Prendi la Toscana.
Sfogliala, colle dopo colle, e soffermati sulla Val d’Elsa. Poi prendi una manciata di strutture ricettive di livello e impasta bene. Nel frattempo scalda in pentola istituzioni comunali, associazioni e imprese per il turismo, guarnisci con dei panorami da cartolina, un pizzico di tradizione enogastronomica di qualità e quando tutto è pronto spolvera con i due ingredienti segreti della ricetta: il cicloturismo e la cooperazione.
Lascia riposare, anzi no, alterna il riposo all’attività fisica rilassante, e avrai il Terre di Casole Bike Hub.
Di cosa si tratta?
Di qualcosa di tanto semplice ed efficiente che vien quasi da domandarsi per quale motivo risulti un’iniziativa inedita: il Terre di Casole BIke Hub è un progetto sinergico che nasce con l’intento di valorizzare un’area di particolare interesse storico, culturale ed enogastronomico, la Val d’Elsa, sviluppandovi forme di turismo green e responsabile come quella del cicloturismo.
Il suo nome vuole essere un omaggio al marchio DOC del vino della zona, il Terre di Casole: nel giro di qualche lustro, sotto l’egida delle due ruote il Comune di Casole Val d’Elsa ha permesso a un paese di 4000 abitanti, che sulla carta non potrebbe competere con gli afflussi turistici delle vicini valli del Chianti e della Val d’Orcia, di passare da 2 a 74 strutture turistiche, convertendo un tessuto sociale mezzadrile e agricolo nel settore turistico e alberghiero.
La notizia inedita è che un territorio come quello della Val d’Elsa strizza l’occhio al turista (o al viaggiatore? La differenza è tanta quanta quella che c’è tra villeggiatura e pellegrinaggio) lento, quello che ha la pazienza e la voglia di scoprire le sue meraviglie a un’andatura rilassata: e nel frattempo, bere le sue colline e mangiare le sue valli.
Sì, perché una zona a elevata produzione biologica, con una tradizione enogastronomica invidiata in tutto il mondo, non poteva che favorire il matrimonio della Terra col Cicloturista – del resto, pedalare è un modo per rendere omaggio al posto in cui si va, così come lo è scoprire quel formaggio o quel vino prodotto soltanto lì.
Il Bike Hub si costituisce come una rete non competitiva di strutture ricettive, Comuni, pro loco, tour operator e negozi di bici sotto un marchio comune che provveda il curioso pedalatore di ogni confort, informazione o facility; ma anche un’iniziativa volta a sensibilizzare l’uso della bicicletta anche tra i casolesi, favorendo lo sviluppo di un meccanismo virtuoso ed eco-sostenibile e facendo di questo comune la prima cicloriserva d’Italia. Lo stesso valore simbolico del primo cartello, primo di una lunga serie futura, è più che eloquente riguardo la filosofia sottesa al progetto: share the road, condividi la strada.
Chi va in bici fuori porta sa bene quanto corrano le automobili nei tratti extraurbani, con o senza visibilità dietro quella curva cieca, e così parte della mission del progetto è quello di fornire itinerari cicloturistici sicuri, su strade bianche o poco trafficate, così come di mettere in sicurezza quelle a maggiore percorrenza con limitatori della velocità, dossi, cordoli e opportuna segnaletica. È inoltre in cantiere lo sviluppo di un sito web (http://www.terredicasolebikehub.it/) e di un’app mobile, con i percorsi sotto forma di traccia GPS.
Del resto, queste zone hanno una tradizione ciclistica e stradale di lunghissima data, tenuta in piedi rispettivamente da due pilastri del turismo green: l’Eroica e la via Francigena, i cui meravigliosi percorsi sono da soli un’attrattiva per gli amanti delle due ruote.
Altro punto fondamentale è poi la trasversalità dell’offerta di questo tipo di turismo: se qualcuno pensa che cicloturismo equivalga a ciclismo, sbaglia – o meglio, sbaglia in parte. Questo territorio offre una varietà di percorsi che possono soddisfare gli sportivi come i neofiti, gli amanti del ciclismo su strada come i mountain bikers, le famiglie con bambini come i dilettanti – e io mi inserisco in quest’ultima categoria. E se le dolci colline toscane e le loro pendenze continue possono spaventare (ma anche attrarre, sia chiaro! E mi inserisco anche in questa categoria, quella di chi ama sudarsi la meta), niente paura: l’attenzione data alle e-bike, le bici elettriche, permette di godersi l’ebbrezza di pedalate di media distanza nella natura senza eccessivo sforzo.
E così, in un agrodolce weekend di fine ottobre, siamo andati a scoprire qualcosa di più su questo Paese dei balocchi ciclabili.
Nelle prossime due puntate del reportage andremo a scoprire qualche percorso del Bike Hub!
Claudio Mancini