Piste ciclabili e ciclisti diversamente abili: quanto manca ancora? La risposta, purtroppo, è sempre una: molto, forse troppo. Il mondo del cicloturismo è un settore in crescita, vero, ma ancora lontano dai grandi numeri e dunque ogni buon proposito resta di rimanere tale. In Italia, l’hand-bike “bicicletta a mano” (disciplina riconosciuta dalla Federazione Italiana Sport Disabili) raccoglie tanti appassionati che si sfidano in vere e proprie gare di ciclismo e su strada o che vogliono godersi un bike tour giornaliero, superando i propri limiti e le barriere esterne. Ma dove è possibile praticare questa disciplina? Lo sarebbe in tutte quelle piste ciclabili ben organizzate, con pochi dislivelli e se vogliamo con servizi ad hoc per chi è “diversamente abile”.
Una, ad esempio, inaugurata da qualche anno è quella da Riva a Limone sul Garda, una spettacolare ciclopedonale a sbalzo sul lago. In poco tempo è diventata una delle attrazioni più visitate del lago e per la sua fattezza si presta davvero bene a chi ha disabilità ma vuole godersi ugualmente qualcosa di diverso in pochi chilometri. Breve ma intensa anche la ciclopedonale che va da Levanto a Bonassola, in Liguria, per ammirare da vicino tutta la bellezza del Tirreno, senza fare fatica.
Tra le regioni più all’avanguardia nel campo dell’offerta a chi ha più difficoltà, c’è l’Emilia Romagna che propone 45 ciclabili accessibili. Il progetto si chiama Outdoor365 e vuole essere da supporto a tutto coloro che vogliono praticare ciclismo in handbike, mountain tandem e sedie ruote adattate. Ogni provincia della regione offre cinque itinerari, tutti consultabili su www.outdoor365.it. Ogni percorso dispone di una scheda tecnica con il livello di difficoltà. Non solo. Questo progetto ha previsto anche un corso teorico-pratico per gli accompagnatori di persone disabili in mountain bike o altro mezzo.
Un’altra idea proposta qualche anno fa e in fase di elaborazione, quella della “Ciclopista del Sole” lanciata da Gianni Garbin, atleta disabile che per sensibilizzare l’opinione pubblica ha pedalato il suo personale Giro d’Italia, attraversando la penisola da Nord a Sud. Il progetto nasce insieme alla FIAB e punta alla realizzazione di un percorso cicloturistico per ciclisti professionisti e non. Insomma una bella sfida che, se andrà in porto, offrirà davvero una varietà incredibile di paesaggi e tour. E vorrà anche dire che le barriere esistono solo se siamo noi a metterle.
I percorsi con forti dislivelli e pendenze sono considerati NON adatti ad handbike prive di pedalata assistita. Solitamente si prediligono strade asfaltate e gli sterrati solo se si è in compagnia. Cosa deve avere un percorso perché sia davvero adatto a chi ha delle disabilità? Prima di tutto ogni itinerario deve avere una sua scheda tecnica, in cui in anticipo si possano leggere le caratteristiche tecniche come il dislivello, il fondo, ecc. … Non da meno è bene informarsi sul tasso di traffico ciclistico e la possibilità di fermarsi in aree attrezzate. Ottimi, come succede già in Olanda, i bike hotel con un occhio a chi ha difficoltà motorie muniti di scivoli, ascensori ad hoc, pedane movibili e assistenza sanitaria.
foto pixabay e outdoor365