Terra Eroica diventa un percorso cicloturistico unico e permanente e si gemella con la Val di Merse. Ma per noi, della famiglia Eroica questo percorso era così già prima.
In un weekend di primavera che ancora si crede inverno e non ha trovato il tempo di fare il cambio di stagione – sole caldo ma aria frizzante e paesaggi ancora spogli e bruni, – siamo stati ad assistere alla nascita di Terra Eroica come percorso unico e permanente.
Che poi a noi che con meriti diversi – alcuni dall’inizio e altri come me un po’ parvenue – ci sentiamo orgogliosamente parte dell’antica e impolverata “famiglia eroica” sembrava così, già prima, un percorso unico e permanente. A noi, fratelli di genitori diversi che di secondo cognome facciamo Eroica. A noi che conosciamo quei luoghi e li amiamo come parenti stretti, di più come migliori amici. Che li percorriamo, da anni su e giù per crete e castelli, sotto il solleone e coperti di polvere bianca che nelle fotografie sembriamo sempre scaloppine, non importa se con le bici d’epoca o con le “nove”. Non importa se a Gaiole, Montalcino o Buonconvento. Non importa neanche tanto se con le bici, o senza, come questa volta. Basta essere lì, insieme. A noi, dicevo, questo territorio sembrava un percorso unico e permanente già prima. Unico, come al mondo non ce n’è. E permanente, perché una volta che lo scopri, ti resta dentro permanentemente, e non te lo togli più dalla testa, dagli occhi e dal cuore (anche dal palato, e dalla pancia, sì).
Però adesso è ufficiale: la “nostra“ Terra Eroica diventa un percorso unico e permanente anche per il resto del mondo – centinaia di migliaia di cicloturisti ancora ignari delle meraviglie che li aspettano – con tanto di segnaletica, road book, e “point” su cui farsi mettere i timbri. E un partner in crime perfetto, Komoot a registrare, indicare, monitorare.
288 chilometri, 5.400 metri di dislivello prevalentemente su strade bianche ma circondate da una bellezza tutta a colori che cambiano continuamente col passare delle stagioni. Verde in tutte le sfumature, e giallo, e marrone terra di Siena (e quale se no?), fino a un rosso che tanto ricorda il colore del vino che ha reso famose queste terre in tutto il mondo.
Ma non è tutto, in questo weekend di primavera timida e incerta, oltre alla bellezza del ritrovarsi, anche a piedi, anche con la punta del naso ghiacciata dal vento freddo, altre sorprese ci aspettano: la famiglia si allarga e noi “fratelli eroici” accogliamo con gioia addirittura un gemello. Nella stupenda cornice del Relais Borgo della Spina, a Lupompesi (Murlo) ci viene annunciato il gemellaggio tra Terra Eroica e la Val di Merse, che con il suo Gran Tour aggiunge altri 173 chilometri e 3.100 metri di dislivello al piacere di visitare pedalando questi luoghi meravigliosi, dalla bellezza senza tempo; luoghi dal passato millenario che oggi rappresenta il futuro di un turismo migliore, più consapevole, lento, rispettoso.
L’Eroica poteva nascere solo qui. E la Val di Merse, racchiusa in sei comuni – Chiusino, Monticiano, Murlo, Sovicille, Casole d’Elsa e Radicondoli – che custodiscono tesori artistici e naturali come l’Abbazia di San Galgano, per citarne una, ha con Terra Eroica molto in comune. Oltre alla bellezza per cui entrambe sono famose naturalmente. La gente, per esempio, che contribuisce con il suo spirito e la sua accoglienza a rendere questi luoghi unici, e il cibo, il vino eccellenze che non hanno bisogno di presentazioni.
E quella luce che si vede solo qui.
E così, Terra Eroica e la Val di Merse si intersecano, si congiungono arricchendosi a vicenda e completando il patrimonio di Strade di Siena che come un gioco di scatole cinesi svela a poco a poco i tesori che contiene.
Un’altra sorpresa ce l’ha in serbo per noi il Sindaco di Siena, Luigi De Mossi, che ci accoglie nella Sala dei Costumi del Palio e ci intrattiene piacevolmente portandoci in un mondo a noi sconosciuto fatto di Contrade – Stato e sete cucite a mano, armature pesanti come quelle medievali e regole tutte loro.
È stato un weekend bellissimo, di nuove sorprese, vecchi amici e paesaggi ritrovati, e ce ne andiamo contenti di poter condividere col mondo questa Terra Eroica, con la piccola speranza segreta che rimanga sempre comunque un po’ più nostra.