Tur Rivers in bicicletta sulle rive dei grandi fiumi
In bici si percorrono senza fretta i territori rurali di pianura, incuneati fra i grandi fiumi d’Italia, Po e Adige, motori dell’economia locale. Un territorio, quello polesano, dove l’acqua diventa l’elemento dominante, sia visivamente che concettualmente, creando un sistema idroviario unico in Europa per estensione, fascino naturale e fruibilità.
Il progetto di cooperazione interterritoriale “TUR Rivers Turismo Rurale tra i grandi fiumi”, con capofila il Gal Polesine Adige, nasce per valorizzare il territorio rurale di pianura tra Veneto ed Emilia Romagna attraverso il contatto con la natura e la tradizione contadina e coinvolge i territori di sette Gal distribuiti su cinque province e due regioni (Polesine Delta Po; l’Antico Dogado in provincia di Venezia; il Delta 2000 per le province di Ferrara e Ravenna; il Gal patavino, il Gal Bassa padovana per la provincia di Padova e il Gal pianura veronese per la provincia di Verona).
Una mescolanza di verde, dato dalla natura rigogliosa, e di azzurro, del quale si dipinge il fiume rispecchiando il cielo terso.
II ritmo è quello del fiume che scorre, mentre la tranquillità ci pervade.
Dal Pontile sul Canalbianco di Arquà Polesine si naviga per circa 3 ore per raggiungere Canda, piccolo centro polesano dove il tempo sembra essersi fermato. Polesine terra d’acque, di paesaggi sognanti e di atmosfere infinite, colonizzato da Paleoveneti, Greci, Etruschi, Romani, dalla Serenissima e dalla Carboneria Italiana. Tra i due principali fiumi d’Italia, l’Adige a nord e il Po a sud, che confluiscono nell’Adriatico formando un delta di sette rami, nella parte più meridionale del Veneto, la provincia di Rovigo s’estende per oltre cento chilometri in lunghezza.
Il Polesine è un territorio straordinario, frutto di millenari interventi di bonifica. Un territorio nato della tenacia e della dedizione dell’uomo, che qui ha saputo costruire un rapporto indissolubile con l’acqua, un legame rispettoso che ha dato i suoi frutti: una provincia fertile, adornata da piccoli porticcioli di pescatori e da isole sconosciute da scoprire senza fretta. La provincia di Rovigo unisce ad una natura sorprendente la ricchezza storica e culturale delle città d’arte e dei 50 piccoli comuni che la compongono, nelle architetture delle ville, nei palazzi e nelle chiese dei piccoli borghi, nei musei ma anche nelle tradizioni, nella gastronomia, nel calore della gente. Il Polesine ovunque, da ovest a est, è anche straordinario palcoscenico naturale, dove l’acqua si muove maestosa, tra golene e isole sabbiose e il Po, con il suo delta, arriva placido al mare attraverso un labirinto di acque e canneti, paradiso per una fauna variegata che popola grandi pianure attraversate da una fitta rete di corsi d’acqua.
Procedendo verso l’entroterra sono più visibili le tracce dell’uomo che per lunghi secoli ha lottato per la sopravvivenza; ecco allora le grandi corti rurali, le immense distese di campi coltivati, le risaie, le antiche idrovore, i ponti, le conche di navigazione, le valli da pesca, i canali. Bagnata dal Naviglio Adigetto, che divide il comune di Badia in due aree distinte, il fiume Adige è il confine naturale tra le province di Rovigo e Padova collegate da un ponte (Badia – Masi).
A Badia merita una visita il Teatro sociale “Eugenio Balzan”, un piccolo gioiello d’architettura. Costruito nel 1812 per volontà e a spese del badiese Bartolomeo Dente, il teatro presenta una facciata disadorna ma l’interno è ricco di bellissime decorazioni e dipinti. Il palcoscenico conserva ancora intatti i macchinari in legno originari. Il percorso che attraversa Badia, Fratta Polesine e Villamarzana è adornato da superbe ville venete, capolavori di architettura e microstorie di famiglie e comunità, patrimonio d’arte opera di innumerevoli architetti, pittori, scultori.
Villa Badoer, progetto di Andrea Palladio a Fratta Polesine, detta anche ‘La Badoera’, è di proprietà della Provincia di Rovigo, monumento nazionale patrimonio Unesco e commissionata da Francesco Badoer al celebre architetto. La costruzione avvenne attorno al 1555 e il disegno della villa, con alcune differenze rispetto all’attuale, è presente nei celebri Quattro Libri dell’Architettura del 1570.
L’edificio residenziale è una semplice volumetria a cui si accede per una ampia e articolata scalinata che immette nel monumentale Pronao. Sul portico del Pronao (e negli interni) vi sono decorazioni affrescate di Giallo Fiorentino con fantasiose ‘grottesche’ alla moda nella metà cinquecento. Circondata da barchesse che si estendono a semicerchio, come due ali con ampi porticati sostenuti da colonne, la villa è impreziosita da giardini adornati da fontanelle ed eleganti statue. Presso la Barchessa di Villa Badoer si trovano i reperti degli scavi di insediamenti protostorici veneti provenienti soprattutto dall’insediamento di Frattesina, uno dei più importanti della cultura protovillanoviana, dall’età del bronzo (XIII sec. a.C.) agli inizi dell’età del ferro (X sec a.C.).
Caratterizzante la cultura villanoviana sono le ‘Situle’ (secchie in bronzo) cinerarie rinvenute nella necropoli di Frattesina.
A Gognano, lungo la strada che collega Fratta Polesine con Villamarzana, tra il Po e l’Adige, Villa Cagnoni-Boniotti è un prezioso intervento dell’aristocrazia veneziana nell’ambito della riconversione agraria avvenuta tra il 400 e il 500. L’edificio padronale, in linea con i montaggi cari all’architettura di villa rurale di Palladio, richiama il palazzetto rustico, che viene arricchito nell’ingresso principale della villa, e la corrispondente porta–finestra sul salone passante al primo piano, con due interventi decorativi in pietra di Vicenza, in buono stato di conservazione.
Al piano terra l’inserto lapideo richiama il tema del bugnato, forse in un indiretto riferimento al Palazzo Roncale di Rovigo, di cui conserva anche la sequenza dell’intervento al piano superiore, in questo caso un’apertura a tutto sesto con un doppio ordine sovrapposto di lesene sormontato da una cornice. Un altro elemento di pregio è rappresentato dalla cornice dentellata che riguarda l’intero perimetro del sottotetto dell’edificio, di modi tardo rinascimentali.
La villa fu anche utilizzata dai carbonari, probabilmente di Fratta Polesine, per i loro incontri segreti. Infatti abbiamo riscontrato, durante i lavori di restauro, l’esistenza di passaggi segreti come un tunnel che corre sotto la villa e si narra che esso continuava sino a raggiungere la vicina Fratta Polesine. Ancora visibile un finto cantonale che permetteva ai carbonari di fuggire attraverso le scale di servizio, ed un foro nel muro delle scale principali , che portavano nel granaio sotto il tetto, dal quale i carbonari potevano oltreché spiare anche sparare contro eventuali inseguitori.
Info Gal Adige
www.galadige.it
Navigazione: Delta Tour
www.deltatour.it
Dormire nella natura: Agriturismo Le Clementine a Badia Polesine, con cucina tipica polesana realizzata da Luciana secondo le ricette di un tempo. Camere in legno e vendita prodotti tipici casalinghi, punto di partenza ideale per escursioni in bici o a piedi. Prenotazione consigliata, www.leclementine.it
Museo dei Grandi Fiumi: Rovigo, mail museograndifiumi@comune.rovigo.it, martedì-venerdì ore 9-13, sabato e domenica 10-13 / 16-19. Ingresso 3 euro.
Laura Colognesi