Viaggio di gruppo in bicicletta in Albania
L’avventura comincia a Fier, cittadina situata a pochi chilometri da Valona e da cui si raggiunge in bici il sito archeologico di Apollonia, fondata nel IV secolo a.c. da coloni greci. Visitati il tempio ed il monastero, la pedalata prosegue lungo la selvaggia costa albanese, che ci regala un avventuroso percorso “off road” su una lunga e meravigliosa spiaggia solitaria che conduce – in un tripudio di ginestre in fiore – alla laguna di Narta e alla graziosa isola di Zvernec , incastonata al suo centro ed a sua volta impreziosita da un piccolo monastero.
Il secondo giorno il gioco si fa duro…ed i duri cominciano a giocare! Dal mare si sale al passo del Llogarà, con un dislivello di circa 1150 metri (c’è chi invece preferisce gli agi ed accetta un passaggio dal nostro fedele autista Goni, che ci segue per tutto il percorso). La strada si snoda attraverso una rigogliosa foresta e ci premia, una volta raggiunta la cima, con uno spettacolo mozzafiato ed una discesa memorabile.
Arrivati al mare, ci concediamo un meritato bagno rigeneratore nell’acqua limpidissima…
Il terzo giorno è tutto una pedalata lungo la costa, tra baie incontaminate e brevi tratti collinosi, costellati di antichi paesini i cui abitanti ci osservano incuriositi e dove, per fermarsi a bere un caffè, è sufficiente chiedere ad un vecchietto seduto al bar di dare un occhio alle bici.
Anche stasera ci si ferma a dormire in un hotel sulla spiaggia e possiamo sguazzare felicemente in acqua fino all’ora di cena, pregustando le cernie che abbiamo adocchiato al ristorante e che ora stanno arrostendo in forno, sotto l’occhio vigile della nostra premurosa guida Bashkim.
Il quarto giorno si presenta ai nostri occhi uno degli spettacoli più incantevoli della costa albanese: la quiete perfetta di Porto Palermo, dove persino le mucche contemplano in un silenzio assorto il sereno paesaggio che si schiude davanti a loro. In realtà, la baia non è sempre stata così tranquilla: su una piccola penisola che si protende verso al mare, al centro della baia, sorge infatti il castello-fortezza fatto costruire nel 19^ secolo da Ali Pasha di Tepelene, detto “Il Leone”, governatore orgoglioso e crudele di gran parte dei territori europei dell’impero ottomano. La baia è inoltre circondata da piccoli bunker a forma di fungo, a malapena visibili, e da alcune fatiscenti costruzioni risalenti al regime comunista, che ancora riportano gli slogan del partito.
Si riparte alla volta di Saranda, allegro centro balneare in visibile espansione.
Il mattino seguente ci aspetta, dopo una pedalata di pochi chilometri,il più noto sito Unesco dell’Albania: l’estuario del fiume Vivari si apre sul mare in prossimità dell’isola di Corfù in un’ampia laguna, al cui interno si allunga un penisola su cui sorge – in accostamento strabiliante di bellezze naturali ed architettoniche- l’antica città di Butrinto. L’insediamento originario risale al X secolo a.C. e, all’epoca del suo massimo sviluppo (nel IV secolo a.C.), la città rivaleggiava con la vicina Corfù; essa comprendeva un teatro, un tempio ed un’agora, cui si aggiunsero, in epoca romana, un acquedotto, le terme, un foro ed un ninfeo, tutti ancora ben visibili. A tutela del prezioso sito archeologico, nel 2000 il governo albanese ha istituito il Parco Nazionale di Butrinto, entrato a far parte dell’elenco dei Patrimoni dell’umanità nel 2005.
Il giorno successivo abbandoniamo la costa per risalire verso l’entroterra, dove colpisce l’enorme quantità di cascate, torrenti, fiumi e ruscelli dall’acqua cristallina. I nostri sforzi ciclistici vengono premiati con una visita all’”Occhio Blu”, una sorgente carsica avvolta da una folta vegetazione, che sgorga formando un piccolo lago, profondo circa 80 metri, di colore variabile tra il blu scuro, il turchese ed il verde. Nemmeno la temperatura dell’acqua, intorno ai 10 gradi, ci trattiene da un rapido tuffo .
Il settimo giorno segna la conclusione del nostro percorso ciclistico, con l’arrivo alla graziosa cittadina di Argirocastro. Fondata nel XII secolo intorno ad una fortezza che domina l’attigua vallata, durante l’Impero bizantino essa divenne un importante centro commerciale, conosciuto con il nome di Argyrokastron, cioè “castello argentato”. Le numerose case-torri del centro storico presentano caratteristiche architettoniche ben precise, che hanno a buon diritto valso alla città l’inclusione tra i siti Patrimonio dell’umanità. Da qui, il nostro viaggio proseguirà solo in fuoristrada o…in gommone.
L’ottavo giorno ci vede infatti trasformati in avventurosi vogatori: armati di muta, giubbotto, casco e pagaia, affrontiamo, affidandoci ad alcune guide locali, una discesa di rafting lungo il profondo ed emozionante canyon del Fiume Osumi. Dopo l’adrenalina della discesa, la giornata termina – più placidamente – con una visita alla città di Berat, altro sito Unesco, nota come “città della mille finestre”, raro esempio di antico centro ottomano ben conservato.
La nostra avventura termina con il rientro a Tirana, da cui ci stacchiamo a malincuore, portando impressi nella nostra memoria i paesaggi mozzafiato di questa terra ancora poco conosciuta, e custodendo nei nostri cuori il ricordo della sua gente, semplice ed affettuosa, e della simpatia, precisione e premura della nostre guide, Simonetta e Bashkim.
Lamtumirë Shqipëria!
Per informazioni: http://www.simonettabiketours.it/index.html
Reportage Paolisa Nebbia