Intervista a Giulietta Pagliaccio Presidente della Fiab
Lei è Presidente della Federazione Italiana Amici della Bicicletta. Cos’è il bello della bicicletta?
Sono io! No scherzo il bello della bici sta nella facilità d’uso, nella grande libertà che da di muoversi. In automobile siamo immobili, certo non la può sostituire in tutte le occasioni ma per tragitti di 5/6 km è molto comoda. Poi è pratica e chiunque può riuscirci, non serve la patente.
Ha un ricordo a cui è particolarmente legata?
Quando le mie figlie erano piccole le portavo in giro tutte e due con quella che chiamavo la bici “familiare”. Per me era bellissimo. Visto con gli occhi di oggi forse allora, che non si usavano i caschetti e andavamo ovunque senza le piste ciclabili, ero un po’ incosciente. Ma è un bel ricordo della mia gioventù di mamma.
Quale viaggio in bici le è particolarmente piaciuto?
Direi l’ultimo l’”Avenue Verte”. La Parigi Londra in bicicletta. Il percorso è molto bello, pensi che ci hanno fatto pranzare in un giardino in una situazione identica ad un quadro di un impressionista. Affascinante la parte francese e anche più godibile di quella inglese che ancora necessita di interventi importanti. Ma l’aspetto che ho trovato unico e straordinario è arrivare nelle due più grandi capitali europee in sella ad una bicicletta: ha dello straordinario. Se poi mi si chiede com’è passeggiare in mezzo al traffico di Londra, direi molto impegnativo. Mi è piaciuta l’idea: pensi se facessimo noi la stessa cosa: Firenze Roma o Venezia Torino in mezzo a tutte e due queste realtà c’è un mondo di piccole realtà da scoprire.
Come Presidente della Fiab ha un desiderio che ritiene facilmente realizzabile?
Il Senso Unico eccetto biciclette, mi spiego: il Codice della Strada è stato concepito solo per le automobili. Questo significa che quando viene stabilito un unico senso di marcia questo vale per tutti i veicoli. Andrebbe prevista una norma che consentisse di riservare una parte della carreggiata alle biciclette per farle marciare in senso contrario, per praticità e per evitare di far fare alle bici chilometri inutili. Da subito renderebbe tante città più ciclabili e solleverebbe tanti amministratori locali dalla responsabilità di consentire deroghe fuori dal codice della strada.
Qual è invece il grande problema?
Che non esiste una politica di ampio respiro sulla mobilità sostenibile: questo è un tema lasciato alla sensibilità del singolo amministratore. E’ un tema che non può essere residuale, perché oggi è necessario ridisegnare le città seguendo i diversi e mutati stili di vita dei cittadini che stanno cambiando ad una velocità diversa dalla politica.
Chi dice bici dice…?
“Arroganti, maleducati”! Molti ce l’hanno con i ciclisti. Questo è fastidioso. E’ vero che spesso alcuni non rispettano le regole, ma questo succede anche alle macchine, ma io quando prendo la bicicletta faccio un favore alla collettività per più motivi: primo perché consento a chi deve per necessità usare l’auto di trovare un parcheggio in più e poi non inquino. Quindi chi dice bici dice stile di vita sostenibile e soprattutto rispetto per la vita e le scelte altrui!