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Con l’estate entrata nel vivo e il tempo delle ferie che si avvicina, cresce la voglia di pedalare, di scoprire il Paese in sella. Certo, il cicloturista più duro e puro non aspetta agosto, magari avrà già fatto il suo bel giro, appena finito il lockdown. Però per molti il momento arriva adesso e allora andiamo a curiosare fra alcune delle ciclovie italiane più conosciute, già pronte, nonché fra quelle la cui conclusione si attende da tempo. Per capire un po’ come sono messe e le opportunità che offrono, scoprendole in ordine alfabetico. Così da poter dire di essere parte di quell’incremento percentuale del cicloturismo in Italia, come dall’ultimo rapporto Unioncamere – Legambiente che prevede la crescita dei pernottamenti di ciclo viaggiatori dai 20,5 milioni del 2019 a 26 milioni.
Abruzzo – Bike to coast
La già conosciutissima Bike to coast – ciclabile lungo tutta la costa della regione Abruzzo – alimenta curiosità e aspettative. Partendo da nord, dal passaggio fra Marche e Abruzzo, fino a Francavilla, di fatto il tracciato ciclabile e a tratti ciclopedonale c’è già tutto, andando a sfruttare ciclabili già esistenti e quelli realizzati in occasione del progetto. Una ciclabile costiera, cittadina, ben servita dai tanti stabilimenti balneari, con l’occasione di avvicinarsi alla flora dunale, ad esempio, del biotopo di Martinsicuro, della Riserva del Borsacchio, fino all’Area marina protetta Torre del Cerrano. La buona ultima notizia è quella dell’affidamento dei lavori per la realizzazione del ponte ciclopedonale sul fiume Vomano, fra Roseto degli Abruzzi e Pineto. Tratto che al momento si deve fare ancora lungo la Statale. Più intricata la situazione a sud, dopo Francavilla al Mare. Qui la Ciclostazione dei Trabocchi, negli spazi della stazione ferroviaria della cittadina, è una sorta di equatore della Bike to coast, trovandosi a 65 km dall’entrata in Abruzzo sia da nord che da sud. E’ punto di riferimento anche per la scoperta dei percorsi a pettine lungo l’interno, dalla Via Verde della Costa dei Trabocchi (come la Bike to coast prende il nome in questo tratto). Dopo Francavilla la ciclabile si interrompe, si presenta come tutto sarà un giorno nel percorso di Ortona e poi riprende a tratti dopo San Vito Chietino. Sempre con l’incognita delle gallerie, da quella lunga del promontorio Acquabella (che può essere “sorvolata” passando nel bel boschetto del promontorio) a quelle più brevi di Fossacesia. Di fatto sono chiuse ma pedoni e ciclisti entrano spostando le grate: attenzione, è cantiere aperto quindi di fatto non praticabile. Bello il tratto più a sud di Punta Aderci, che si raggiunge invece con il Percorso Natura Riserva Naturale Punta Aderci. Per gli spostamenti in treno, in Abruzzo non si paga il supplemento bici e in particolare per il tratto sud ci sono le corse della cosiddetta Trabocchi line delle Ferrovie dello Stato. Per quanto riguarda lo stato generale della Bike to coast ci sono i bei reportage realizzati dalla Cna Abruzzo e pubblicati sulla loro pagina Facebook.
Aida – Alta Italia da attraversare
Un post su Facebook di inizio luglio ha riacceso l’attenzione nei confronti di questo bellissimo progetto, momentaneamente rallentato per via dell’emergenza Covid-19. “Oggi ItinerAria inizia un nuovo bellissimo lavoro per conto di FIAB Onlus, la posa della segnaletica lungo la ciclovia AIDA – Alta Italia da Attraversare, quasi 1.000 km dal Moncenisio a Trieste. Iniziamo da Brescia, entro luglio dovremmo arrivare a Trieste. Preparate le borse, si parte!”. Con le foto, appunto, della posa dei segnavia. “Prima di posare la segnaletica abbiamo riperlustrato tutto”. – commentano dal team Aida. Con questa ripresa diamo anche un segnale di speranza al territorio, agli albergatori. Dovremmo concludere entro fine agosto e intanto è uscita anche la guida Ediciclo dedicata alla “Ciclovia AIDA – est da Verona a Trieste”. Fra i progetti da portare avanti anche il lancio della App, si spera entro la fine del 2020 e poi la mappatura nel 2021 di Aida ovest. Aida (https://www.aidainbici.it/) è un progetto FIAB Onlus, inserito nella rete Bicitalia, per collegare le città del nord come Torino, Milano, Verona, Venezia, Trieste.
Ciclovia Adriatica
Collega Trieste con Leuca, tocca la riviera più ricca di spiagge, la parte dal Delta del Po a Trieste è inserita in EuroVelo 8. Attraversa Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo (sfruttando il tratto del Bike to coast), Molise, Puglia. “L’ho percorsa partendo dall’Abruzzo verso nord, pochi giorni fa – racconta Fabrizio Montefusco, cicloviaggiatore e componente del collettivo Cap – Ciclisti anonimi pescarese. Fino al Conero non c’è moltissimo ma almeno non si va su spazi inadeguati, si sta sul lungomare, non c’è traffico pesante. C’è da considerare anche che ci sono alcuni tratti su sabbia e ciottoli e se si ha la bici carica bisogna spingere. La provincia di Ancora è molto sguarnita, poi c’è il bellissimo esempio di Pesaro con la Bicipolitana. In alcune altre città hanno iniziato a fare urbanismo tattico, è molto bello il tratto da Pesaro fino a Gabicce, molto ben organizzato con le Zone 30 a favore della mobilità dolce. Anche Misano e Riccione hanno avuto l’intelligenza di levare le auto dal lungomare e a Rimini hanno disegnato molte ciclabili. Da Cervia inizia davvero la Ciclovia Adriatica, si passa nelle pinete, si va a Ravenna, Comacchio, fino al Delta del Po”. Lungo la costa marchigiana si trovano molti tratti di lavori in corso per nuove ciclabili. Fra i vari, a inizio luglio, è stato inaugurato il nuovo tratto di Marotta di Mondolfo.
Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese
La Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese è “un percorso cicloturistico ed insieme escursionistico di 500 km che segue il tracciato di due condotte storiche dell’acquedotto: il Canale Principale, da Caposele (AV) a Villa Castelli (BR), che in soli nove anni (1906-1915) riuscì a far arrivare l’acqua a Bari, ed il Grande Sifone Leccese, che dal punto terminale del primo giunge fino a Santa Maria di Leuca (LE), dove l’infrastruttura è celebrata con una cascata monumentale realizzata nel 1939 e recentemente restaurata – si legge nel sito di presentazione del progetto (http://www.aqp.bike). “Si tratta un “itinerario narrativo” unico nel suo genere che attraversa tre regioni del Sud (Campania, Basilicata e Puglia), mettendo in collegamento alcuni dei luoghi più affascinanti e ancora poco valorizzati della penisola: Alta Irpina, Vulture Melfese, Alta Murgia, Valle d’Itria, Arneo ed entroterra del Salento”. La realizzazione della Ciclovia ha un percorso accidentato. Per seguirne l’evoluzione e verificare lo stato dei tratti percorribili, c’è l’ottimo lavoro del Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese (https://www.facebook.com/groups/CoordinamentocicloviaAQP).
Ciclovia Tirrenica
Guardando al lato ovest della Penisola, anche questa ciclovia fa parte del cosiddetto sistema delle Ciclovie turistiche nazionali (http://www.mit.gov.it/node/5383). La ciclabile prevede 870 chilometri dal confine Francia-Italia a Roma, attraversando Liguria, Toscana e Lazio. Secondo la Rete ciclabile nazionale Fiab è indicata come BI19 (http://www.bicitalia.org/it/bicitalia/gli-itinerari-bicitalia/193-bi19-ciclovia-tirrenica). Si interseca con il progetto Intense, che prevede percorsi anche in Corsica e Sardegna (https://www.youtube.com/watch?v=VeBbP3vjHVw&feature=youtu.be).
Via Silente
Un percorso circolare di circa 600 km che ripercorre i tratti costieri e si inoltra tra le montagne di uno dei Parchi Nazionali più grandi d’Italia: il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Suddivisa in 15 tappe, con una tappa opzionale che raggiunge la vetta del monte Cervati (1.898 m s.l.m.), la Via Silente deve il suo nome alle sonorità dei luoghi attraversati, in cui il silenzio si insedia prepotentemente, neutralizzando quasi del tutto i fastidiosi rumori delle attività umane – si legge nel sito di riferimento https://www.laviasilente.it/content/. Fra le novità della via, quella della recente inaugurazione dell’info point in via Velina a Castelnuovo Cilento. Dalla tappa di partenza del percorso è possibile ritirare la Silentina – si riempie con i timbri di tappa in tappa – oltre alle info sul percorso e alla mappa.
Vento
C’è quello d’estate della celebre canzone, però per pedalare con il vento in faccia da Venezia a Torino c’è da spettare ancora. Fra le novità del progetto, quella della pubblicazione del Bando di gara per la progettazione definitiva ed esecutiva del lotto lombardo della Ciclovia turistica nazionale Vento, ad aprile. Vento è un progetto di oltre 700 km di dorsale cicloturistica lungo il fiume Po, da VENezia a TOrino, passando per Milano. A settembre ci sarà l’ottava edizione del Vento bici tour (https://www.ventobicitour.it/) Si pedala lungo i primi quattro lotti funzionali prioritari di VENTO, lungo il Naviglio Pavese da Milano a Pavia e lungo il tracciato di connessione ciclabile in progetto da Ferrara ad Argenta che collegherà VENTO alla Ciclovia Adriatica.