Dal 6 maggio i negozi di biciclette possono riaprire, almeno quelli che sono riusciti ad organizzarsi con le nuove norme e disposizioni in materia di prevenzione da Covid19. Oltre alle procedure di sanificazione del locale e della merce si deve ripensare all’organizzazione generale del negozio. Pure non essendoci delle linee guida ci sentiamo di suggerire qualche passaggio dettato dal buon senso e dall’esperienza di Paesi che anche in situazione di lockdown i negozi di biciclette non li hanno chiusi mai. Punto primo, una telefonata prima di andare al negozio, l’operatore telefonico può dare le prime spiegazioni su cosa fare e come e quando presentarsi in negozio. Una visita con appuntamento è il consiglio, soprattutto se si deve acquistare un mezzo. Il cliente deve essere accompagnato da un addetto alle vendite a vedere il prodotto, magari se è possibile mettete a disposizione una vetrina on line degli articoli in negozio che può dare già un’idea su cosa si trova e si può fare una prima ricognizione virtuale delle biciclette. I mezzi che arrivano in negozio devono essere toccati con i guanti e sanificati, così come dopo che l’eventuale articolo sia provato dal cliente. Sarà un po’ tutto più lento ed elaborato, così come nel caso di manutenzione dei mezzi, i tempi di assistenza saranno sicuramente più lunghi. Gli ingressi al negozio devono essere contingentati e nel caso di presenza di più addetti alle vendite direzionati con apposita segnaletica che preveda il distanziamento sociale o divisori. Per i negozi con piccoli spazi è preferibile la vendita on line e la consegna a casa.
Vendite bici 2019 e scenari futuri
Quanto sono importanti le bici nel nostro Paese e quanto potrebbero diventarlo in futuro? Solo un paio di cose su cui riflettere. Riportiamo alcuni dati relativi alla vendita di biciclette ed e-bike del 2019: sono state vendute 1.713 milioni di unità, il 7% in più rispetto all’anno precedente mentre la vendita di e-bike è cresciuta del 13% passando da 173 a 195mila pezzi ; in cresciuta sia la produzione che l’export. Tutto il mercato Italia, alla vendita, vale circa 1,35 miliardi di euro. Un altro punto di riflessione ce lo dà l’analisi “Costi e Benefici Sociali degli Scenari della Mobilità Post-Lockdown COVID19 in Italia” frutto di una iniziativa congiunta dell’Ambasciata dei Paesi Bassi e dell’Osservatorio della Bikeconomy, redatta dalla società Decisio. Gli scenari ipotizzati per il futuro sono due partendo da cosa potrebbe accadere se la quota di utenti che prima utilizzavano il trasporto pubblico dovesse riversarsi esclusivamente sull’automobile privata oppure, se venissero incentivati gli spostamenti a piedi o in bicicletta. Parlando di soldi e benefici in generale nello scenario dell’uso di auto i costi sociali si aggirerebbero tra gli 11 e i 20 miliardi l’anno. In Italia la situazione pre-Covid era già difficile in tema di sovra motorizzazione, con un dato di 64,4 automobili ogni 100 abitanti, con la riduzione dei mezzi pubblici una paralisi della mobilità non è poi uno scenario così lontano.
Foto di uno store Trekbikes.