Idee da fine settimana? Via Vandelli è una di quelle. Si tratta di un tracciato storico che va dall’Appennino modenese fino al comune di Massa, attraversando il parco regionale delle Alpi Apuane. Quando diciamo via Vandelli, molti appassionati la riconoscono come il sentiero CAI N°35, un tracciato che porta con sé un panorama mozzafiato (come quello delle Alpi Apuane) e a tratti quasi dimenticato dall’uomo. Di fatti alcuni punti sembrano un po’ abbandonati e invasi dalle coltivazioni, altri invece sono stati asfaltati. Resta il tracciato perfetto per chi vuole praticare trekking, mountain bike ma anche gite fuori strada. Troverete testimonianze storiche del Medioevo, fitti boschi di faggi e abeti bianchi e piccoli paesini di antica fondazione.
Pedalando da Modena si raggiungono subito le montagne del Frignano fino ad entrare nelle Valli della Garfagnana in territorio toscano. Non è un tratto difficile e la maggior parte del fondo stradale è composto da materiale arenaceo. Si pedala quindi verso Sassuolo, nota città per la sua produzione di ceramiche. E poi a seguire una serie di bellezze naturali e storiche come le terme della Salvarola, i calanchi della Val Secchia, i sassi vulcanici di Varana e i boschi del Faeto, caratterizzati in prevalenza da faggi, castagni e cerri maestosi, tra cui una quercia di oltre quattrocento anni “quercia dei Zanoli”.
Non da ultima la pieve preromanica di Rocca S. Maria legata a Matilde di Canossa. A circa un chilometro da qui, uno sentiero scosceso porta al Sasso delle Streghe: all’interno di un bosco maestoso si erge un monolito di calcare contenente fossili marini. Trecento metri più a valle, verso i primi calanchi, una parete rocciosa racchiude centinaia di altre grosse bivalve fossili.
Sempre nelle vicinanze di Rocca S. Maria partendo dalla Via Giardini (Montardone) ed inoltrandosi per una ripida strada, dopo un chilometro, si arriva alla Salsa della Cintora. Si tratta di un cono dell’altezza di un metro, formato dalla fuoriuscita di acqua salata, gas metano e fanghiglia d’argilla. Superate le maschere scolpite nelle pietre di Monzone, si pedala verso i boschi del Ponte del Diavolo, dove c’è il monolite naturale di arenaria modellato dagli agenti naturali nel corso dei secoli. Il monolite, lungo 33 metri, ha assunto nel tempo una forma di un ponte.
Difficile in questa parte di percorso non incontrare daini, cervi, scoiattoli, caprioli e varie specie di uccelli. Ultima tappa emiliana quella de La Fabbrica, costruita a Sant’Andrea Pelargo. Da qui si scende verso le valli della Garfagnana per salire nel tratto più impervio, quello delle Alpi Apuane, fino a raggiungere la cosiddetta “finestra Vandelli” al valico della Tambura. Oltrepassate le torri dei Campaniletti, si pedala in discesa fino all’entrata di Massa, chiusura dell’antico percorso Vandelli.
Il percorso intero, di circa 170 km, parte Modena e attraversa Torre Maina – Pavullo – La Santona – San Pellegrino in Alpe – Poggio – Campaniletti – Massa.
foto by touring