoc per il ciclista urbano? Qual è stata la vostra fonte d’ispirazione?

Siamo un gruppo di ciclisti molto affiatato e troppo spesso abbiamo rischiato incidenti seri mentre ci muovevamo su due ruote in città. Abbiamo quindi deciso di trovare una soluzione che limitasse i rischi a cui siamo esposti quotidianamente. La giacca impermeabile rappresenta un must per il ciclista urbano e quindi siamo partiti da quel capo per studiare un coltellino svizzero delle giacche da pioggia, con all’interno tutte le soluzioni che trovate raccontate sul sito di Eppela.com. Rispetto ai volumi e alla vestibilità ci siamo ispirati alle cerate danesi: eleganti ed essenziali.
In questi giorni ci stiamo rendendo conto che questa combinazione (alta qualità del Made in Italy e commercializzazione attraverso il crowdfunding) funziona molto bene, coinvolgendo tante persone e riscuotendo un grande successo.

Siete tutti molto giovani, molto laureati e molti lungimiranti. Anche molto ciclisti?

Puoi dirlo forte! Molto, moltissimo ciclisti. D’altra parte non avremmo potuto avere l’intuizione della Jungle Jacket se non avessimo condiviso questa grande passione. La bicicletta è una costante del nostro mondo: la soluzione smart per ottimizzare i movimenti in città ma anche la migliore via di fuga dalla città. Il mercato non presentava soluzioni particolarmente interessanti dal lato abbigliamento e quindi abbiamo deciso di produrre noi quello che non trovavamo nei negozi. Così è nata Jungle Jacket, la giacca creata da ciclisti e creata apposta per i ciclisti.

In quanto tempo avete progettato la giacca? E qual è stato il momento più difficile di tutte le fasi?

Lo scorso inverno stavamo unendo le prime idee su carta, schizzi e mockup per capire che tipo di struttura dare al capo. Dopo 4 mesi siamo entrati in possesso del primo prototipo. Da quel punto in poi il lavoro è stato molto più intenso: ci siamo dedicati all’inserimento delle varie soluzioni, siamo andati a Copenaghen per ispirarci riguardo la mobilità a due ruote così da arrivare ad un secondo prototipo ancora più completo e funzionale. Non riesco ad individuare un momento più difficile di altri: abbiamo mantenuto la concentrazione lavorando duro ma anche divertendoci molto. Abbiamo imparato cose che non conoscevamo e siamo diventati molto più sicuri di noi stessi rispetto all’inizio. D’altra parte crescere non è mai facile.

I suoi 860 grammi e le sue 15 soluzioni integrate sono ottimi anche per le ciclo-mamme, come me. È un pubblico che avevate già in mente, quelle femminile?

Assolutamente sì. Sin dal primo momento abbiamo voluto che la giacca fosse vista come un capo unisex trasversale e adatto a qualsiasi segmento di clientela. Dalla mamma all’impiegato, dall’universitario al libero professionista. Per questo motivo abbiamo puntato sullo stile essenziale e sull’eleganza nordica. La Jungle Jacket si adatta perfettamente a qualsiasi stile di utilizzo e verrà prodotta in quattro taglie (S,M,L,XL) così da coprire ogni esigenza di vestibilità, sia per lei che per lui.

In tre parole Jungle Jacket

+ VISIBILE. + SICURO. + PROTETTO. Questi i tre grandi pilastri sui quali si basa la Jungle Jacket.

Il prossimo progetto è…

Abbiamo molte idee in mente riguardo il futuro di Jungle Jacket e tante suggestioni stanno arrivando dai moltissimi entusiasti che ci hanno scritto in questi giorni. Ora però vogliamo dedicarci al meglio alla campagna e portare a casa il risultato migliore possibile. Siamo già oltre le migliori prospettive della vigilia e nulla può essere lasciato al caso. Possiamo assicurarvi che di Jungle Jacket sentirete parlare ancora in futuro.

La giacca creata per i ciclisti urbani dagli stessi ciclisti: Jungle Jacket. Mancava sul mercato e loro ci hanno pensato. Tutti giovani, tutti laureati, tutti molto, molto ciclisti. La storia di un’idea, di un progetto e della sua attuazione nella forma più democratica che esista, il crowdfunding che, in questo caso, si è rivelato una scelta strategica e vincente: 40mila euro in una settimana.
IMG_2163Qual è stata secondo voi la scintilla che ha mobilitato in così poco tempo il popolo del web?

Il crowdfunding in Italia non è sicuramente ai livelli di quello statunitense (che movimenta miliardi di dollari) ma sta comunque interessando sempre più realtà. Abbiamo voluto creare una campagna 100% made in Italy, sullo stile delle grandi campagne oltreoceano, con un prodotto di alta qualità, nei materiali e nella progettazione. In questi giorni ci stiamo rendendo conto che questa combinazione (alta qualità del Made in Italy e commercializzazione attraverso il crowdfunding) funziona molto bene, coinvolgendo tante persone e riscuotendo un grande successo. Abbiamo trovato in Eppela un partner affidabile e ora, grazie anche al sostegno di partner importanti come PostePay, stiamo cogliendo i frutti di un lavoro durato un anno intero.

Perché avete proprio pensato a una giacca ad hoc per il ciclista urbano? Qual è stata la vostra fonte d’ispirazione?

Siamo un gruppo di ciclisti molto affiatato e troppo spesso abbiamo rischiato incidenti seri mentre ci muovevamo su due ruote in città. Abbiamo quindi deciso di trovare una soluzione che limitasse i rischi a cui siamo esposti quotidianamente. La giacca impermeabile rappresenta un must per il ciclista urbano e quindi siamo partiti da quel capo per studiare un coltellino svizzero delle giacche da pioggia, con all’interno tutte le soluzioni che trovate raccontate sul sito di Eppela.com. Rispetto ai volumi e alla vestibilità ci siamo ispirati alle cerate danesi: eleganti ed essenziali.
In questi giorni ci stiamo rendendo conto che questa combinazione (alta qualità del Made in Italy e commercializzazione attraverso il crowdfunding) funziona molto bene, coinvolgendo tante persone e riscuotendo un grande successo.

Siete tutti molto giovani, molto laureati e molti lungimiranti. Anche molto ciclisti?

Puoi dirlo forte! Molto, moltissimo ciclisti. D’altra parte non avremmo potuto avere l’intuizione della Jungle Jacket se non avessimo condiviso questa grande passione. La bicicletta è una costante del nostro mondo: la soluzione smart per ottimizzare i movimenti in città ma anche la migliore via di fuga dalla città. Il mercato non presentava soluzioni particolarmente interessanti dal lato abbigliamento e quindi abbiamo deciso di produrre noi quello che non trovavamo nei negozi. Così è nata Jungle Jacket, la giacca creata da ciclisti e creata apposta per i ciclisti.

In quanto tempo avete progettato la giacca? E qual è stato il momento più difficile di tutte le fasi?

Lo scorso inverno stavamo unendo le prime idee su carta, schizzi e mockup per capire che tipo di struttura dare al capo. Dopo 4 mesi siamo entrati in possesso del primo prototipo. Da quel punto in poi il lavoro è stato molto più intenso: ci siamo dedicati all’inserimento delle varie soluzioni, siamo andati a Copenaghen per ispirarci riguardo la mobilità a due ruote così da arrivare ad un secondo prototipo ancora più completo e funzionale. Non riesco ad individuare un momento più difficile di altri: abbiamo mantenuto la concentrazione lavorando duro ma anche divertendoci molto. Abbiamo imparato cose che non conoscevamo e siamo diventati molto più sicuri di noi stessi rispetto all’inizio. D’altra parte crescere non è mai facile.

I suoi 860 grammi e le sue 15 soluzioni integrate sono ottimi anche per le ciclo-mamme, come me. È un pubblico che avevate già in mente, quelle femminile?

Assolutamente sì. Sin dal primo momento abbiamo voluto che la giacca fosse vista come un capo unisex trasversale e adatto a qualsiasi segmento di clientela. Dalla mamma all’impiegato, dall’universitario al libero professionista. Per questo motivo abbiamo puntato sullo stile essenziale e sull’eleganza nordica. La Jungle Jacket si adatta perfettamente a qualsiasi stile di utilizzo e verrà prodotta in quattro taglie (S,M,L,XL) così da coprire ogni esigenza di vestibilità, sia per lei che per lui.

In tre parole Jungle Jacket

+ VISIBILE. + SICURO. + PROTETTO. Questi i tre grandi pilastri sui quali si basa la Jungle Jacket.

Il prossimo progetto è…

Abbiamo molte idee in mente riguardo il futuro di Jungle Jacket e tante suggestioni stanno arrivando dai moltissimi entusiasti che ci hanno scritto in questi giorni. Ora però vogliamo dedicarci al meglio alla campagna e portare a casa il risultato migliore possibile. Siamo già oltre le migliori prospettive della vigilia e nulla può essere lasciato al caso. Possiamo assicurarvi che di Jungle Jacket sentirete parlare ancora in futuro.

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