Senza starci troppo a pensare: cosa vi viene in mente se dicessimo “turismo sulla costa abruzzese”? Prima di tutto il turismo balneare, è ovvio; il turismo estivo sui 130 chilometri di spiagge che ha questa straordinaria regione italiana.
Verissimo: la costa abruzzese continua ad essere meta ambita per chi cerca la classica vacanza al mare, quella con lettino ed ombrellone, quella con lo “struscio” serale sul lungomare e il soggiorno in hotel o in campeggio.
Ma forse non sapete che oltre a questo l’area ha anche tutte le carte in regola per essere vero e proprio paradiso per il cicloturismo, grazie a itinerari che non prevedono solo ciclovie tranquille a ridosso del mare. No, dal mare ci si può addentrare verso l’interno, con dei percorsi che noi di Viagginbici.com abbiamo avuto l’occasione di provare. E proprio grazie al premio della nostra testata, l’IGRAW, l’Italian Green Road Award, ne avevamo già parlato e puntato i riflettori sulle opportunità ciclabili di questa terra.
Ad ospitarci in una splendida tre giorni in terra abruzzese è stato il GAL Costa dei Trabocchi, istituito qualche anno fa proprio per valorizzare questo territorio e farlo ben oltre la sua canonica connotazione di destinazione balneare, ma promuoverlo prima di tutto attraverso la bici e il cicloturismo, strumenti e argomenti perfetti per scoprire luoghi, cultura ed enogastronomia di questo affascinante spicchio d’Italia.
Un’antica macchina da pesca strutturata come una grande palafitta protesa sul mare e ancorata al suolo attraverso grossi pali di robinia incassati sugli scogli, si spinge a sfidare il mare anche fino a cinquanta metri dalla riva e svetta dal pelo dell’acqua fino a sei metri: gli antichi abitatori d’Abruzzo – che più che pescatori erano contadini e uomini di terra – utilizzavano questa costruzione per pescare, ma farlo senza imbattersi in mare e navigare, con tutti i rischi che questo poteva comportare.
Per pescare bisognava immergere in acqua la grande rete collocata in testa al trabocco attraverso lunghi supporti in legno chiamati “antenne”, e poi issarla manualmente con degli argani, raccogliendo tutto quel che rimaneva nella rete. Ecco cosa è il trabocco, costruzione tipica su tutta la costa adriatica, ma che nella variante abruzzese si caratterizza perché utilizza un solo argano, perché ha due antenne e perché in genere utilizza una piattaforma posizionata in modo trasversale rispetto alla linea di costa.
Il trabocco abruzzese è diventato il principale simbolo della campagna di promozione e valorizzazione di questo territorio, dei suoi itinerari e della sua cultura.
La Via Verde della Costa dei Trabocchi è stata proprio quella su cui abbiamo avuto la prima occasione di familiarizzare in bici con questo bel territorio. Sì, perché la ciclabile costiera è realtà che esiste già da qualche stagione, da quando è possibile viaggiare in bicicletta su una pista ciclopedonale ininterrotta che in 42 chilometri conduce da Ortona a Vasto. Siamo in Provincia di Chieti, la ciclopedonale Via Verde della Costa dei Trabocchi è una delle vie che proprio il GAL Costa dei Trabocchi sta valorizzando, ma soprattutto sta potenziando con una serie di percorsi ciclistici che dal mare puntano verso est, verso l’entroterra, per andare a collegare la costa con i principali attrattori culturali ambientali ed enogastronomici situati sulle colline.
Tutte le ciclovie assieme danno poi vita al Costa dei Trabocchi MOB, che è molto più di una sigla alla moda e tanto più di un semplice progetto: attraverso servizi strutturati ed organici per la mobilità e grazie a una serie di iniziative sinergiche tra le varie realtà locali – sia pubbliche che private – Costa dei Trabocchi MOB permette di raggiungere e fruire gli itinerari lungo la Costa dei Trabocchi con mezzi di mobilità alternativa all’automobile.
Durante il nostro viaggio, ad esempio, abbiamo fatto conoscenza di Enzo, ristoratore di Casalbordino: il suo bar tabacchi è esattamente di fronte la stazione ferroviaria omonima, dove i ciclisti che decidono di arrivare lì in treno possono non solo usufruire del trasporto bici su tutte le tratte regionali, ma possono anche noleggiare presso questa struttura privata una bicicletta per un’intera giornata ad un prezzo “popolare” di 5 euro. Tutto questo, semplicemente esibendo il biglietto del treno.
Chi decide di spostarsi su gomma, invece, troverà autobus dotati di portabici prenotabili. Per chi si muove con la propria auto, infine, sono previsti parcheggi di scambio presso le stazioni di Fossacesia, Lanciano, San Salvo e Vasto.
La nostra esperienza in bici inizia da Ortona. Qui ci accoglie il noleggio bici della Civiterese Viaggi che è solo una delle quattro bike station della Costa dei Trabocchi (oltre a Pescara, San Vito Chietino e Casalbordino), ovvero i punti in cui è possibile noleggiare bici (sia muscolari che a pedalata assistita), ricevere assistenza tecnica e mettersi in contatto con le guide. L’area prevede inoltre altri quattro Green Hub, dove è allo stesso modo possibile noleggiare bici al prezzo calmierato pattuito per questo progetto ed anche in questo caso organizzarsi con le guide.
A scortarci per questa nostra prima tranquilla pedalata sulla ciclopedonale che da Ortona conduce verso sud è Luciana: ci ricorda che oltre alle guide e alla puntuale segnaletica permanente, tutti gli itinerari della rete Ciclabile dei Trabocchi sono fruibili con dispositivi gps, sono salvati sulla piattaforma di geonavigazione Komoot e sono tutti identificabili (anche) attraverso la lettura del QR code collegato ad ognuno dei dieci ciclopercorsi della Rete.
Pedaliamo su una porzione della Via Verde dei Trabocchi: usciti da Ortona si viaggia su una ciclopedonale con un fondo perfetto, gettonatissima anche dai runner, dagli escursionisti o semplicemente dai pedoni che vogliono godersi questo percorso tutto con vista mare; e ovviamente con vita trabocchi, monumento e simbolo di questa rete. Noi lambano in sella il Trabocco Turchino, quello celebrato dal vate. “Un’ossatura biancastra protesa sulla scogliera”, così definiva i trabocchi Gabriele D’annunzio.
A noi i trabocchi ce li spiega bene Rinaldo, del trabocco Punta Tufano: è uno dei tanti che i trabocchi li ha resi (anche) punti di ristorazione, luoghi irripetibili dove godere di una vista mozzafiato e dove gustare quel che la grande rete issata sul trabocco decide di darti quel giorno. I trabocchi, proprio questi: strutture antichissime che fino a una trentina di anni fa erano state abbandonate, e che solo da qualche tempo sono tornate in auge anche oltre la loro funzione nativa e “naturale”; perché no, anche attraverso la loro fruizione in bicicletta.
Dopo pranzo ritorniamo a pedalare su questa ciclovia costiera realizzata interamente sulla vecchia ferrovia adriatica, proprio quella che fino al momento in cui non fu dismessa (1995) è stata lo strumento migliore per preservare l’integrità della costiera, e che poi e diventata ossatura per costruire questo affascinante percorso.
Dal mare la nostra rotta devia un po’ verso l’entroterra, sale verso l’Abbazia di San Giovanni in Venere; è un’abbazia di origine benedettina, ma in realtà la sua visita attenta è prova inconfutabile dello scorrere dei tremila anni di storia che si sono succeduti su questo splendido balcone naturale con visita sull’Adriatico. Poco oltre San Giovanni in Venere arriviamo in sella a Rocca San Giovanni, uno dei Borghi più belli d’Italia, con il suo Palazzo Municipale e la austera chiesa romanica di San Matteo Apostolo.
Torniamo a scendere per fare ritorno verso Ortona; domani, ci aspetta un altro giorno in sella.
Il giorno 2 si parte da Casalbordino e ci si dirige verso sud: ci guida Carlo Ricci, Direttore del GAL Costa dei Trabocchi e Andrea, una delle guide della Rete.
Il fondo questa volta è sterrato, siamo all’interno della Riserva Naturale di Punta Aderci, anche questo con i suoi immancabili trabocchi e con viste sul mare e i monti che non sai dove dirigere lo sguardo, se seguire con gli occhi la bella linea costiera o guardarti alle spalle e ammirare la Maiella (e – ci dicono – anche il Gran Sasso nei giorni più nitidi).
Il fondo sterrato ci ricorda che i percorsi della Rete sono perfetti sia per tutte le tipologie di bicicletta, da cicloturismo, ma anche per mountain bike o gravel bike.
Per queste ultime, in realtà, i fondi miglior li riservano i tracciati che puntano verso i monti, quelli interni, sorta di “bretelle” che collegano come dei ponti la via costiera.
Questa volta il fondo è sterrato, uno sterrato compatto, facile: ci si muove sia con le bici da cicloturismo ma anche con mtb o gravel bike. Per queste ultime, in realtà, i fondi migliori li riservano i tracciati che puntano verso i monti, quelli interni, sorta di “bretelle” che bypassano come fossero dei ponti la via costiera.
Di questi itinerari ne andiamo a scoprire uno, quello che risale su verso Torre Sinello e poi ancora più giù che riconduce a Vasto: si pedala tra splendidi vigneti e colline, che ci ricordano ancora una volta come sulla rete ciclabile della Costa dei Trabocchi ci sia spazio per tutti i gusti e ci sia modo di praticare qualsiasi forma di cicloturismo.
Qui il video di Viagginbici.com sull’itinerario.
Ulteriori informazioni: Costa dei Trabocchi MOB