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la Via Francigena: un cammino a ritroso
Sulla Via Francigena molto è stato scritto. Si tratta di uno dei cammini di fede, cultura e natura più antichi al mondo, secondo solo forse al più noto Cammino di Santiago de Compostela. Da Chaucer in poi, in tantissimi nei secoli hanno raccontato l’estetica e l’etica del pellegrino, cantato dello spostamento lento, sognato del guadagnarsi la meta lungo il viaggio stesso, muovendosi nel verde ed evitando le grandi arterie.
Ciononostante, a parte il sito ufficiale (https://www.viefrancigene.org/it/) e qualche altra pubblicazione, in pochi hanno descritto in maniera minuziosa le tappe in un’ottica funzionale di cicloviaggio, con traccia gpx. E a dire il vero, ancora meno hanno scelto di intraprendere una parte di questo cammino al contrario, fuggendo dalla Roma verso Firenze. Infatti, se la via dei pellegrini delle Canterbury Tales muoveva dal nord per puntare alla Città Santa, per un cicloturista romano sarà utile anche un percorso a tappe che lo porti lontano dalla sua città attraverso strade sicure, affascinanti e poco battute. Per questo motivo, sarà meglio dotarsi di una mountain bike o di bici da trekking con copertoni piuttosto resistenti. Ma andiamo con ordine.
Il parco dell’Insugherata e la ciclabile di Monte Mario
Come è noto, Roma è un mostro tentacolare per il ciclista, e uscirne attraverso strade che non siano consolari trafficate non è facile. Tutte le strade portano a Roma, dicono. Ma per fortuna esistono alcuni corridoi verdi in grado di oltrepassare il Grande Raccordo, e in direzione nord la via Francigena è uno di questi. Il suo percorso dal centro alla periferia sfrutta un’infrastruttura recente, il Parco Lineare Monte Ciocci – Monte Mario, che dai pressi di San Pietro ci lascia vicino alla Cassia, cinque o sei chilometri più in là. La Francigena prosegue poi in una vasta area verde, il Parco Regionale dell’Insugherata, che sconfina nell’Agro Romano in direzione Veio. Mentre il primo tratto di ciclabile è asfaltato e ben curato, l’Insugherata offre sentieri e single-track sterrati, alcuni dei quali piuttosto impervi.
Il parco di Veio
Appena fuori dal GRA, la via Francigena assume un altro aspetto, lasciandosi alle spalle i sobborghi della Capitale per incontrare l’Agro Romano. Va detto che i cartelli di segnalazione in questo tratto sono frequenti e ben curati, ed è abbastanza facile seguire il percorso anche senza traccia gps. Ora ci troviamo nel Parco di Veio, area archeologica dell’omonima città conquistata dai romani nel loro primo periodo di espansione. Qui il paesaggio si stende su campi lunghi e colline di grano, alternandosi a macchie verdi e cascate (c’è anche un piccolo guado, dato che bisogna attraversare il torrente Cremera, usato per le riprese della miniserie televisive Le avventure di Pinocchio di Comencini). Il percorso prosegue su strade bianche e sterrati non troppo impegnativi.
le Cascate di Monte Gelato
Capranica, Sutri e Ronciglione: tracce etrusche nel Lazio
A questo punto arriviamo nella parte più affascinante della tappa. Siamo a una trentina di chilometri da Roma, e le influenze etrusche iniziano a farsi sentire. Borghi di tufo, inerpicati a seguire prospettive impossibili, raccolti su una rocca o nei pressi di un torrente. La Tuscia laziale ci dà il suo benvenuto con Capranica, dal quale parte un altro itinerario MTB molto popolare tra i biker romani, l’ex ferrovia Capranica-Civitavecchia. Da qui iniziano i primi saliscendi tra i nocchieti e gli arbusti selvatici, e la via Francigena separa il suo percorso in quello classico dei pellegrini e la VFB (Via Francigena delle Bici), percorso cicloturistico meno impervio e più pedalabile.
Dopo una strada sterrata e tortuosa nel bosco, arriviamo sulla Cassia per entrare nel meraviglioso borgo di Sutri. A questo punto abbiamo oltrepassato metà del percorso, ed è doverosa una sosta all’antico anfiteatro romano, così come alle tombe etrusche scavate nei blocchi di tufo.
Viterbo
Dopo Sutri, le pendenze e i saliscendi continuano a fiaccare il ritmo. Il percorso della VFB alterna boschi a campi coltivati, su strade prevalentemente sterrate ma non tecniche né impegnative. Il traffico è assente, o limitato a qualche trattore dei contadini locali, e le strade di campagna si limitano ad attraversare i piccoli borghi per inoltrarsi di nuovo nel verde.
Dopo Sutri, abbiamo Vetralla, sul lato ovest del Lago di Vico. Lo sterrato continua ad alternarsi a strade bianche, con qualche sporadico pezzo asfaltato. Ma di Viterbo è quasi superfluo parlare: città romana, etrusca e medievale che fu residenza di vari papi, ci accoglie con la sua cinta muraria ancora ben preservata, e molte strutture ricettive per pellegrini – oltre a una deliziosa cucina locale!
distanza: 118km
dislivello: 1435m+
fondo stradale: sterrato (60%), strada bianca (30%), asfalto (10%)
luoghi di interesse: Formello, Campagnano, Cascate di Monte Gelato, Sutri, Capranica, Ronciglione, Viterbo