Frico, pizza e cepelinai: il tris dello chef in bici
Dal frico ai cepelinai. Michele Tomasini a 34 anni si è lasciato alle spalle le quattro ruote e un lavoro sicuro. Ha detto addio al suo posto – stretto – da ingegnere alla Fiat e in sette mesi si è diplomato chef. E poi? Due borse laterali, uno zaino, un ombrello aerodinamico e via, in bicicletta da Aviano a Tallinn, portando la cucina italiana fino all’Estonia in cambio di un divano.
La ciclo-impresa gastronomica è durata 52 giorni. Tutti racchiusi nel blog Cook a Bike. Quasi 2700 chilometri in otto Paesi: Italia, Austria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia e le tre repubbliche baltiche. «Una bella sorpresa è la zona costiera di Lituania e Lettonia. Ho trovato spiagge molto belle di sabbia bianca. Però dopo l’Austria il paesaggio è molto piatto e monotono. È meglio andare verso Sud».
Appena un mese per organizzare il progetto. «Da tempo avevo capito che la vita da ingegnere non faceva per me. Sono arrivato al limite e ho deciso di dedicarmi a qualcosa che amavo: la cucina».
Così ha portato la sua passione al Nord, promuovendo sui social network il viaggio da chef a domicilio su due ruote. «Ho passato tre quarti delle serate da persone che mi hanno contattato via Facebook. L’idea ha avuto grande successo tra i gruppi di progetti giovanili e ragazzi in Erasmus. La mia proposta di insegnare la cucina italiana è stata accolta favorevolmente e tutti mi hanno dato anche ospitalità».
Pizza e carbonara i piatti più gettonati. «All’estero non sono interessati a ricette particolari. Ho proposto anche gnocchi di zucca e tagliatelle con pasta fresca, ma trovare le materie prime per la cucina italiana è molto difficile. Impossibile per me, friulano, trovare gli ingredienti giusti per il frico». E forse, dopo sei ore al giorno di pedalate, tornare all’essenziale nelle tre ore ai fornelli è una questione di sopravvivenza.
Oltre alla divulgazione gastronomica Tomasini è tornato ad Aviano con un nuovo bagaglio di euroricette. Tra queste i Cepelinai, piatto tradizionale lituano a forma di “Zeppelin”, il grande dirigibile ideato in Germania a inizio Novecento. «Sono degli gnocconi di patate grattuggiate. Ci vogliono però materie prime ad alto contenuto di amido per avere un risultato ottimale».
Silvia Ricciardi