Questo, in poche righe, il riassunto di un viaggio indimenticabile che ho vissuto dal 10 agosto al 9 settembre, partendo da Praga e arrivando a Stoccolma, passando per Dresda, Berlino, Amburgo e Copenaghen;
1811 km in tredici giorni di viaggio, con gli altri restanti diciassette a vivere e assaporare, muovendomi sempre e solo pedalalando, le fantastiche città del nord: un itinerario scelto per godermi le capitali d’Europa più di tendenza, dal punto di vista artistico, del design e soprattutto per la cultura che hanno della bicicletta, ma poco studiato alla partenza, puntellato solo dalle 4 principali città, in modo tale che l’ avventura, l’ istinto e le indicazioni della gente locale avessero il ruolo principale per indicarmi la strada da percorrere.
1800 KILOMETRI, TREDICI GIORNI DI VIAGGIO …DICIASSETTE PER GUSTARLO
Arrivato in aereo nella città natale di Kafka, con bici ovviamente al seguito, ho apprezzato per 2 giorni la bellezza cristallina dei vecchi quartieri e l’ atmosfera bohémien che si respira ancora tra molti vicoli e piazze di Praga. In 2/3 dei circa 500 km che dividono la capitale ceca da quella tedesca ho pedalato attraverso la ciclabile dell’ Elba, un autostrada per le biciclette, che mi ha portato prima a Dresda, città quasi rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale ma ora centro moderno meta di molti giovani; a Torgau, cittadina in cui per la prima volta le truppe alleate e sovietiche si sono incontrate; Wittemberg, città di Martin Lutero; Potsdam, tra il magnifico parco di Sanssouci (dimora estiva dei reali di Prussia) e i tanti laghi che la circondano, arrivando infine a Berlino, dove ho passato 4 giorni visitando la città protagonista del ‘900, intrisa ancora nella sua storia, con il suo muro e i suoi musei, ma anche incredibilmente creativa ed originale grazie ai giovani che la popolano.
DIREZIONE AMBURGO
Qui opto per un cambio di itinerario, non più verso Copenhagen come da programma ma in direzione Amburgo: 300 km che mi hanno portato nella seconda più grande città tedesca e in uno dei più grandi porti d’ Europa, città che vive di opposti: dalla vie del centro, con palazzi all’ avanguardia come il teatro dell’ opera, al quartiere del “peccato” di San Pauli con la sua zona a luci rosse.
Si riparte poi verso la città della sirenetta, con quasi 400 km caratterizzati da campagne e strade infinite, le incredibili falesie di gesso dell’ isola di Møn e un fastidiosissimo vento che mi ha soffiato contro per oltre 250 km.
Temprato dalle difficoltà ma soddisfatto di essere arrivato a Copenhagen passo 3 giorni a spasso tra i canali, i parchi e un architettura meravigliosa che decorano la città regina della bicicletta in cui la maggior parte della popolazione si muove pedalando.
Parto poi per i 5 giorni che mi dividono da Stoccolma, 600 km indimenticabili e che più mi rimarranno impressi, vissuti completamente da solo, senza una doccia, a stretto contatto con la natura, passati sempre in sella a pedalare tra le foreste della Scania e i grandi laghi, 4 fredde notti passate in tenda in mezzo ai boschi del Nord, un vera esperienza “into the wild”.
Mi godo poi in relax gli ultimi 4 giorni nella capitale svedese, tra le sue isole, i vicoli della città vecchia e il Vasa, vascello del ‘600 ripescato dal mare e composto dal 98% da pezzi originali, un gioiello unico al mondo.
Termina quindi un mese a pedalare tra le strade d’ Europa più sensibili alla cultura della bicicletta, fatta di grandi gioie ma anche di difficoltà, che mi hanno insegnato e temprato molto, visto che mi dovevo ingegnare nel risolvere da solo le difficoltà che mi si presentavano, 30 giorni al termine dei quali ho realizzato con grande emozione che ce l’ avevo fatta, un iniziativa folle per i miei amici e conoscenti, ma per me fantastica, ottenuta tra gocce di sudore e grande determinazione.
PERCHE’
Il motivo di questo viaggio? Sono un appassionato di imprese estreme e nel mio piccolo volevo emulare gli esploratori moderni, mettendomi alla prova ogni giorno per arrivare alla meta finale; volevo vivere l’ avventura nella sua forma più essenziale, andando avanti con il minimo indispensabile per apprezzare ciò la routine della vita quotidiana ci fa sminuire: un bicchiere d’ acqua calda tra le mani dopo una notte in tenda nelle fredde foreste svedesi; un piatto di riso e fagioli dopo i tanti km in sella; o semplicemente scambiare due parole con un passante dopo qualche giorno di silenzio sono piccole cose che mi han fatto capire quanto poco valore diamo ai piaceri di tutti i giorni.
UN’ ESPERIENZA DA NEOFITA DELLA BICICLETTA
In questo mese ho vissuto volendomi adattare a qualsiasi tipo di situazione: cibandomi di ciò che trovavo ogni mattina nei supermercati, per lo più fagioli, muesli, riso, frutta; dormendo in ostelli, talvolta ospitato da amici, altre volte da gente del posto, e altre volte ancora dormendo in tenda nei campeggi o tra i boschi del Nord. Due volte la bici mi ha causato qualche problema tecnico, velocemente risolto anche dalla cordialità della gente locale che è stata disponibile nell’ ospitarmi ed aiutarmi. Esperienze che mi hanno fatto apprezzare le qualità di questo popolo fantastico, persone che hanno un grande rispetto per il prossimo e per l’ ambiente, persone con un grande senso civico, qualità fondamentale per vivere bene all’ interno di una società. Ho notato una profonda differenza culturale tra l’Italia e l’estero: le città non sono inquinate come lo sono qui in Italia, le persone si spostano in bici anche per andare a lavoro a km di distanza, cosa qui quasi impensabile! Sono stato sorpreso dalla cordialità e il calore umano della gente. Mi è capitato che qualche passante incuriosito mi chiedesse dove stessi andando e raccontandogli il mio itinerario e la mia iniziativa mi facevo prendere in simpatia. Molti mi hanno dato una mano, offrendomi un pasto caldo e un posto dove dormire. Ho notato una differenza con gli italiani nell’approccio col prossimo, noi siamo molto più diffidenti e non diamo fiducia agli estranei, cosa più che comprensibile con i tempi che corrono, ma ritengo che dovremmo darci qualche possibilità in più dando ascolto a chi ci troviamo davanti; sono certo che gli incontri più improvvisi sono le esperienze più indelebili, utili e formative che possiamo vivere.
IL MIO MESSAGGIO
Viaggiare da solo è un’esperienza che consiglio di fare a tutti, il viaggiare in solitaria è un valore aggiunto al viaggiare. Molti vivono il viaggio come vacanza, momento di relax, viaggiare per me non è questo, è un’ occasione per riflettere e pensare, il silenzio infatti fa più rumore di mille parole.
Il viaggiare da soli è inoltre una possibilità di crescita importante: viaggio infatti è anche sinonimo di imprevisti e riuscire ad affrontarli e superarli ti da una grande forza.
Il messaggio che voglio trasmettere è che il viaggiare è importante, andare in bici è importante. Viaggio e bici sono il connubio di benessere e felicità. Vivere il viaggio da viaggiatori e non da turisti, scegliere mete inesplorate, apprezzare le cose inaspettate e non quelle programmate, sono per me le particolarità che rendono un viaggio in bici in un esperienza indimenticabile.
Per me la bicicletta è sinonimo di sorriso e il sorriso è anche l’emblema della mia avventura. Con questo primo viaggio ho dato vita a “BIKE A SMILE” uno slogan simpatico e originale per questa iniziativa di viaggio e bicicletta. Bike a Smile che è diventata una bandiera. Si perché, come ogni esploratore che conquistava la sua meta piantava la sua bandiera, io la mia bandiera l’ho fatta firmare a tutti coloro che mi hanno aiutato, che ho conosciuto e con cui ho condiviso questa fantastica esperienza, un ricordo indelebile delle conquiste più importanti di questa avventura.
CHI SONO
Ciao a tutti sono Nicola Riosa, un 24enne di Camposampiero, studente di Scienze Motorie all’ Università di Padova. Sportivo sin da bambino ho scoperto la passione per la bicicletta soltanto da giugno, quando sono salito per la prima volta in sella alla mia bici, fedele compagna che mi ha accompagnato quest’ estate in una fantastica esperienza: è ormai passato un mese dal mio ritorno da Stoccolma, dopo 30 giorni a pedalare tra le campagne, le colline e le città del centro – nord Europa, in solitaria, vivendo ogni giorno con il minimo indispensabile e sempre alla ricerca dell’ avventura.
Ho creato anche una pagina Facebook (www.facebook.com/bike.a.smile) in funzione di “diario di viaggio”, per far si che amici, famigliari e simpatizzanti mi potessero sempre seguire. Un’altra particolarità è stata l’ abbigliamento: ho voluto ricordare la famosa “Eroica” vestendomi con uno stile un po’ retrò, rievocando il ciclismo di un tempo, quando la bici era vissuta con una particolare ed entusiasmante passione e con il sorriso sempre sulle labbra, proprio come il mio viaggio. Bike a Smile.”
Reportage di Nicola Riosa