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E’ una compagna di avventura, di viaggio, un mezzo di trasporto, una alleata. La bici diventa l’anima e la storia di chi la guida come possiamo vedere dalle tante storie che accompagna.
Da vent’anni in bicicletta per il mondo
Janus River (foto corriere.it), ultra ottantenne, gira il mondo in sella alla sua bicicletta, esattamente dal 31 dicembre del 1999. Nato in Siberia da padre polacco e mamma russa, è il cicloviaggiatore più famoso del mondo. Nel suo ventennale cammino ha percorso circa 400mila chilometri e visitato 200 nazioni dove ha raccontato la sua storia a migliaia di persone. L’obiettivo è raggiungere Pechino entro il 2028 per festeggiare così i suoi 90 anni. 3 euro al giorno e 30 chili di bagagli, mai una malattia, mai una foratura o una caduta!
Gli stacanovisti del pedale italiani
Per chi è abituato a fare il tragitto casa lavoro, non più di 5 km in tutto, sentire parlare di 300.000 e più chilometri sembra quasi surreale. Eppure ci sono tanti che in bici ci passano tanto del tempo della loro vita. E’ così per Alberto Fiorin (foto albertofiorin.it), 58enne veneziano, che in sella alla sua bici ha percorso tragitti da Venezia a Gerusalemme (4mila km), dal Cairo ad Abu Simbel (1.350 km), da Bassano a Dakar (3.900 km), da Venezia a Capo Nord (4.350 km), da Venezia a Dubrovnik (1.200 km). Ma la fatica la conosce anche Gianfranco Guidolin di Castelfranco che ha sulle gambe 853.000 km e 52 Paesi visti, e che per il 2024 vuole toccare quota 1 milione 10 mila 101 chilometri. Nel 2024 saranno 50 anni che il cicloviaggiatore va in giro per il mondo in bici, avrà 77 anni. Due conti di riepilogo: 4.860 giornate in bici (oltre 13 anni di vita), 674.948 km percorsi in Italia, 24.002 km orari con una media di 170 al giorno.
Le prove bizzarre
Nell’era della e bike c’è anche chi guarda al passato, Massimo Zaffari (foto altoadige.it) in sella ad un velocipede replica di una bici dell’800, ha percorso diversi tragitti lunghi ed impegnativi. In particolare, ha pedalato per i 48 tornanti deloo Stelvio con il 9% di pendenza sotto la pioggia. Il ricordo va agli anni ’50 quando nella penultima tappa del Giro d’Italia, il Passo dello Stelvio veniva affrontato per la prima volta. La vetta a 2.757 metri d’altezza, viene chiamata oggi “Cima Coppi” per ricordare quall’impresa su due ruote. Zaffari in una gara tutta sua indietro nel tempo, quella vetta l’ha raggiunta su un mezzo di 16 kg, con la ruota anteriore di 132 cm di diametro.
Per amore e dopo la malattia
In bici si lotta e si soffre, ma sui pedali si riacquista anche il senso di libertà e la voglia di vivere. Ha pensato così Loretta Pavan (foto @lorettapavan) che dopo aver vinto il cancro ha inforcato la bici per partecipare alla NothCape 4000 attraversando dieci nazioni e 4.200 km per toccare Capo Nord. Grazie alla visibilità di questa e altre imprese sui pedlai, Loretta raccoglie fondi per gli “Amici del 5 piano”, un gruppo di volontari che hanno l’obiettivo di sostenere i malati oncologici e i loro famigliari. Per Francesca e Massimo la bici invece è segno d’amore. Dopo una vita assieme e due figli, hanno deciso di sposarsi e hanno organizzato il viaggio di nozze in bici. 1.700 km da Pordenone fino a Parigi e Londra.